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Roma Est, impariamo a conoscerla – Parte prima: il territorio

4 novembre 2022 - Impariamo a conoscere meglio il territorio dove viviamo attraverso le sue ricchezze e le sue criticità. Pubblicheremo una serie di articoli dove analizzeremo la struttura del suolo e dell’ambiente, il fiume che vi scorre, i grandi parchi e le zone naturalistiche con la loro biodiversità, i vecchi casali contadini, i complessi monumentali, la storia, le emergenze archeologiche.
Non si può parlare di Colli Aniene senza conoscere il territorio dove è inserito, Roma Est, e fare più di qualche passo indietro nella storia. Partiamo dal Pleistocene quando la valle dell’Aniene era profondamente diversa e perfino il suo fiume aveva un percorso diverso e una maggiore portata d’acqua ed era caratterizzato dalla presenza di elefanti. Sì, elefanti, avete capito bene. Nel 1981, durate alcuni scavi per opere di urbanizzazione nella zona di Rebibbia/Casal de’ Pazzi, fu rinvenuta una zanna di elefante che raggiungeva la lunghezza di quasi quattro metri. Le ricerche che seguirono portarono alla luce un tratto antico di un alveo fluviale. Lo scavo del giacimento, svolto negli anni seguenti, ha permesso di portare alla luce numerosi reperti geologici, paleontologici ed archeologici attraverso i quali è possibile, nel pieno della città moderna, immaginare un paesaggio preistorico scomparso e molto diverso da quello attuale, caratterizzato da grandi faune, antichi vulcani, e gruppi di uomini cacciatori-raccoglitori. Uomini primitivi che possono vantare a buon diritto di essere stati i primi abitanti del tiburtino addirittura duecentomila anni fa. Ora nel luogo del ritrovamento sorge il Museo del Pleistocene dove sono conservati molti dei circa 4.000 reperti rinvenuti negli scavi. Si tratta di fossili di animali tipici di ambienti molto diversi dai nostri. Alcuni si sono estinti, altri sono ancora presenti in altri continenti, come ad esempio alcune fasce tropicali ed equatoriali dell’Africa. Tra i resti spiccano quelli dell’Elefante antico, le cui zanne raggiungevano i 4 m di lunghezza; vi sono poi rinoceronti, ippopotami, uri, cervi e daini, iene, lupi, cavalli, cinghiali ed uccelli acquatici. Sono state rinvenute anche foglie fossili di Zelkova crenata, albero oggi diffuso intorno al Mar Nero ed il Mar Caspio, ma allora presente diffusamente anche nella penisola italiana. Sono esposte inoltre pietre scheggiate dall’uomo paleolitico ed un frammento di cranio umano.
Arriviamo a 27 secoli fa quando sul territorio ora occupato da Colli Aniene viveva un popolo dedicato all’agricoltura e alla pastorizia. Possiamo sostenere senza tema di smentita che furono i primi abitanti di questo quartiere. I reperti furono rinvenuti durante la costruzione della Roma-L’Aquila e confermano come gli abitanti di allora avessero raggiunto un discreto benessere. Lo studio della necropoli dell’VIII secolo a. C. rinvenuta durante la costruzione dell’autostrada Roma-L’Aquila, sul territorio di Colli Aniene, ha consentito di appurare un evidente livello di benessere raggiunto dalla popolazione di allora, per lo più dedita all’agricoltura e alla pastorizia.
Le donne vestivano un abbigliamento molto ricco: fermatrecce d’argento, orecchini, collane e grosse fibule d’ambra, grandi anelli di bronzo e che scendevano sul busto raggiungendo i fianchi, dove un’altra cintura in lamine di bronzo lavorato a sbalzo stringeva l’abito. Contigua alla necropoli è stata individuata la posizione dell’abitato che sembra confermare la sopravvivenza dell’insediamento arcaico fino al II secolo a. C. Per la prima volta si concretizza, così, l’aspetto ed il modo di vita di quelle popolazioni, fino a qualche anno fa fantomatiche, che contrastarono la piccola Roma agli albori della sua ascesa. Gli scavi, conclusi nell’estate 1975, hanno riportato alla luce anche una parte delle fortificazioni, costituite da un muro a secco di scheggioni di tufo con un fossato antistante, nonché un tratto di strada con pavimentazione in travertino. Forse un giorno riusciremo a conoscere il nome di questo popolo che si era insediato su una collinetta di tufo a due passi dal fiume Aniene (Anio), vicinissimo alle sorgenti dell’Acqua Vergine, circondato da una ridente e rigogliosa campagna. Per il resto della storia vi rimandiamo ai prossimi articoli, ora invece parliamo dell’ambiente di Roma Est.

