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novembre 2022 - Impariamo a conoscere meglio il territorio
dove viviamo attraverso le sue ricchezze e le sue criticità.
Pubblicheremo una serie di articoli dove analizzeremo la struttura
del suolo e dell’ambiente, il fiume che vi scorre, i grandi
parchi e le zone naturalistiche con la loro biodiversità,
i vecchi casali contadini, i complessi monumentali, la storia,
le emergenze archeologiche.
Non si può parlare di Colli Aniene senza conoscere
il territorio dove è inserito, Roma Est, e fare più
di qualche passo indietro nella storia. Partiamo dal Pleistocene
quando la valle dell’Aniene era profondamente diversa e perfino
il suo fiume aveva un percorso diverso e una maggiore portata
d’acqua ed era caratterizzato dalla presenza di elefanti.
Sì, elefanti, avete capito bene. Nel 1981, durate alcuni
scavi per opere di urbanizzazione nella zona di Rebibbia/Casal
de’ Pazzi, fu rinvenuta una zanna di elefante che raggiungeva
la lunghezza di quasi quattro metri. Le ricerche che seguirono
portarono alla luce un tratto antico di un alveo fluviale.
Lo scavo del giacimento, svolto negli anni seguenti, ha permesso
di portare alla luce numerosi reperti geologici, paleontologici
ed archeologici attraverso i quali è possibile, nel
pieno della città moderna, immaginare un paesaggio
preistorico scomparso e molto diverso da quello attuale, caratterizzato
da grandi faune, antichi vulcani, e gruppi di uomini cacciatori-raccoglitori.
Uomini primitivi che possono vantare a buon diritto di essere
stati i primi abitanti del tiburtino addirittura duecentomila
anni fa. Ora nel luogo del ritrovamento sorge il Museo del
Pleistocene dove sono conservati molti dei circa 4.000 reperti
rinvenuti negli scavi. Si tratta di fossili di animali tipici
di ambienti molto diversi dai nostri. Alcuni
si sono estinti, altri sono ancora presenti in altri continenti,
come ad esempio alcune fasce tropicali ed equatoriali dell’Africa.
Tra i resti spiccano quelli dell’Elefante antico, le cui zanne
raggiungevano i 4 m di lunghezza; vi sono poi rinoceronti,
ippopotami, uri, cervi e daini, iene, lupi, cavalli, cinghiali
ed uccelli acquatici. Sono state rinvenute anche foglie fossili
di Zelkova crenata, albero oggi diffuso intorno al Mar Nero
ed il Mar Caspio, ma allora presente diffusamente anche nella
penisola italiana. Sono esposte inoltre pietre scheggiate
dall’uomo paleolitico ed un frammento di cranio umano.
Arriviamo a 27 secoli fa quando sul territorio ora occupato
da Colli Aniene viveva un popolo dedicato all’agricoltura
e alla pastorizia. Possiamo sostenere senza tema di smentita
che furono i primi abitanti di questo quartiere. I reperti
furono rinvenuti durante la costruzione della Roma-L’Aquila
e confermano come gli abitanti di allora avessero raggiunto
un discreto benessere. Lo studio della necropoli dell’VIII
secolo a. C. rinvenuta durante la costruzione dell’autostrada
Roma-L’Aquila, sul territorio di Colli Aniene, ha consentito
di appurare un evidente livello di benessere raggiunto dalla
popolazione di allora, per lo più dedita all’agricoltura
e alla pastorizia.
Le donne vestivano un abbigliamento molto ricco: fermatrecce
d’argento, orecchini, collane e grosse fibule d’ambra, grandi
anelli di bronzo e che scendevano sul busto raggiungendo i
fianchi, dove un’altra cintura in lamine di bronzo lavorato
a sbalzo stringeva l’abito. Contigua alla necropoli è
stata individuata la posizione dell’abitato che sembra confermare
la sopravvivenza dell’insediamento arcaico fino al II secolo
a. C. Per la prima volta si concretizza, così, l’aspetto
ed il modo di vita di quelle popolazioni, fino a qualche anno
fa fantomatiche, che contrastarono la piccola Roma agli albori
della sua ascesa. Gli scavi, conclusi nell’estate 1975, hanno
riportato alla luce anche una parte delle fortificazioni,
costituite da un muro a secco di scheggioni di tufo con un
fossato antistante, nonché un tratto di strada con
pavimentazione in travertino. Forse un giorno riusciremo a
conoscere il nome di questo popolo che si era insediato su
una collinetta di tufo a due passi dal fiume Aniene (Anio),
vicinissimo alle sorgenti dell’Acqua Vergine, circondato da
una ridente e rigogliosa campagna. Per il resto della storia
vi rimandiamo ai prossimi articoli, ora invece parliamo dell’ambiente
di Roma Est.
