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novembre 2022 - “Tutto l’ultimo decennio dell’Ottocento
è per l’agricoltura romana un periodo di crisi profonda.
Drammatico è il tono con cui la crisi viene descritta
nei libri di storia: “… ristrettasi la produzione dei cereali
s’è venuto sempre più allargando il pascolo
poiché nulla di più semplice, di più
comodo, di più sicuro che vendere le erbe spontanee
ai pecorari nella stagione d’autunno e d’inverno, riserbando
per la falciatura le erbe primaverili. Il numero delle tenute
abbandonate dagli antichi affittuari diventa enorme; i proprietari
non sanno trovare altro espediente che vendere le erbe ai
pastori nomadi.”
Nello stesso periodo, Roma è circondata da campagne
desolate e paludi malariche, con pochi campi coltivati. L’Agro
Romano è un insieme di latifondi con pochissimi dei
204 proprietari che vi abitino o che si interessino della
coltivazione.
In questo contesto si inserisce una delle più
interessanti pagine della storia di Roma che trova
nella tenuta della Cervelletta il proprio
epicentro.
Anna
Fraentzel e suo marito Angelo Celli rivestirono un ruolo importantissimo
sia per la lotta alla malaria, una malattia spesso mortale
che imperversava nelle paludose campagne romane e di tutta
la nazione, e promossero le scuole contadine perché
l’analfabetismo e l’ignoranza, diffusi tra i mezzadri e le
loro famiglie, rappresentava il primo ostacolo per un minimo
di educazione igienica indispensabile per la lotta alla parassitosi
diffusa dalla zanzara “Anopheles”.
Anna Fraentzel nacque in una famiglia dalla lunga tradizione
di medici e scienziati, tra cui il nonno materno, il clinico
Luigi Traube (1818-1876), il padre Oscar (1838-1894), noto
medico, e la zia, la fisiologa Margherita Traube Mengarini
(1856-1912). Alla morte del padre, avvenuta prematuramente
nel 1894, Anna dovette abbandonare gli studi. Interessata
al mondo della medicina si rivolse al celebre igienista Angelo
Celli (1857-1914), che in quel periodo si trovava presso l’Ospedale
per le malattie tropicali di Amburgo, per avere informazioni
sulle possibilità per una giovane che volesse intraprendere
gli studi medici in Italia. Col suo aiuto trovò un
posto da inserviente in un ospedale locale, e frequentò
una scuola per infermiere. Dopo qualche anno di corrispondenza,
nel 1897 la giovane infermiera tedesca raggiunse lo scienziato,
con cui si è nel frattempo segretamente fidanzata,
indi iniziò a lavorare presso l’Istituto di anatomia
patologica dell’Ospedale Santo Spirito di Roma, allora diretto
da Ettore Marchiafava. Questo istituto era la destinazione
principale dei malarici provenienti dalle campagne circostanti
e uno dei centri di ricerca più attivi per lo studio
della malaria in quegli anni. Anna fece pratica nel laboratorio
di istologia e assistette a molte lezioni di materia medica
frequentando diverse cliniche universitarie. Visse un momento
fertile e intenso di ricerca e scoperte, di impegno sociale
e scientifico, vicina ad un gruppo di scienziati (il gruppo
‘Romano’) tra cui, oltre a Celli e a Marchiafava, vi erano
Giuseppe Bastianelli, Amico Bignami e Giovan Battista Grassi,
che nel 1898 individuò nella zanzara “Anopheles” il
vettore responsabile della trasmissione della malaria.
Angelo
Celli fonda nel 1898 la Società italiana per gli studi
della malaria mentre organizza due stazioni sanitarie sperimentali,
una nella tenuta di Maccarese affidata a Dionisi; l’altra
alla Cervelletta sotto la sua direzione: ad affiancarlo chiama
la fidanzata. Come ricorderà lui stesso in un articolo
su «La nuova antologia» del 1911, «da quell’anno
in poi, Anna Celli, sempre in prima fila, colla sua bontà
confortata dall’arte medica .. e l’un dopo l’altro successivamente
i miei bravi e infaticabili allievi .. provando e riprovando,
adottando e scartando, facevamo della Cervelletta
un campo di studio e un modello d’igiene antimalarica».
Dopo le nozze, avvenute nel settembre 1899, la giovane continuò
la collaborazione con il marito, affiancandolo nella lotta
contro la malaria, con ruoli sempre più definiti nell’ambito
della sperimentazione profilassica, sia meccanica sia chininica,
nonché nelle campagne di educazione e sensibilizzazione
delle popolazioni contadine.
Gli anni passati nell'Agro romano permisero ai coniugi Celli
di entrare in contatto con la realtà di quei luoghi
e conoscerne da vicino la povertà.
Già durante il periodo di permanenza alla Cervelletta
Anna era rimasta stupita dall'altissimo tasso di analfabetismo
tra adulti e bambini. Aveva abbracciato in pieno la teoria
del marito secondo cui la diffusione dell'istruzione avrebbe
accelerato e favorito la difesa e la prevenzione tanto della
malaria quanto delle altre malattie infettive. Aveva anche
avviato una scuola per i figli dei guitti alla Cervelletta
ma il successo dell'impresa fu di breve durata, perché
i bambini cominciarono presto a non frequentare più.
Anna non abbandonò il progetto e nel 1904 propose alla
sezione di Roma dell'Unione femminile nazionale l'istituzione
di scuole estive e serali nell'Agro romano. La diffusione
dell'istruzione era, infatti, uno degli scopi principali dell'Unione,
di cui Anna era sostenitrice da tempo. Le scuole contadine
si diffusero rapidamente, prima nell'Agro romano e poi in
quello pontino, nonostante le grandi difficoltà logistiche,
economiche e le resistenze “culturali” e il boicottaggio dei
latifondisti. Nel 1907 per dare un assetto più organico
al servizio scolastico ed organizzarne la diffusione, Anna
insieme al marito, a Sibilla Aleramo, e al compagno di questa
(il poeta Giovanni Cena), costituì il Comitato delle
scuole per i contadini di cui fu eletta presidente. Presero
parte al progetto anche altri intellettuali italiani, tra
cui l'artista romano Duilio Cambellotti. Da quel momento le
scuole si svilupparono nell'Agro e nelle paludi di pari passo
con la diffusione dell'assistenza antimalarica, nonostante
il problema della mancanza di fondi e grazie alla stretta
collaborazione tra insegnanti e medici.
La Cervelletta è ed è stato un patrimonio storico
inestimabile per questo territorio, per tutta la città
e per tutta la nazione. Se le istituzioni ne conoscessero
la storia, farebbero di tutto per salvare questo complesso
monumentale e restituirlo alla comunità.
Anna Fraentzel Celli morì nel 1958 a Roma, dove si
era trasferita negli ultimi anni della sua vita conducendo
una vita isolata.
Bibliografia:
Wikipedia
Antonio Barcella – Corso Storia del territorio dell’Università
Popolare Michele Testa
Abitare A
Biografia Anna Fraentzel dal sito Scienza a due voci
Salviamoilpaesaggio.roma.it
Antonio
Barcella
www.collianiene.org
news@collianiene.org