Roma
Est, impariamo a conoscerla – Parte quarta: Storia e curiosità
sul Casale della Cervelletta
|
8
novembre 2022 - Oggi prenderemo in esame il complesso
monumentale della Cervelletta inserito nel parco Naturale
della Valle dell’Aniene. Il manufatto è costituito
da alcuni elementi principali, molto diversi tra loro per
epoche di costruzione, edificati su una rupe tufacea:
• La torre medievale datata XII o XIII secolo
• Il casale gentilizio risalente al XVII secolo, con le stalle
e i granai (1630) ad opera della famiglia Borghese
• Il Borghetto nel quale dimoravano i contadini che lavoravano
queste terre.
Ci sono diverse interpretazioni sull’origine del nome «Cervelletta»
ma quella più attendibile è che abbia ereditato
il nome dalla presenza di una riserva di cervi in epoca medievale
(Cerbaro). A conferma di questo è la presenza di altri
luoghi vicini che si richiamano a questa radice di nome come
Tor Cervara. Era usanza che i giovani cacciatori medievali,
armati di lance o frecce e accompagnati dal falcone e dai
cani, si addestrassero inseguendo questo mansueto animale.
La caccia al cervo faceva parte del loro addestramento di
soldati e cavalieri. Era un rito collettivo che si praticava
in gruppo perché bisognava dimostrare a tutti coraggio
e abilità. Il Cerbaro divenne più avanti il
Cervaretto e infine Cervelletta.
C’è un’altra ipotesi, meno accreditata ma altrettanto
plausibile, che il nome derivi dalla parola latina «acervus»
che significa mucchio, cumulo, collinetta e, se facciamo riferimento
alla rupe sulla quale sorge il monumento, l’ipotesi è
del tutto plausibile.
La Torre della Cervelletta insieme alle altre cinquanta torri
della città sono antiche costruzioni di un sistema
difensivo emblema dell'epoca medievale di Roma. Nate nell’VIII
secolo allo scopo di mettere un freno alle scorrerie dei saraceni
e di altri predoni, divennero nei secoli successivi un sistema
di vedette per il controllo dei terreni dell’Agro Romano che
consentisse di avvistare le imbarcazioni in avvicinamento
e di trasmettere in breve tempo l’allarme mediante segnali
luminosi e di fumo. In questo modo tutto l’Agro, fino a Torre
Astura (Anzio), fu sorvegliato da torri, molte delle quali,
sebbene in un grave stato di degrado, sono ancora visibili.
Molte torri furono danneggiate o distrutte a causa di terremoti,
altre inglobate in palazzi rinascimentali o di età
successive.
Torri
e pozzi si dispongono nel territorio della Campagna Romana
per individuare insediamenti colonici nei vari periodi di
bonifica e coltivazione del territorio. Arroccate su alture
strategiche o lungo i principali percorsi viari, sono divenute
in seguito i nuclei di costruzioni più articolate,
quali torri di guardia lungo l’antemurale di recinzione delle
domus cultae, o masti per i castelli feudali.
Queste torri sorgevano sia in città che nella campagna
romana. Se quelle all’interno della città rappresentavano
quasi uno status simbolo delle famiglie nobiliari e una forma
di difesa nelle continue liti tra nobili, quelle nella campagna
erano perlopiù insediamenti a carattere residenziale-agricolo,
edificate per un razionale sfruttamento/bonifica del territorio
e costituite dalla struttura principale della residenza con
accanto gli annessi rustici destinati ai lavoratori; solitamente
avevano una cisterna per la raccolta dell’acqua.
La tenuta della Cervelletta fu in epoca medievale un fondo
di proprietà ecclesiastica. Nel XVI secolo la Famiglia
Sforza rilevò la tenuta, tenendola fino al 1628, quando
venne acquistata dal Cardinale Scipione Borghese. Alla famiglia
Borghese si deve la trasformazione del casale a residenza
di campagna (1630) e lo sviluppo agricolo della tenuta.
Nel 1835 il fondo e il casale passò alla famiglia Salviati,
che realizzò la bonifica del territorio, attraverso
opere di canalizzazione delle acque tuttora visibili nella
tenuta.
A cavallo tra '800 e '900 il casale e la tenuta erano considerati
un importante centro di produzione agraria della campagna
romana. Ospitò alla fine dell'800 una stazione sanitaria
sperimentale per l'utilizzo del chinino nella profilassi e
cura della malaria e vide tra i suoi ospiti il medico immunologo
Angelo Celli e sua moglie Anna Fraentzel Celli, protagonisti
in quegli anni nello studio e profilassi della malattia e
promotori della lotta contro l'analfabetismo nella campagna
romana. Ma tutto questo verrà trattato in un apposito
articolo.
Negli anni Venti possiamo collocare la fine della secolare
fase feudale dell’agro romano: il bisogno di case spinge il
sindacalista Michele Testa a fondare una cooperativa edilizia
e su 35 ettari, tra il 1920 e il 1922 viene costruito il primo
nucleo della borgata di Tor Sapienza; tra il 1919 e il 1922,
reduci della Grande Guerra organizzati nella Cooperativa “Campi
e Orti Famigliari” acquista da Donna Maria Borghese dei Duchi
Salviati 218 ettari dei circa 255 della Tenuta della Rustica.