Il
territorio compreso tra il tiburtino e il collatino è
caratterizzato da dolci rilievi collinari, che difficilmente
superano l’altezza di 50 – 60 metri sul livello del mare,
dove scorre il fiume Aniene ed è ricco di zone umide.
Il fiume raccoglie nel suo percorso le acque dei fossi permanenti
di Monte Sacro , Casal de’ Pazzi, San Basilio, Pratolungo,
Sant’Agnese, Centocelle, Fontanile, Bocca di Leone, Tor Cervara,
Tor Sapienza, Longarina. Alcuni di questi fossi sono pressoché
scomparsi, tombati o deviati, a causa di opere di urbanizzazione
L’Aniene e i suoi affluenti, data la ridotta capienza del
bacino dove scorre il fiume sono a rischio esondazione in
caso di precipitazioni intense e prolungate. La presenza nel
territorio di pietre vulcaniche e depositi alluvionali ha
favorito fin dai tempi antichi lo sviluppo di una intensa
attività estrattiva. La disponibilità sul territorio
dei materiali da costruzione ha incentivato lo sfruttamento
dei materiali da costruzione riducendo gli oneri delle lavorazioni
e i costi di trasporto. Le cave, attive sin dai tempi dell’epoca
romana, ora abbandonate, sono concentrate lungo la via tiburtina,
collatina e nei pressi del bacino dell’Aniene. Erano prevalentemente
impianti di estrazione di tufo, pozzolana e sabbie.
Ora il territorio è caratterizzato da una forte urbanizzazione
in un difficile equilibrio tra uomo e natura. Le residue colture
agricole interessano le aree pianeggianti adiacenti l’Aniene
o oltre il Raccordo Anulare. Rara è la presenza di
vivai e colture agricole nei quartieri ma la presenza di tanti
antichi casali contadini dimostra che in passato queste terre
erano dedicate all’agricoltura. Ora, piccoli appezzamenti
di terreno (orti urbani), spesso recintati con materiali di
scarto (lamiere, materassi, reti, etc.), vengono sfruttati
abusivamente per la coltivazione di verdure, legumi e alberi
da frutta. Per l’irrigazione dei campi si attinge l’acqua
direttamente dai fossi e dal fiume, ignorando le più
elementari norme igienico-sanitarie. Spesso, alcuni roghi
attribuiti ai villaggi rom, sono prodotti dal curatore del
piccolo appezzamento per liberarsi dei materiali di scarto,
erbacce e rovi. A Colli Aniene, molti di questi piccoli poderi
sono situati nella zona di via della Martora nei pressi dell’autostrada
A24.
Il paesaggio della campagna romana ha perso il suo aspetto
agricolo e il suolo è sottoposto a una forte degradazione
che può danneggiare o distruggere alcune funzioni e
provocare una contaminazione diretta dell’acqua. I principali
fatto di inquinamento sono da ricondurre ai liquidi, solidi
e gassosi residui di una forte urbanizzazione del territorio.
Tra gli inquinanti più pericolosi ci sono i metalli
pesanti emessi dal riscaldamento delle case e dalle emissioni
gassose del traffico veicolare. I metalli pesanti vengono
facilmente assorbiti dalle piante e trasferite all’uomo e
agli animali, oltre che attraverso l’apparato respiratorio,
mediante la catena alimentare. Un’altra pericolosa fonte di
inquinamento dei quartieri di Roma Est sono i tanti fumi dovuti
ai roghi tossici che frequentemente si innalzano nell’aria.
Un fenomeno che va avanti da anni senza che le amministrazioni
pubbliche lo abbiano affrontato seriamente e risolutamente.
Bibliografia:
Dall’ecosistema ager all’ecosistema urbs: il territorio di
Roma (Regione Lazio)
Wikipedia
Sito del Museo del Pleistocene
Antonio Barcella – Corso Storia del territorio dell’Università
Popolare Michele Testa
Abitare A