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dicembre 2022 - I dati sulle vittime dell’attraversamento
stradale (sulle strisce) diventano sempre più preoccupanti,
tanto da far iniziare a pensare seriamente alcuni sindaci
di adottare nuove tecnologie in aiuto degli attraversamenti
pedonali. A riguardo il mondo scientifico sta studiando nuovi
dispositivi per la tutela delle persone. Nel frattempo, esistono
già alcune soluzioni che sono state ampiamente utilizzate
in altre città, del nord ed europee, con risultati
molto positivi. Per questo le associazioni territoriali Vivere
a Colli Aniene, Associazione teatrale I Scoordinati, Università
Popolare Michele Testa, l’Anfiteatro, Associazione Italiana
Casa – Ufficio soci, La Chiocciolina ODV, Piccoli Giganti
Onlus, I nostri figli al centro della sQuola, Il Foro, Coro
Le Fenici… (altre se ne aggiungeranno a momenti)
propongono una sperimentazione nel quartiere di Colli Aniene
in Roma (quartiere residenziale) che ha già pagato
un tributo alto al traffico veicolare. Il principio di base
che regola le strisce pedonali è il diritto alla precedenza
da parte delle persone che transitano sull’attraversamento.
Di conseguenza le auto devono fermarsi poco prima della zebratura
stradale per favorire il passaggio. Ma ottenere questo diritto
per il pedone è diventato un’utopia nella città
di Roma. I controlli per questo tipo di infrazione sono pressoché
inesistenti. Attraversare una strada è diventato nel
tempo un rischio veramente elevato.
Crediamo che il quartiere di Colli Aniene, pressochè
sconosciuto alla polizia locale di Roma Capitale, abbia già
pagato un prezzo troppo alto alla mobilità veicolare
nel quartiere. Ripetuti investimenti di pedoni e incidenti
stradali sono avvenuti in gran parte del quartiere soprattutto
lungo i grandi viali che lo attraversano. Nelle ore di punta
le strade si trasformano in circuiti stradali dove sfrecciano
veicoli ad alta velocità senza un controllo automatico
o in presenza della polizia locale. Alcune di queste strade
sono di competenza del Municipio (viale Bardanzellu, viale
Franceschini, viale Santi, viale Sacco e Vanzetti) e altre
del Comune (viale Togliatti).
L’ultimo
investimento sulle strisce pedonali di una ragazza è
avvenuto in data 28 novembre 2022 su viale Togliatti
all’altezza di via D’Onofrio. Proprio sullo stesso punto è
morta una ragazza nel 2018 ed io stesso sono stato testimone
dell’investimento di una signora circa un anno fa nello stesso
luogo.
Altri episodi ripresi dalla cronaca recente:
2018 – Anziana signora investita in via degli Alberini
2016 – Due bambini investi in viale Sacco e Vanzetti
Questi logicamente sono solo alcuni episodi, forse i più
gravi, avvenuti in questo quartiere. Ma tanti di noi possono
raccontare come hanno sfiorato l’investimento da parte dei
tanti veicoli che sfrecciano lungo le strade del quartiere.
Proprio
su queste esperienze possiamo indicare le criticità
che abbiamo riscontrato parlando con i residenti:
VIALE TOGLIATTI – Strisce pedonali all’altezza
di via D’Onofrio soprattutto lungo l’attraversamento della
corsia preferenziale destinata agli autobus e sul proseguimento
nella carreggiata opposta.
VIALE FRANCESCHINI – Strisce pedonali poste
vicino al Bar Centrale dove i veicoli arrivano ad alta velocità
uscendo da una curva che offre scarsa visibilità al
pedone. Altro attraversamento pericoloso per scarsa visibilità
dei veicoli in arrivo è posto a circa 150 metri dal
precedente dopo l’incrocio con via Sommovigo.
VIALE BARDANZELLU - Nei pressi dell’Istituto
Comprensivo Angelica Balabanoff su viale Bardanzellu i veicoli
sfrecciano ad alta velocità e spesso non si accorgono
dei pedoni che percorrono la strada. Un problema che si accentua
durante l’uscita scolastica dei ragazzi quando i veicoli fermi
in seconda fila rendono ancora più complicata la visibilità
totale della strada.
