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Alessandro Perrella presenta il documentario “Piero della Francesca - La Madonna del parto”

11 dicembre 2023 - Finalmente un lavoro del grande maestro di Sansepolcro, Piero della Francesca, al centro di una produzione cinematografica e inserito nella realtà ambientale di Monterchi, porta privilegiata della Valtiberina Toscana. Un contributo significativo alla conoscenza non solo delle straordinarie vicende occorse a questo affresco, ma anche la proposta di entrare nel complesso pensiero teologico, filosofico, scientifico e matematico del sommo artista che ci stupisce ancora per ricchezza di contenuti e perfezione assoluta della forma. Il documentario fu proiettato in parlamento, e chi volesse rivederlo è disponibile su Amazon Prime . Un viaggio entusiasmante all’interno di un`opera del maestro di Sansepolcro.

La proiezione del filmato artistico del regista e produttore Alessandro Perrella è prevista per il giorno 19 dicembre alle 17,00 presso il Teatro della parrocchia Santa Bernadette Soubirous in viale Franceschini a Colli Aniene. Un grande evento da non perdere su iniziativa delle associazioni Italiana Casa Ufficio Soci e dell'Università Popolare Michele Testa con il sostegno dell'associazione Vivere a Colli Aniene.

La Madonna del Parto è una delle espressioni più alte del Rinascimento. La Madonna è incinta e, in piedi al centro di un baldacchino di prezioso broccato, si mostra a chi la guarda. È disposta di tre quarti, perché risulti ancora più evidente la sua gravidanza ormai avanzata e con la mano destra si accarezza il ventre, con un gesto di pudore e protezione ma anche di consapevole fierezza. Gli occhi sono abbassati sul ventre ma la sua espressione sembra quasi presagire il destino del figlio che porta in grembo. Due angeli, simmetrici e speculari nei colori e nel disegno, con un gesto deciso e rapido aprono la tenda del baldacchino affinché i fedeli possano contemplare la Vergine, maestosa, solenne e allo stesso tempo umile, con la mano sinistra poggiata sul fianco e la veste leggermente scostata.

La datazione esatta dell'opera è incerta e oscilla in genere tra il 1455 e il 1465, in contemporanea comunque con gli affreschi delle Storie della Vera Croce di Arezzo. Le teorie più accreditate vanno dall'ipotesi del 1450-1455 di Roberto Longhi, al 1460 proposta da Clark e De Vecchi, all'ipotesi tarda (dopo il 1475) di Battisti.

L'affresco rimase negletto fino alla riscoperta che ne fece l'erudito Vincenzo Funghini, quando, l'8 gennaio 1889, durante una visita al luogo, la riconobbe come opera di Piero della Francesca, ridestando così l'interesse degli studiosi. Nel 1911 la Regia Soprintendenza ai Monumenti decise, per ragioni di tutela e conservazione, lo stacco dell'affresco dalla parete, che venne effettuato dal restauratore Domenico Fiscali, che ricollocò l'opera su un supporto di gesso e rete metallica. In quell'occasione venne anche scoperto sotto la Madonna un'altra frammentaria Madonna col Bambino della prima metà del Trecento (oggi nella chiesa di San Simeone di Monterchi).
Il violento terremoto del 26 aprile 1917 costrinse le autorità a mettere l'opera al riparo: prima in un deposito in località Le Ville, dove rimase fino al 12 giugno 1919, poi nel Museo Civico di Sansepolcro, dove fu esposta fino al 13 settembre 1922. In quella data l'opera di Piero tornò nella Cappella di Momentana.
Passata la seconda guerra mondiale, che lasciò la cappella indenne, tra il 1952 e il 1953 la Madonna del parto subì un restauro curato da Dino Dini. La chiesetta venne interessata da pesanti lavori di ristrutturazione nel 1956, che mutarono l'orientamento originario est-ovest in favore di un nuovo asse nord-sud, con la chiusura del vecchio ingresso settecentesco e l'apertura di uno nuovo sul lato meridionale. Qui l'affresco venne esposto sulla parete nord, in quello che era diventato l'altare maggiore. Dal 16 marzo 1992 l'affresco, dopo il restauro effettuato in occasione del quinto centenario della morte di Piero della Francesca, venne ricollocato in una teca climatizzata visibile all'interno di un'esibizione speciale che ebbe sede, per tutto il 1993, nella ex-scuola media di Via Reglia, un edificio di epoca fascista alle porte del borgo antico, che venne attrezzato come museo per una sola opera.

Benché la sistemazione nell'ex-scuola fosse stata pensata solo come un evento temporanea, al termine della mostra si aprì un contenzioso, tuttora in corso, fra il Comune di Monterchi, la Soprintendenza e la Diocesi per il possesso dell'opera e la scelta della sua sede definitiva. Nel 1995 il Comune rivendicò la proprietà dell'affresco rifiutandosi di farlo ricollocare a Momentana, nonostante le minacce legali, sia del Ministero per i beni e le attività culturali, sia del Vescovo di Arezzo-Cortona-Sansepolcro. Quest'ultimo indisse una causa nel 2002 per ottenere la restituzione dell'immagine, ma l'azione legale non ha avuto seguito, nonostante il ritrovamento di documenti che proverebbero la proprietà dell'affresco alla diocesi, anche per l'opposizione dei cittadini di Monterchi riuniti nel comitato "La Madonna dei monterchiesi".

La cappella di Momentana, di fatto, dal 1996 è stata cinta da un nuovo blocco di loculi cimiteriali, che ne rendono estremamente improbabile l'uso culturale e turistico, anche per le precarie condizioni di conservazione della cappella. Tra le ipotesi di ricollocazione si è fatta avanti negli ultimi anni quella della chiesa di San Benedetto, posta di fronte alla scuola di Via Reglia, che, pur essendo un luogo consacrato che restituirebbe l'immagine a una dimensione anche religiosa, ha ottenuto un parere negativo nel 1999 dalla Soprintendenza, per le eccessive dimensioni architettoniche, non coerenti con l'affresco, e lo stato di conservazione precario dell'edificio. L'ipotesi della costruzione di un nuovo edificio, dove ospitare la Madonna, nei pressi del cimitero di Momentana (2005) ha pure incontrato l'opposizione dei cittadini del borgo, la cui economia è ormai fortemente legata al flusso di visitatori che si recano in paese per ammirare l'opera pierfrancescana. Nell'aprile del 2009 la soluzione della chiesa di San Benedetto, con il recupero anche degli ambienti dell'attiguo ex-monastero di benedettine, si è riaffacciata, grazie anche ad un accordo con la Diocesi, ma è attualmente in attesa dell'autorizzazione ministeriale. (fonte wikipedia)

 

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