22
marzo 2024 - Tutte le opinioni possono essere valide
ed hanno una loro ragione purché siano espresse in
maniera civile evitando eccessi. Poi saranno i lettori a stabilire
che cosa è meglio per il nostro territorio. Se ieri
abbiamo pubblicato un articolo di un lettore in cui si esaltava
la socialità e il volontariato, oggi ne pubblichiamo
uno di un’altra persona che reputa che un parco naturale debba
essere lasciato alla crescita naturale della vegetazione.
Noi crediamo che la posizione migliore sia la via di mezzo,
ossia lasciare che sia RomaNatura con i suoi esperti botanici
ad occuparsi del parco tutelando la flora presente ma evitando
che diventi una jungla impercorribile. Non dimentichiamo che
proprio la vegetazione incontrollata, che attecchisce sul
tufo della struttura, ha già portato danni alla torre
medievale e sta ora attaccando le mura del casale.
Ecco il
testo del messaggio ricevuto dal lettore: «Trascrivo
parte di un articolo apparso su "Collianiene.org"
del 21 marzo, dal titolo: "Parco naturale della Cervelletta.
Ivan e Bianca, volontari sensibili e disponibili".
"Ormai
all’interno del parco veniamo attratti da una coppia intenta
a fare grandi pulizie, che avevamo salutato e conosciuto qualche
mese prima. Erano Ivan e Bianca. Ci avviciniamo e notiamo
che dalla scorsa volta avevano pulito gli argini del ruscello
in un buon tratto.
Ci siamo congratulati con loro per la costanza dell’iniziativa.
Con la loro laboriosa opera avevano già liberato molti
alberi dall’edera che si ramifica intorno agli alberi e li
soffoca e pulito un buon tratto degli argini del ruscello
dalla vegetazione selvaggia che li copriva.
I Sig.ri Ivan e Bianca sono marito e moglie, amanti della
natura. Di fronte alle nostre curiosità ci hanno confidato
che ogni mattina arrivano presto al parco, con un carrellino,
armati di attrezzi per disboscare, comprati da loro, si mettono
con santa pazienza a tagliuzzare i rovi e verso le undici
ritornano a casa contenti di aver fatto qualcosa per il sociale.
Bisogna ammettere che nella parte liberata si riesce ad intravedere
il corso dell’acqua pulita nel ruscello e addirittura la veduta
si allarga sui prati circostanti".
E
riporto il giusto commento di un lettore: "Credono di
far bene, ma sciupano ciò che è naturale. Una
riserva naturale deve essere naturale, la mano dell'uomo si
deve vedere il meno possibile. Un corso d'acqua nascosto deve
restare nascosto. La bellezza, l'emozione, sono nello scoprirlo.
E non è vero che l'edera soffoca le piante. Bianca
e Ivan, nonché l'autore dell'articolo non sono ben
informati".
Il
lettore ha perfettamente ragione. Io ai "volontari sensibili
e disponibili", desiderosi di "tagliare e disboscare",
vorrei dare un consiglio spassionato: lasciate in pace il
parco naturale della Cervelletta che, vi assicuro, non ama
l'antropizzazione, e se volete fare qualcosa di "utile
per il sociale", fatevi un giro per le strade di Colli
Aniene e liberate i marciapiedi dalle erbe spontanee, spesso
bellissime a vedersi, ma che alle volte costringono le persone
a camminare nella strada, col rischio d'essere investite dalle
macchine, e spesso precludono la visibilità agli automobilisti.
Potreste cominciare da Via Urbano Ciocchetti, dove un gigantesco
rovo occupa tutto il marciapiede arrivando a adagiarsi sulla
strada. Ma di lavoro da fare ce n'è veramente tanto.
Ve ne saranno grati gli abitanti del quartiere.
by Renato Pierri»