19
maggio 2023 - Ci sono malattie che colpiscono all’improvviso
con tutta la loro carica dirompente cambiando in un attimo
la vita dei pazienti. Una di queste è la leucemia,
un tumore del sangue causato dalla proliferazione incontrollata
di cellule staminali ematopoietiche, cioè cellule immature
che sviluppandosi daranno poi vita a globuli bianchi, globuli
rossi e piastrine. Le cellule staminali del sangue si trovano
nel midollo osseo, presente negli adulti soprattutto nelle
ossa piatte (come bacino, sterno, cranio, coste, vertebre,
scapole). Le cellule staminali possono seguire due linee di
sviluppo: mieloide o linfoide. In uno stato normale, le cellule
della linea mieloide daranno origine a gran parte dei globuli
bianchi (in particolare il tipo detto “neutrofili” e il tipo
detto “monociti”), ai precursori di piastrine e globuli rossi,
mentre le cellule della linea linfoide diventeranno un tipo
di globuli bianchi detti “linfociti”. In seguito a mutazioni
genetiche e meccanismi complessi non sempre ancor oggi del
tutto chiariti, le cellule staminali possono interrompere
precocemente il processo di maturazione, non riuscendo a portare
alla formazione di cellule del sangue normali. Inoltre, la
cellula immatura può acquisire la capacità di
replicarsi senza limite e diventare resistente ai meccanismi
di morte cellulare programmata. Se tutto ciò avviene,
i “cloni” – copie identiche della cellula originale – potranno
invadere il midollo e il sangue, e talvolta anche linfonodi,
milza e fegato. Così ha origine una leucemia.
AIL
(Associazione Italiana contro leucemie, linfomi e mieloma)
promuove e sostiene la ricerca scientifica per la cura delle
leucemie, dei linfomi e del mieloma; assiste i pazienti e
le famiglie accompagnandoli in tutte le fasi del percorso
attraverso la malattia con servizi adeguati alle loro esigenze;
si propone di migliorare la qualità di vita dei malati
e di sensibilizzare l’opinione pubblica alla lotta contro
le malattie del sangue.
Non
lasciare che un linfoma spezzi il sogno di tanti pazienti
affetti da questa malattia: Dona il tuo 5x1000 ad
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A
seguire riportiamo l’esperienza di una persona affetta da
questa malattia:
«
IL MALE CHE TI DIVORA LA VITA
Nella
mia meravigliosa esistenza, tutto potevo pensare, meno che
all’improvviso il male del secolo penetrasse nel mio sangue
e mi rendesse un invalido. Chiamiamolo per nome: è
il Cancro. Un male che, bene che ti va, ti stravolge la vita
e ti cambia il carattere. Cominci a vedere tutto scuro e tra
sofferenza, angoscia e dolore capisci che la tua vita non
ha più un futuro. Ti assale un pessimismo che, con
il tempo, diventa un vero tormento e ti fa soffrire al punto
che non capisci più se le cure mediche a cui sei sottoposto
ti stanno salvando o ti stanno uccidendo. Passi molto del
tuo tempo in ospedale ad osservare la goccia della flebo che
lentamente scende nelle tue vene attraverso i tubicini e speri
che quell’agonia passi presto per tornare a casa. Poi ti rendi
conto che quel veleno, oltre ad uccidere le cellule cattive,
devasta il tuo corpo e ti lascia debole e indifeso al punto
che temi di accostare qualsiasi persona che potrebbe infettarti
con un virus. Senti aleggiare la morte vicino a te senza riuscire
ad allontanare i cattivi pensieri. Tutto questo rende la malattia
ancora più infida e nemica del tuo corpo. A volte combatti
con tutte le tue forze per rimanere aggrappato alla vita,
altre volte avresti la voglia di mollare tutto e lasciarti
andare per non avvertire più gli inevitabili effetti
collaterali della chemio. C’è poi quel malessere che
arriva all’improvviso a distanza di un paio di giorni dalla
terapia e ti lascia senza forze. Il tuo corpo sembra diventato
un puntaspilli: aghi per i prelievi del sangue, aghi per la
terapia, le vene che non si trovano o sono troppo piccole
per ricevere il “veleno”. Ti sembra di essere a disposizione
di chiunque abbia voglia di torturarti. Non sai cosa pensare
e in questa situazione è difficile vedere uno squarcio
di luce. I sentimenti e le emozioni si scontrano tra loro
in una perenne lotta tra la vita e la morte, tra la speranza
e il tormento, tra la fiducia e lo sconforto. Solo il sostegno
della tua famiglia riesce a darti la forza per intravedere
la fine del tunnel ma quella luce appare fioca e lontana.
Non è la morte a farmi paura, è un passaggio
obbligato dell’esistenza e prima o poi la vita ti chiede il
conto. È l’attesa passiva senza poter fare nulla a
condizionare le mie sensazioni tra speranza e negatività.
Cerco di farmi coraggio attraverso il sostegno di mia moglie,
dei miei figli, dei miei nipoti ma non sempre riesco a celare
le mie apprensioni e i miei turbamenti. Loro sono un grande
aiuto ma questa lotta per la sopravvivenza è solo mia!
La terapia è un percorso difficile e duro ma sei disposto
ad accettarlo per avere un lumicino di speranza. Poi, però,
ti crolla il mondo addosso quando capisci che non stai reagendo
alle cure e la dottoressa che ti ha in cura ti riferisce che
dobbiamo provare con un nuovo farmaco di chemio diverso da
quello precedente che non ha sortito effetto. “Tutto quello
che hai fatto finora è stato vano, dobbiamo tentare
un percorso diverso.” Che equivale a dire che dobbiamo pensare
anche che questa cura non esiste e guardare alla possibilità
che il destino ti sta preparando una brutta sorpresa. Così
vengono meno anche le forze per lottare e, nei momenti in
cui la depressione fa capolino nella tua testa, ti viene quella
malaugurata idea di aspettare la morte senza fare nulla. Poi
guardi gli occhi preoccupati dei tuoi nipoti, la forza nello
sguardo delle tue figlie, l’amore e i sacrifici di tua moglie…
e allora allontani i foschi pensieri respingendo “temporaneamente”
la morte lontano da te e ricominci a lottare per la vita.»