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gennaio 2024 - Tanti progetti, tanti incontri, tante
speranze ma poi esce fuori la verità: le zone 30 sono
indigeste all’amministrazione pubblica. I motivi sono tanti
ma quello che prevale è che l’economia viene prima
del salvataggio di una vita. Lo vediamo tutti i giorni sulle
strade come lo rileviamo per i morti sui luoghi di lavoro:
prima il denaro e poi i diritti delle persone. Un interrogativo
che mi assale da tempo è conoscere quante multe hanno
fatto i vigili romani per gli automobilisti che non si fermano
sulle strisce. Roma è forse l’unica città in
cui non c’è nessuna tutela per chi deve attraversare
le strade nei luoghi consentiti.
Il provvedimento in arrivo dal ministero Infrastrutture, e
subito esaltato da tanti amministratori locali, imporrà
limiti sotto i 50 km/h solo in zone sensibili a rischio incidenti,
come strade scolastiche e intersezioni con piste ciclabili.
Il ministro Salvini ha dichiarato: “Costringere tutti
a stare in coda non significa difendere l’ambiente, è
una scelta ideologica. Meno morti sulle strade è una
mia missione, ma danneggiare la gente è demenziale.”
Frasi che potrebbero anche essere condivisibili se il ministro
ci spiegasse quali sono i suoi progetti per limitare i morti,
i feriti, gli invalidi sulle strade cittadine.
Ora
cosa resterà del progetto sulla Sicurezza Stradale
di Colli Aniene. Ben poco. Probabilmente resterà quel
programma di restrizione delle carreggiate per realizzare
una pista ciclabile sui quattro viali principali che toglierà
inevitabilmente tanti posti auto soprattutto su viale Bardanzellu.
Forse verrà creato il cuscino rialzato sulle strisce
pedonali davanti alla scuola Balabanoff su via Bardanzellu
(progetto che dovrebbe partire nei primi mesi di quest’anno)
e l’approntamento di tre attraversamenti pedonali luminosi.
Quasi certamente verrà depennato il progetto di ISOLA
AMBIENTALE per Colli Aniene che era previsto nel Piano Urbano
della Mobilità Sostenibile (PUMS). Le isole ambientali
sono zone non attraversate dal grande traffico di scorrimento,
limiti di velocità a 30 km/h, con marciapiedi più
larghi, spazi pedonali e tanti locali.
Però
il cartello dei 30 km/h continuerà ad essere usato
dall'amministrazione locale per le buche che tardano ad essere
riparate, per il manto stradale dissestato da radici affioranti
e ovunque ci sia un problema che gli "efficientissimi"
uffici tecnici della Capitale non riescono a risolvere per
mancanza di fondi o di progettisti. Sono le contraddizioni
di chi governa lo stato, le regioni, le città.
Come al solito la montagna partorirà il solito topolino
e il rischio per le persone sarà sempre quello.