25
novembre 2022 - L’assurdo fenomeno della violenza
perpetrata contro le donne, oltre ad essere una cosa ripugnante
e vigliacca, è una violazione dei diritti umani. Nel
1999 le Nazioni Unite hanno deliberato che il 25 novembre
venga considerato come la giornata internazionale per l'eliminazione
della violenza contro le donne. In questa ricorrenza abbiamo
deciso di dare la parola alle donne e per questo ospitiamo
una serie di articoli che ne esprimono il pensiero.
« Non è possibile che si debba parlare ancora
della violenza sulle donne. - scrive la Dr.ssa Mercedes
Caligiuri docente dell'Università Popolare Michele
Testa - Perché non è finita questa pesantissima
situazione e perché non si parla nemmeno di una vera
educazione alla protezione di sé e al rispetto di se
stessi che si accompagna ad essa?
Perché in un'epoca in cui la forza bruta non è
essenziale nemmeno nel lavoro, la donna non si difende con
le armi della legge e del diritto?
Perché in tanti paesi si pensa di poter tenere le donne
praticamente in schiavitù?
È certo facile parlare per chi come me proviene da
un paese e da un ceto sociale abbastanza emancipato, però
non posso non ritenere in parte le donne stesse responsabili
di un'accettazione del diritto dell'uomo alla prevaricazione
anche nelle piccole realtà quotidiane.
Ancora adesso i figli maschi sembrano essere preparati alla
regalità e si sente ancora chiedere alle figlie femmine
di servirli.
Perché ancora adesso si attribuisce più importanza
alla futura attività lavorativa dei figli maschi? Perché
ancora adesso noi donne non siamo veramente solidali le une
con le altre?
Proviamo a sentirci davvero sorelle, proviamo a rispettare
noi stesse prima di ogni altra rivendicazione, proviamo a
crescere nello stesso modo i figli maschi e le figlie femmine
e forse si potrà iniziare a tracciare un sentiero protetto.»
Oggi
ospitiamo tutti gli articoli scritte dalle donne su questo
argomento. Chiunque può inviare un suo pensiero a redazione@collianiene.org
.
Concludiamo
con un sonetto del nostro poeta Lancillotto:
FEMMINICIDIO
Nu’ c’è perdon’ar monno che perdona
chi se macchiò de ‘sto grave delitto
purtropp’er cielo a vorte ciàbbandona
e nu’ ricorda più quello c’ha scritto.
Perché sortanto llì ce sta la forza
pe’ controllà l’istinto dell’umano
a piacere Suo l’accenn’e smorza
e vede sempre chi s’arma la mano.
L’esser’umano po’ fa poch’e gnente
po’ solo piagne chi ce da la vita
e compatì chi ce studia la mente.
Invece pe’ ffa sì che nu’ se scòrda
e scongiurà quarche seconna mano
ce sta sol’er sapone co’ la corda.
Redazione
@Collianiene.org
www.collianiene.org
news@collianiene.org