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settembre 2023 - Dopo ben 18 lunghi anni di traffico,
cantieri interminabili che non si sbloccavano, code chilometriche
di traffico lungo il percorso, ritrovamenti archeologici,
sono finalmente terminati i lavori di allargamento di sette
chilometri di via Tiburtina. Forse, dobbiamo ringraziare la
Ryder Cup o forse no, ma non ci sentiamo di esultare per un
progetto che doveva essere concluso con un tempo molto inferiore
e soprattutto con meno disagi nei confronti di chi abita lungo
la tiburtina e per molto tempo ha dovuto affrontare un calvario
giornaliero. Oggi la politica ci racconta che ha cambiato
in meglio la vita delle persone… noi che viviamo in questa
zona di Roma abbiamo una visione alquanto diversa. Per un
vero “cambio di passo” c’è bisogno del rispetto dei
tempi dei progetti e una “vera” tutela dei cittadini che vivono
in questo territorio. Abbiamo bisogno di soluzioni concrete
sui roghi tossici, sugli olezzi provenienti dal Depuratore
Roma Est, sulla sicurezza stradale, sulla tutela dei monumenti
e sulla creazione di spazi culturali e ricreativi per i giovani.
Ci prendiamo questo risultato sull’allargamento della via
Tiburtina ma non chiedeteci di entusiasmarci per un
progetto durato quasi vent’anni.
Vi
ricordiamo che i lavori hanno riguardato l’allargamento della
consolare romana da una a tre corsie per senso di marcia (di
cui una riservata al trasporto pubblico) fino al GRA, e l’allargamento
a due corsie nell’ultima tratta, inferiore a due chilometri,
fino all’incrocio con via Marco Simone. Il costo complessivo
è stato di 84 milioni di euro.
Fin dalla fase di aggiudicazione l’intervento ha subito forti
rallentamenti. Viene, infatti, approvato nel 2004 (Giunta
Veltroni), per poi essere appaltato nel 2009 (Giunta Alemanno)
con sostanziali modifiche che hanno ritardato l’avvio dei
lavori.
I
ritrovamenti archeologici
Lungo il tracciato della Tiburtina sono state rinvenute importanti
evidenze archeologiche relative al percorso dell’antica via
consolare tra il V e il IX miglio. Gli scavi, con la direzione
scientifica della Soprintendenza Speciale di Roma, hanno portato
alla luce molti rinvenimenti: i più significativi sono
quelli in corrispondenza del fosso di Pratolungo, dove sono
stati trovati i resti di due ponti che dall’epoca romana ebbero
una continuità fino all’età moderna. I due ponti
– uno di età imperiale di cui rimangono i grossi conci
di travertino di una delle arcate sul lato occidentale del
Fosso, lato Roma, e l’altro di età repubblicana (fine
III-II sec. a.C.), lato Guidonia – hanno restituito anche
la posizione del tracciato dell’asse viario antico che corrispondeva
solo in pochi punti a quello moderno. Gli scavi hanno portato
al rinvenimento anche di reperti a carattere funerario, come
tombe e resti spoliati di monumenti funerari, tracce dell’antico
basolato che verranno ricollocate in corrispondenza del tracciato
e un cippo miliario già oggetto di delocalizzazione
e riallocazione. È prevista la pubblicazione delle
principali scoperte da parte della Soprintendenza Speciale
di Roma Archeologia Belle Arti e Paesaggio.