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Ambiente: “Cono d’Ombra” di Alberto Tittozzi

25 maggio 2023 - Tutti noi stiamo assistendo e subendo gli effetti del progressivo “Riscaldamento globale”, il continuo susseguirsi di disastri ambientali non lascia ombra di dubbio circa la necessità di aumentare ed accelerare gli interventi per il contenimento del processo in corso. Ne consegue che la grande attenzione, giustamente data alle emissioni di CO2, stia monopolizzando il processo di comunicazione mediatica, tanto da creare un enorme “Cono d’Ombra” sull’altro tema, altrettanto importante, del contenimento del “Inquinamento ambientale”.

Lo scorso anno sono state immesse nell’atmosfera oltre 32.500 milioni di tonnellate di CO2, una quantità talmente elevata da essere difficile da immaginare.

Sempre lo scorso anno sono state disperse nell’ambiente (terra, aria e acqua) oltre 11,0 Milioni di tonnellate di “Sostanze Tossiche”, nel 2021 è stato stimato che sulla superficie dei mari galleggiano oltre 150 milioni di tonnellate di Plastica; in merito alla plastica nei mari, l’aspetto più sconcertante è che nessuno sa quanti milioni di tonnellate di Plastica degradata sia sotto la superficie. Le stime variano da 8 milioni a 50 milioni di tonnellate. La plastica sommersa, frantumata in micro-particelle, è la più pericolosa per la salute, poiché viene confusa con il Placton marino e regolarmente mangiata dai pesci, entrando di fatto nella catena alimentare umana. Una recente pubblicazione ha stimato che oltre l’85% degli organismi marini sono oggi contaminati da micro-plastiche (ma di questo ne parliamo un’altra volta).

Nel 2022 nel mondo sono stati utilizzati oltre 4,2 milioni di tonnellate di Pesticidi e Antiparassitari dall’agricoltura intensiva, con conseguente avvelenamento delle rispettive falde acquifere.

La qualità dell’aria è in costante peggioramento, oltre che per le sostanze tossiche, anche per la presenza diffusa del “Particolato” (particelle solide di micro dimensioni dai 2 ai 10 micron) che rimane sospeso in aria e facilmente respirabile, con gravi danni alla salute.

I numeri indicati purtroppo sono espressi per difetto, anche molto significativo, perché nessuno può stimare le enormi quantità di CO2 e di sostanze Tossiche liberate dalle esplosioni e dai bombardamenti nelle numerose guerre in corso, non solo Ucraina, ma anche Yemen, Sudan, Mianmar, Pakistan, Afganistan, Azerbaigian, Siria, Libia, Somalia, Sahel, Congo, Mali, Gaza/Israele, e molte altre per un totale di 39 località nel mondo, ove nel 2023 lo stato di guerra esiste anche se, in molti casi, non espressamente dichiarato.
Il problema rilevante è che oggi c’è un eccessivo squilibrio di attenzione/ comunicazione, fra il Riscaldamento ambientale e l’Inquinamento ambientale e le conseguenti azioni da intraprendere per il rispettivo contenimento.

Spesso in televisione sento chiedere, in merito al riscaldamento globale, se il punto di “non ritorno” è prossimo o meno, ma non sento mai nessuno chiedere la stessa domanda circa lo stato di salute del mondo.

Non c’è un solo angolo del pianeta che non sia stato raggiunto da significativi livelli di inquinamento (dalla fossa delle Marianne ai ghiacci del Polo Sud), ma per l’opinione pubblica e i media in genere sembra che la cosa ci riguardi solo marginalmente…
L’uomo sta inesorabilmente e irreversibilmente avvelenando il pianeta Terra, in primis la filiera alimentare sembra oggi più fragile che mai, con gravissime conseguenze sulla salute umana. Nel solo anno 2020 nel mondo, ci sono stati oltre 20 milioni di nuovi casi di tumore, si stima che nel 2030 i nuovi casi per anno saranno circa 26 milioni.

Il continuo espandersi dei casi di allergie e intolleranze alimentari oltre a numerose malattie, è strettamente correlato al progressivo avvelenamento della filiera alimentare e inquinamento ambientale.

Nonostante tutto ciò, nella classe politica e nell’opinione pubblica, sembra non essere ancora maturata la consapevolezza che siamo prossimi a una catastrofe umanitaria di enormi proporzioni e che, il nostro attuale stile di vita sta portando il pianeta verso tempi molto difficili. L’enorme resistenza al cambiamento, costituisce il primo e vero ostacolo a qualsiasi politica di interventi virtuosi in tema ambientale.

Sembra assistere al triste epilogo della sala di prima classe del Titanic, dove si continuava a ballare mentre la nave stava già affondando.

 

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