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novembre 2022 - In quel che rimane dell’agro romano,
ormai assorbito in gran parte dai quartieri periferici della
città, si trovano ancora i segni di quella civiltà
contadina che si è sviluppata a partire dal medioevo.
In quel periodo storico il territorio era coperto da foreste
e paludi, e le persone si stabilirono in spazi dove erano
in grado di abbattere alberi, prosciugare paludi e dedicarsi
all'agricoltura. Attraverso il ruolo dominante della chiesa
nella vita di tutta la popolazione nacquero comunità
che si raccoglievano intorno ai casali e alle abbazie dove,
con il protettorato aristocratico, feudale ed ecclesiale,
era possibile vivere in maniera quantomeno dignitosa per quell’epoca.
Il territorio del tiburtino, ancora oggi, conserva alcuni
manufatti che dal medioevo, dal rinascimento e da periodi
successivi più moderni sono arrivati fino a noi. Abbiamo
già descritto in un apposito articolo il Casale
della Cervelletta, il più importante reperto
storico di questo territorio. Da Colli Aniene, attraverso
la passerella lignea di Via della Cervelletta (realizzata
nel 2019 dalla Regione Lazio) si può raggiungere la
zona monumentale costituita dalla Torre del 1200 e il Casale
del 1600. Se pur stabile nelle sue strutture portanti, il
casale presenta ammaloramenti diversi per l’abbandono e il
vandalismo di cui è stato oggetto da oltre trent’anni.
Oltre alla bella e particolare struttura del Casale e alle
vicende e personaggi importanti che ne fanno meta di visita
e di attenzione continua, nel Casale della Cervelletta possiamo
individuare moltissime tracce di storia e cultura che hanno
caratterizzato lo sviluppo. Apposite visite guidate vengono
organizzate periodicamente dalle associazioni territoriali
ma è bene avvisare che attualmente il casale e la sua
torre medievale possono essere osservati solo dall’esterno
perché chiuso per motivi di sicurezza. Per il resto
vi rimandiamo ai due articoli già pubblicati: Storia
e curiosità sul Casale della Cervelletta, Le
oasi ecologiche e i grandi parchi .
Casale
Bocca di Leone – situato in via Salviati a Roma e
facilmente osservabile percorrendo l’autostrada A24 Roma-L’Aquila.
Il suo nome deriva da una antica testa di leone in marmo utilizzata
come fontana, già presente almeno dal medioevo, addossata
al tratto in elevato dell’acquedotto Vergine sulla via Collatina
Vecchia. L’intero complesso si compone di due parti: la prima
di epoca medievale costituita dal casale vero e proprio originariamente
composto di un edificio su due livelli con ampio ingresso
arcuato e torre addossata. I lavori di ammodernamento rendono
però di difficile lettura l’impianto originario e l’insieme
e l’aspetto di un complesso abbastanza eterogeneo. L’altra
parte costruita nel 1900 da Gaetano Presutti con funzione
di vaccheria, si compone di una parte centrale adibita a stanze
d’abitazione e locali di servizio con addossate due ampie
sale con ingresso arcuato dove venivano ospitati i capi di
bestiame. Viene citato nel libro di Pasolini “Ragazzi di vita”:
“Alcuni se ne andarono diretti a casa per via Boccaleone
(ndr, si tratta di via Monte Boccaleone o Buccalione posta
accanto all’area di via della Martora), altri invece stettero
ancora in giro: si fecero piano piano il pezzo dal fiume ai
primi lotti di Tiburtino, e si fermarono per una mezzoretta
davanti al Silver Cine a guardarsi i cartelloni e a farsi
dispetti. Poi andarono giù, ancora, tra i cespugliacci
d’oleandri della Tiburtina, fino a che arrivarono alla fermata
dell’autobus, ch’era il centro delle pipinare dei ragazzini
e delle cricche dei giovincelli, nel piazzale davanti al Monte
del Pecoraro.”
Casale
di Tor Cervara – Il fulcro della composizione architettonica
è la torre risalente al XIII secolo costruita in blocchi
irregolari di tufo con merlatura finale. La torre è
posta al centro di un corpo di fabbrica allungato in asse
nord sud che presenta un prospetto molto austero con semplici
aperture rettangolari poste su due livelli. Attualmente il
casale è in buono stato di conservazione ed è
adibito a casa di cura ed è noto come Castello della
quiete. Nel XIX secolo da Tor Cervara partiva una mascherata
che arrivava alle mura di Roma. Vi partecipavano gli artisti,
mascherati da militari, con armi di legno e lame di stagnola.
Vi erano anche "ordini militari": l'ordine del bajocco
e del mezzo bajiocco. Del primo si fregiava, nelle grandi
occasioni, Bertel Thorvaldsen. Era organizzata dagli artisti
di lingua tedesca.
Casale
di Tor Sapienza (casale Bucchamatiis) – Nel XIII
secolo, tra la via Collatina e la via Prenestina sorse una
torre quadrata in laterizio, con stipiti in travertino e merlata.
Il secolo successivo, la storica famiglia Boccamazzi vi costruì
il casale Bucchamatiis. Questo fu successivamente venduto
all'Ospedale Santo Spirito. Il 15 agosto 1457 fu, quindi,
acquistato dal cardinale Domenico Pantagati detto Capranica,
che lo affidò agli studenti perugini del Collegio di
San Girolamo. Questi lo rinominarono in "Sapienza nuova".
Da ciò la torre del casale fu rinominata in "Tor
Sapienza".
Durante la seconda guerra mondiale la torre fu utilizzata
dall'esercito tedesco come deposito di munizioni. Al momento
della ritirata il deposito di munizioni fu fatto brillare
e questo causò il crollo totale dell'alta torre centrale.