Il territorio compreso tra il tiburtino e il collatino è caratterizzato da dolci rilievi collinari, che difficilmente superano l’altezza di 50 – 60 metri sul livello del mare, dove scorre il fiume Aniene ed è ricco di zone umide. Il fiume raccoglie nel suo percorso le acque dei fossi permanenti di Monte Sacro , Casal de’ Pazzi, San Basilio, Pratolungo, Sant’Agnese, Centocelle, Fontanile, Bocca di Leone, Tor Cervara, Tor Sapienza, Longarina. Alcuni di questi fossi sono pressoché scomparsi, tombati o deviati, a causa di opere di urbanizzazione L’Aniene e i suoi affluenti, data la ridotta capienza del bacino dove scorre il fiume sono a rischio esondazione in caso di precipitazioni intense e prolungate. La presenza nel territorio di pietre vulcaniche e depositi alluvionali ha favorito fin dai tempi antichi lo sviluppo di una intensa attività estrattiva. La disponibilità sul territorio dei materiali da costruzione ha incentivato lo sfruttamento dei materiali da costruzione riducendo gli oneri delle lavorazioni e i costi di trasporto. Le cave, attive sin dai tempi dell’epoca romana, ora abbandonate, sono concentrate lungo la via tiburtina, collatina e nei pressi del bacino dell’Aniene. Erano prevalentemente impianti di estrazione di tufo, pozzolana e sabbie.
Ora il territorio è caratterizzato da una forte urbanizzazione in un difficile equilibrio tra uomo e natura. Le residue colture agricole interessano le aree pianeggianti adiacenti l’Aniene o oltre il Raccordo Anulare. Rara è la presenza di vivai e colture agricole nei quartieri ma la presenza di tanti antichi casali contadini dimostra che in passato queste terre erano dedicate all’agricoltura. Ora, piccoli appezzamenti di terreno (orti urbani), spesso recintati con materiali di scarto (lamiere, materassi, reti, etc.), vengono sfruttati abusivamente per la coltivazione di verdure, legumi e alberi da frutta. Per l’irrigazione dei campi si attinge l’acqua direttamente dai fossi e dal fiume, ignorando le più elementari norme igienico-sanitarie. Spesso, alcuni roghi attribuiti ai villaggi rom, sono prodotti dal curatore del piccolo appezzamento per liberarsi dei materiali di scarto, erbacce e rovi. A Colli Aniene, molti di questi piccoli poderi sono situati nella zona di via della Martora nei pressi dell’autostrada A24.
Il paesaggio della campagna romana ha perso il suo aspetto agricolo e il suolo è sottoposto a una forte degradazione che può danneggiare o distruggere alcune funzioni e provocare una contaminazione diretta dell’acqua. I principali fatto di inquinamento sono da ricondurre ai liquidi, solidi e gassosi residui di una forte urbanizzazione del territorio. Tra gli inquinanti più pericolosi ci sono i metalli pesanti emessi dal riscaldamento delle case e dalle emissioni gassose del traffico veicolare. I metalli pesanti vengono facilmente assorbiti dalle piante e trasferite all’uomo e agli animali, oltre che attraverso l’apparato respiratorio, mediante la catena alimentare. Un’altra pericolosa fonte di inquinamento dei quartieri di Roma Est sono i tanti fumi dovuti ai roghi tossici che frequentemente si innalzano nell’aria. Un fenomeno che va avanti da anni senza che le amministrazioni pubbliche lo abbiano affrontato seriamente e risolutamente.

Bibliografia:
Dall’ecosistema ager all’ecosistema urbs: il territorio di Roma (Regione Lazio)
Wikipedia
Sito del Museo del Pleistocene
Antonio Barcella – Corso Storia del territorio dell’Università Popolare Michele Testa
Abitare A

Antonio Barcella
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