9
novembre 2022 - La nostra città è ricca
di aree protette che insieme ai parchi, alle ville storiche,
alle tenute agricole, al verde pubblico e privato, dà
vita ad una eccezionale rete naturalistica ricca di biodiversità
di inestimabile valore. Il nostro territorio è un esempio
di ricchezza in specie faunistiche e floristiche soprattutto
nei pressi del fiume Aniene e delle zone umide. Una delle
principali ricchezze naturalistiche della città consiste
nella elevata presenza di specie indigene e solo negli ultimi
anni alcune piante e alcuni animali esotici ed invasivi si
sono diffuse spesso grazie alla disattenzione e all’ignoranza
della mano dell’uomo.
La Riserva Naturale della Valle dell’Aniene e il Parco
Naturale della Cervelletta - Osserviamo quanto accade
vicino a noi. L’area protetta più vicina al nostro
quartiere è la Riserva Naturale della Valle dell’Aniene
che comprende anche il Parco Naturale della Cervelletta che
si estende per circa 620 ettari. L’area è gestita dall’ente
regionale RomaNatura. È uno dei principali corridoi
biologici della nostra città e proprio la presenza
del fiume la rende così interessante a livello naturalistico.
La vegetazione della riserva è caratterizzata principalmente
dalla presenza di specie igrofile (organismo vegetale che
vive bene in un ambiente molto umido) legate all’ambiente
ripariale (vegetazione che ha il proprio habitat naturale
sulle rive di corsi e specchi d’acqua) del fiume. Percorrendo
le rive dell’Aniene si osservano in prevalenza salici e pioppi
che qualche tempo fa caratterizzavano tutta l’area e la rendevano
una foresta intricata ed affascinante. Le formazioni igrofile
si sviluppano soprattutto lungo le sponde dell’Aniene e del
fosso della Cervelletta dove è localizzata una delle
zone umide più importanti della città. Le specie
che si sviluppano nel sottobosco sono quelle tipiche di questo
tipo di terreni: il sambuco nero, la salcerella, la mestolaccia
comune, la robinia (specie aliena ormai adattata). Durante
l’anno, nei mesi primaverili, tali habitat si arricchiscono
dei vivaci colori del giaggiolo acquatico, comunemente conosciuto
come iris giallo, e in estate ed autunno del girasole del
Canada. Nella riserva, nella fascia d’acqua profonda 80 –
100 cm, si sviluppa la cannuccia palustre, riconoscibile dalla
pannocchia piumosa, che si sviluppa rapidamente grazie ai
fusti radicanti.
Il
fiume Aniene e i fossi minori favoriscono la presenza di una
ricca fauna acquatica, tra cui non è raro avvistare
insetti, del tipo efemerotteri detti comunemente effimere,
che svolgono il loro sviluppo e gran parte della vita nelle
acque correnti. Sono cattivi volatori a causa delle ali posteriori
molto ridotte (a volte possono addirittura mancare), con un
conseguente sviluppo del mesotorace. Le dimensioni sono spesso
esigue, con un'apertura alare mediamente sui 12 mm. Le ali
sono spesso trasparenti, ricche di nervature solo nella forma
adulta, e non sono mai ripiegate sul proprio corpo: a riposo
sono sempre tenute in posizione verticale, cosa che negli
altri insetti avviene solo dopo una muta ninfale o pupale
. Altri ordini caratteristici di questi ambienti sono i tricotteri.
Sono uno degli Ordini più importanti di Insetti acquatici
in quanto componenti di catene trofiche complesse e per il
fatto che la loro biologia interagisce con interi comparti
di organismi fluviali. Sono insetti anfibiotici poiché,
da adulti, sono aericoli, anche se volatori di scarsa abilità,
mentre i loro stadi pre-immaginali sono acquatici. Popolano
inoltre queste zone umide, soprattutto nel parco naturale
della Cervelletta, oltre alle libellule e ai coleotteri, gli
imenotteri e i ditteri. Questi ultimi rappresentanti delle
ben conosciute zanzare che si riproducono facilmente in prossimità
delle acque dove depongono le uova. Fugace è l’avvistamento
del granchio di fiume ossia il crostaceo d’acqua dolce che
vive in tane scavate in zone con acque calme o poco correnti.
La sua presenza nella zona umida della Cervelletta è
confermato anche nel libro “La
Cervelletta di Mimmo e con Mimmo” del prof. Pietrangeli.
Le acque della riserva sono popolate da alcuni pesci importanti
(la lampreda e lo spinarello) e dall’anguilla. Quest’ultima
è una specie diffusa nelle acque dolci, salmastre e
marine a corrente debole o assente, ma non si può escludere
di trovarla in acque anche molto mosse. Di giorno si rintanano
e solo di notte vanno alla ricerca di cibo: larve d’insetti,
crostacei e pesci morti. In questa ricca oasi naturalistica
non può mancare la presenza di tanti anfibi ma a caratterizzare
questo patrimonio biologico della Cervelletta ci sono esemplari
inaspettati di testuggine d’acqua. È un animale che
ha una dieta prevalentemente insettivora e a base di pesce,
da adulta, invece, diventa prettamente vegetariana.