Questa esplosione causò inoltre l'inagibilità
di numerose gallerie che si trovavano sotto ed intorno alla
torre.
Alla fine degli anni novanta il nuovo proprietario della torre,
sotto la supervisione dell'Accademia di belle arti, ha eseguito
una profonda ristrutturazione della cinta esterna della torre
riportandola al suo splendore originale. La ristrutturazione
ha comportato l'eliminazione totale dei merli quadrati in
cima alle mura.
Da via Francesco Paolo Michetti oggi è possibile ammirare
la bellezza delle imponenti mura rivestite nella parte inferiore
(parte verticale) con pezzi di pietra lavica e la parte superiore
(parte inclinata) con pezzi di travertino. L'interno, ristrutturato
per ospitare un locale commerciale, è realizzato in
architettura moderna con copertura in vetro.
Casale
della Vaccheria Nardi – Posto in via Grotta di Gregna
, tra i quartieri di Colli Aniene e Tiburtino III, è
attualmente adibito a biblioteca comunale. Di epoca moderna,
rispetto agli edifici esaminati fino ad ora, è costituito
da quattro fabbricati di dimensioni simili. Due edifici sono
collegati tra loro attraverso un corpo di fabbrica di minore
altezza. Sulla facciata nord dell’edificio principale, su
tre livelli con pareti lisce, si trova l’iscrizione che ricorda
la proprietà dei fratelli Nardi. Sono passati poco
più di dieci anni dal restauro del manufatto che fu
adibito a biblioteca comunale diventando in breve tempo un
vero punto di riferimento per il territorio e un luogo di
aggregazione. Era un freddo dicembre del 2009 quando alla
presenza delle istituzioni si inaugurò la biblioteca
della “Vaccheria Nardi”, che andava a sostituire quella piccolina
di via Mozart. L’immobile di proprietà comunale denominato
“Casale Nardi“ venne acquisito dal patrimonio del Comune di
Roma nel gennaio 1999 e venne assegnato alla allora V Circoscrizione
con Ordinanza del Sindaco perché “fabbricato di alto
valore storico-ambientale da recuperare”.
Per il progetto fu prescelto quello dell’Architetto Zevi che
prevedeva il restauro conservativo degli edifici e dello spazio
esterno con l’adattamento, razionale e secondo norma, all’uso
finale ad essi attribuito, cioè di ambienti idonei
ad accogliere la Biblioteca Comunale di via Mozart, una grande
sala per concerti e spettacoli, spazi per esposizioni, vari
ambienti dedicati ad attività artistiche, un settore
per la ristorazione ed un alloggio per il custode. Poi nel
tempo ci sono state alcune variazioni all’uso dei locali.
Attraverso un imponente lavoro furono abbattute tutte le barriere
architettoniche ambientali e fu resa completamente pedonale
l'area esterna alla sede per renderne fruibili tutti gli spazi.
Fu edificata tra alberi secolari e un giardino di cedri, palme
e bossi, su un leggero rilievo del terreno, dove sono stati
rinvenuti i resti di una villa-casale di epoca romana.
Casale
di Pietralata – Conosciuto anche come l'antico castello
di Pietralata, insisteva di fatto sui resti di un'antica villa
romana (Quilici). Derivò il nome da una famiglia che
ne ebbe il possesso verso la fine del Medioevo. Il Casale
di Pietralata risale al sec. XVI e che insiste probabilmente
sui resti di una villa romana è composto da due corpi
di fabbrica a due piani, segnati da una cornice marcapiano
in tufo e peperino, addossati ad una torre centrale, e da
altri edifici successivi all'interno di un recinto di cui
si conserva il portale monumentale. Il Casale è pressoché
abbandonato, ricoperto in buona parte da rovi ed erbacce.
Al nucleo originario cinquecentesco si addossano oggi varie
costruzioni successive.
Casal
de’ Pazzi - È un casale ove abitò l'omonima
famiglia nel Rinascimento. Il casale è sito tra via
Nomentana, viale Kant e via Zanardini nel quartiere che prende
il nome da questo casale nel IV Municipio Roma. Il castello,
già preesistente, a quanto pare di origine ghibellina
(a notare dalla merlatura delle torri), fu abitato dalla famiglia
Pazzi all'incirca dal periodo della Congiura dei Pazzi (circa
dal 1475). La famiglia trasformò ed adeguò il
castello, secondo le proprie esigenze ed i propri gusti sotto
il pontificato di papa Sisto IV. Al XVI secolo risalgono,
almeno a quanto pare a prima vista, il corpo di fabbrica e
la torre sita a nord. All'inizio del XX secolo fu intrapreso
un recupero del castello con susseguente restauro. In seguito
al restauro è utilizzato come edificio signorile ad
uso privato. L'aspetto esterno è quello di un castello
fortificato medievale-rinascimentale. Due torri, probabilmente
torri di avvistamento, di altezza differente, una posta a
nord, l'altra posta ad ovest, sono realizzate in tufello misto
con selce. Un edificio quadrangolare a due livelli racchiude
il casale dal retro formando così un cortile interno
sul cui centro è sito un pozzo marmoreo su cui vi sono
delle raffigurazioni di cervi e fiori. Alcuni frammenti di
sculture e brandelli di opere architettoniche sono conservati
all'interno del casale.
Altri
numerosi casali di epoca moderna popolano il territorio. Ricordiamo
tra questi: Casale Gottifredi, Casali
del parco di Aguzzano (Alba), Casale di San
Basilio, Casale de La Vannina, Casale
della Cacciarella.
Bibliografia:
Dall’ecosistema ager all’ecosistema urbs: il territorio di
Roma (Regione Lazio)
Wikipedia
Antonio Barcella – Corso Storia del territorio dell’Università
Popolare Michele Testa