Con queste urbanizzazioni, nel quadrante est della città,
l’agro romano comincia a perdere le sue caratteristiche; alle
borgate di Tor Sapienza, La Rustica presto si aggiungeranno
le borgate di Tiburtino III, di Pietralata, Ponte Mammolo,
S. Basilio.
Fino al 1951, anno in cui i Salviati vendono la Tenuta della
Cervelletta a due imprese edilizie (la Magis Spa e Tirrena
S.p.A.), si salva solo la Tenuta della Cervelletta. Poi una
buona parte della antica tenuta, quella acquisita dalla Magis,
viene lottizzata ed urbanizzata costituendo parte dell’attuale
quartiere di Colli Aniene. La restante parte, sede del Casale
della Cervelletta (torre del 1200, casale del 1600) viene
rivendicata e difesa dagli abitanti ; viene infine acquisita
al patrimonio del Comune di Roma nel 2001.
Uno stradello (poi denominato via della Cervelletta) rimane
a testimoniare gli antichi collegamenti tra le tenute della
Tiburtina, di Tor Cervara, Tor Sapienza e La Rustica. Si tratta
di un viottolo prevalentemente terroso, che possiamo suddividere
in più parti.
La
prima si snoda dalla strada di Tor Cervara e dallo slargo
(piazza della Cervelletta) che raggiunge con strada bianca
(graniglia) il casale centrale; la seconda parte, dal Casale
a Colli Aniene (via Mario Cingolani), lasciata per anni a
terra vergine, è dal 1919 sovrastata da passerella
lignea con tenue illuminazione notturna a terra. Un’ultima
parte, fino agli anni Trenta in aperta campagna, si diramava
dalla attuale via Cingolani e costeggiando l’attuale depuratore
Acea, continuava sul percorso della attuale Via degli Alberini
(denominazione assegnata nel 1937) che raggiungeva la tenuta
di Grotta di Gregna prossima alla consolare Tiburtina.
Nel tempo sono stati fatti alcuni tentativi da parte delle
associazioni territoriali per aprire un riflettore su beni
storici e culturali di Roma Est, in particolare sul Casale
della Cervelletta; tuttavia, l’impegno complessivo delle Istituzioni
locali è stato deludente. Rivediamo le tappe che hanno
portato all’acquisizione del Casale nel Patrimonio di Roma
Capitale. La lotta per la Cervelletta nasce negli anni ’80,
nel quartiere Colli Aniene ancora in costruzione ; non mancarono
speculazioni e raggiri a danno dei cittadini e del territorio.
L’allarme per il destino dell’antico borgo della Cervelletta
fu giustificato anche da ipotesi di trasformazione del “castello”
e dell’area agricola circostante in albergo e residenze di
lusso Nel tempo l’impegno dei cittadini e il loro associazionismo
di scopo (Circolo “La Torre” , il Comitato per il “Parco della
Cervelletta”, “Insieme per l’Aniene”), è stato continuo
e articolato coinvolgendo il mondo della cultura, le Istituzioni,
forze politiche e sociali. Il patrimonio comune della Cervelletta
è il frutto di una straordinaria mobilitazione civile
che ha attraversato questi ultimi trenta anni ottenendo importanti
risultati:
• 1997 “Parco della Cervelletta” ( legge regionale di iniziativa
popolare)
• 1997, l’inserimento del Parco nella Riserva Naturale della
“Valle dell’Aniene”.
• 2001, la Cervelletta diventa patrimonio del Comune di Roma
Dopo
oltre vent’anni dall’acquisizione de Casale, a fronte di una
ricca permuta in appartamenti per l’ex proprietario, poco
o nulla è stato fatto per valorizzare il cosiddetto
Colosseo di Roma Est. A distanza di due decenni non è
ancora previsto un qualsiasi piano di utilizzo del Casale
Storico. Le Istituzioni, dal quel 2001, hanno omesso dalla
propria azione amministrativa la tutela del patrimonio storico
(art. 9 della Costituzione) quantomeno per incuria e pressapochismo.
La scelta politica è stata la delega al volontariato,
che servì da alibi per non intervenire su una costosa
manutenzione che era richiesta dallo stato di degrado del
manufatto storico. Il risultato di questa mala-gestione è
che a tanti anni dall’acquisizione pubblica del Casale della
Cervelletta non c’è ancora nessun progetto sul suo
impiego o, meglio ancora, il Comune di Roma “non sa
che cosa farsene!”.
Per
chi volesse approfondire può leggere il dossier
completo redatto dal Coordinamento Uniti per la Cervelletta
Bibliografia:
Dall’ecosistema ager all’ecosistema urbs: il territorio di
Roma (Regione Lazio)
Wikipedia
Antonio Barcella – Corso Storia del territorio dell’Università
Popolare Michele Testa
"La
Cervelletta di Mimmo e con Mimmo" - il libro del
prof. Pietrangeli
Dossier Cervelletta redatto dal Coordinamento Uniti per la
Cervelletta
Abitare A
|
|
|
IN
PRIMO PIANO
Università
Popolare Michele Testa
Un
concorso culturale gratuito riservato ai giovani dai 14 ai 30
anni
Leggi/scarica
il regolamento completo
Scadenza:
Prorogata al 31 marzo 2023 (nota
1 - nota
2 - vedi
locandina )
Book
Crossing ‘fai da te” presso la sala Mario Falconi in
Largo Nino Franchellucci, 69 (dietro la Coop). Ogni giorno dalle
16,00 alle 19,00 e durante le aperture straordinarie della sala
Falconi potrete prelevare il vostro libro gratuitamente e senza
alcuna tracciatura. Tanti libri tutti per te. |
I
nostri soci Sostenitori |
|
|
|
|
|
|
|
L'associazione
Vivere a Colli Aniene cerca persone volontarie che vogliano cimentarsi
nel giornalismo, nel sociale e nella cultura a titolo gratuito.
Per ulteriori informazioni rivolgersi a associazione@collianiene.org |
|