VIALE SANTI – Nei pressi degli attraversamenti
in prossimità della Scuola Tullio De Mauro.
VIALE SACCO E VANZETTI – Sugli attraversamenti
posti in prossimità del parco Tozzetti e del mercato
rionale.
VIA GROTTA DI GREGNA – Attraversamento pedonale
posto davanti alla Vigor Perconti
LA
PROPOSTA - Secondo noi basterebbe installare dei
dossi o delle telecamere nei punti di criticità indicati,
che oltretutto non sono neppure tanti. Una eventuale “zona
30” per tutto il quartiere sarebbe auspicabile.
LE ZONE 30 - Si tratta di strade urbane con
particolari limiti di velocità che migliorano la qualità
della vita. Sono a misura d’uomo e non di automobile. I benefici
derivanti da questa novità sono tantissimi eppure,
soprattutto a Roma, c’è bisogno di un cambiamento culturale.
In molte città del nord Italia, comprese metropoli
come Milano, sono state già adottate. Dove la “zona
30” è una realtà da tempo, in effetti, le statistiche
rivelano una diminuzione degli incidenti mortali e delle lesioni
più gravi sulla strada. Ma non solo: è anche
una questione di migliorare la qualità della vita.
Limitare la velocità aiuta a ridurre l’inquinamento
e il rumore. Insomma, i vantaggi delle “zone 30” sono numerosi.
Ma accettare un cambiamento del genere è difficile,
serve una vera rivoluzione culturale. Del resto basterebbe
valutare che la velocità media nelle città è
tra i 18 e i 20 km/h. Si corre soprattutto tra un semaforo
e l’altro, e poi si torna in fila.
DISPOSITIVI
NECESSARI - Per ridurre la velocità dei veicoli
si possono usare rallentatori ottici e/o acustici, dossi,
rialzi agli incroci, cuscini berlinesi, rotatorie e isole
spartitraffico, senza creare ostacoli ai mezzi di soccorso.
Il costo di un dosso stradale in gomma di circa 6 metri si
aggira intorno ai 300 €. Calcolando che ne occorrono almeno
20 unità possiamo ipotizzare una spesa di circa 6.000
€ più la cartellonistica stradale. Nel caso di istallazione
di telecamere di controllo la spesa dovrebbe essere un po’
più alta ma non si discosterebbe molto dai 10.000 €.
LA
NORMATIVA - I dossi artificiali sono vietati sulle
strade con limite di velocità superiore a 50 km/h,
su tutte le altre strade non comprese nella definizione “strade
residenziali, parchi pubblici e privati, residence e altri
luoghi simili”, e anche sulle strade che costituiscono itinerari
preferenziali dei veicoli normalmente impiegati per servizi
di soccorso o di pronto intervento. Escluse quindi le grandi
arterie di scorrimento e i viali principali delle città,
dove in caso d’emergenza devono poter sfrecciare i mezzi di
soccorso. Quindi questo tipo di dispositivo può essere
installato sui grandi viali di Colli Aniene, trasformandolo
in zona 30, ma non può essere adottato su viale Togliatti
(via di scorrimento principale) dove può essere utilizzato
un altro tipo di dissuasore di velocità (telecamere
o rilevatore di velocità).
CONCLUSIONI
– Delle zone 30 a Colli Aniene si era già parlato ai
tempi della presidenza Sciascia. Un progetto che probabilmente
ha trovato resistenza soprattutto da parte delle aziende municipalizzate
e per questo è stato affossato. È ora di riesumarlo
e, se non bastano le richieste delle associazioni territoriali,
avvieremo una petizione da parte dei cittadini.
Leggi
la proposta completa.
La
proposta è stata inviata in data odierna al Presidente
del IV Municipio Massimiliano Umberti e agli assessorati ai
Lavori Pubblici e alla Mobilità di Roma Capitale.
Antonio Barcella
www.collianiene.org
news@collianiene.org