La
ricchezza faunistica di questa zona, posta tra i quartieri
di Colli Aniene, Tor Sapienza e Tor Cervara, è molto
di più di quanto abbiamo descritto finora. Nel caso
di una passeggiata nel parco, se si è fortunati si
possono fare incontri emozionanti con animali e uccelli particolari:
il martin pescatore, l’usignolo di fiume, la cannaiola, il
pendolino, l'anatra selvatica, l'airone cinerino, il fagiano,
la gallinella d'acqua, il cormorano, il merlo, lo storno,
la passera, il gheppio, la poiana, la volpe, l'istrice, il
tasso, il coniglio, la talpa, il ramarro, il granchio d'acqua
dolce, la nutria, la tartaruga palustre. Bisogna essere attenti
osservatori e , soprattutto, occorre rispettare quel silenzio
che merita un ambiente ecologico così importante. Tra
gli uccelli predatori è possibile avvistare inoltre
la cornacchia grigia ma l’ultima specie che si sta diffondendo
capillarmente sul territorio è una specie aliena che
si è ormai diffusa in Italia: i pappagalli. Appartengono
a due famiglie diverse ossia i parrocchetti dal collare e
i parrocchetti monaci e si riconoscono dalle loro caratteristiche
fisiche: colore, piumaggio e becco. Sono originari del Sudamerica
e dell’Africa centro settentrionale ma ormai si sono radicati
nel nostro territorio e si stanno abituando alla presenza
umana. Sempre meno diffidenti e facilmente fotografabili,
stanno proliferando nelle zone più verdi della periferia
romana.
L’area
della Riserva Naturale della Valle dell’Aniene si
estende da Ponte Mammolo sulla via Tiburtina, fino a Ponte
Nomentano sulla via Nomentana, ed è caratterizzata
dal percorso sinuoso del fiume Aniene fino alla sua confluenza
con il Tevere. Il paesaggio alterna zone pianeggianti con
querceti composti da farnie, cerri, roverelle, a zone umide,
dove sono presenti olmi, salici bianchi, frassini e aceri.
In altre aree si trovano piccoli rilievi di natura tufacea,
dove ancora si possono notare i resti di antiche cave di tufo,
sfruttate sin dall’epoca romana. Per quanto riguarda la fauna
della riserva, sono presenti l’istrice, l’airone cinerino,
il martin pescatore e il cormorano, mentre nei corsi d’acqua
vivono il gambero e il granchio di fiume, indicatori di acque
pulite. Notevoli le presenze storico-archeologiche; tra queste
le due ville romane di via Tilli e di Ripa Mammea e il deposito
pleistocenico di Rebibbia-Casal de’ Pazzi, dove lo scavo ha
riportato alla luce resti di grandi animali preistorici, soprattutto
elefanti.
Parco
Naturale di Aguzzano - Il Parco, istituito nel 1989
e stretto tra la via Nomentana, la via Tiburtina e il GRA,
è un polmone verde in mezzo a quartieri densamente
edificati e rappresenta un punto di svago e di incontro per
i cittadini che abitano la zona est di Roma.
Il nome pare che derivi dal fondo di "Auzano" altrimenti
detto la grande tenuta agricola della romana gens Acutia ,
una famiglia medievale che si occupava della grande tenuta
agricola. In seguito a vari processi di urbanizzazione, il
parco negli anni cinquanta-anni sessanta perse una vasta porzione
della sua estensione a causa della costituzione dei nuovi
quartieri di Monte Sacro, Ponte Mammolo, Monte Sacro Alto
e San Basilio (Roma), proseguita negli anni successivi con
la zona di Casal de' Pazzi, e Rebibbia. Tuttavia l'espansione
urbanistica fece sensibilizzare delle associazioni ambientaliste
che intendevano tutelare dei lembi della tenuta del Parco
di Aguzzano facendo così istituire il parco con legge
08/08/1989. Nel luglio 1997 il comune di Roma ha occupato
13 dei 52 ettari. per valorizzare il territorio piantando
alberi a protezione dei giochi per bambini.
E’ un’area protetta tra le più piccole della città
ed è caratterizzata da una serie di lunghi viali alberati
con filari di Pini domestici, Pioppi del Canada e Platani
che rendono estremamente piacevole, anche nelle giornate più
calde, fare passeggiate, pedalare o fare jogging. E’ percorso
in tutta la sua lunghezza dal Fosso di San Basilio, che ospita
lungo le sue sponde, oltre ad alcuni Salici bianchi, una vegetazione
arbustiva a tratti intricata ed impenetrabile, dove trovano
rifugio diverse specie di uccelli, quali l’Usignolo di fiume,
la Gallinella d’acqua e la Ballerina bianca.
Il resto del parco è costituito da prati frequentati
da gruppi di Storni provenienti dalle zone più centrali
della città che si mischiano alle Passere e ai Cardellini,
abituali frequentatori della zona.
Pur non presentando elementi di elevato valore naturalistico,
il parco costituisce, nell’ambito della rete ecologica cittadina,
un importante corridoio di collegamento tra la Riserva Naturale
della Marcigliana e la Riserva Naturale della Valle dell’Aniene.
Bibliografia:
Dall’ecosistema ager all’ecosistema urbs: il territorio di
Roma (Regione Lazio)
Wikipedia
Antonio Barcella – Corso Storia del territorio dell’Università
Popolare Michele Testa
"La Cervelletta di Mimmo e con Mimmo" - il libro
del prof. Pietrangeli
Abitare A
RomaNatura