9
aprile 2024 - Proseguiamo nella pubblicazione delle
opere che vogliono rendere omaggio a Caterina Martinelli,
eroina di questo territorio. In questo articolo diamo spazio
allo scrittore e poeta Mauro Montacchiesi che ha scritto il
libro “Omaggio
a Caterina Martinelli”, per non dimenticare. Il poeta
romano, saggista, scrittore, accademico e recensionista, ha
un curriculum di successi letterari talmente lungo che occorrerebbe
uno spazio molto più ampio di quello che può
mettere a disposizione un semplice articolo. Ci limiteremo
a riportare alcuni elementi importanti che lo riguardano e
ci soffermeremo sui tanti premi che l’autore ha conseguito
nel Concorso Letterario promosso dall’Associazione Culturale
Vivere a Colli Aniene e dedicato a Caterina Martinelli.
Mauro Montacchiesi è nato a Roma il 28 giugno 1956.
Professione: bancario. Di formazione cattolica. Incarico Onorifico
di Messaggero F.I.A.B.A. (Fondo Italiano Abbattimento Barriere
Architettoniche) del Dott. Comm. Giuseppe Trieste. Socio A.N.T.H.A.I.
(Associazione Nazionale per la Tutela degli Handicappati ed
Invalidi) del Dott. Comm. Giuseppe Trieste. Socio Agape O.N.L.U.S.
- Campalto - Mestre.
Socio Assocarabinieri - Roma. Socio A.L.I. Penna d'Autore.
Socio Benemerito Carta e Penna - Il Salotto degli Autori.
Socio Onorario Associazione Culturale Ante Rem. Referente
per Roma ed il Lazio della O.N.L.U.S. Mecenate Arezzo - Prof.
Max Badiali. Co - fondatore, poeta e saggista critico del
Labirintismo. È presente in: Artisti nel labirinto.
Premio letterario Caterina Martinelli - Nel 2012 ha conseguito
il Premio Speciale saggistica con l’opera “Opus de Hominibus”.
Nel 2013, nella seconda edizione del premio letterario, si
è aggiudicato il Premio speciale Silloge poetica con
il libro “Làbrys-Opus Hybridum de Labyrinthismo”. Nel
2015 riceve il secondo premio della sezione Libri – Raccolta
poesie con il testo “Christo Lyricum Carmen”. Nel 2017 si
aggiudica per la seconda volta il Premio speciale Silloge
poetica con l’opera “La vita è stupenda”. Nel 2020
si aggiudica il primo posto con la silloge poetica “Nell'essenza
del nulla” e anche nel 2021 consegue lo stesso risultato con
il libro “Caput Mundi/Còre de Roma”. Infine, nel 2023
riceve il Premio Speciale Silloge Poetica con il libro “The
star”.
A
seguire, vi riportiamo alcuni brani del suo libro “Omaggio
a Caterina Martinelli”, per non dimenticare.
Noi
volemo altro che guglie e fontane
pane volemo, pane, pane, pane!
Così,
nel ‘600, recitava Pasquino, la statua parlante del Rione
Parione, vicino Piazza Navona, in Roma.
Pasquino inveiva contro i lussi e gli sprechi di Papa Innocenzo
X
Pamphilj e della sua presunta amante, Donna Olimpia Maidalchini.
Era il popolo romano che, tramite Pasquino, reclamava solo
un po’ di pane, elemento essenziale, basilare per nutrirsi.
Di fatto, la medesima cosa che chiedevano Caterina Martinelli
e le altre madri di famiglia.
Non chiedevano oro o altra ricchezza.
Non chiedevano caviale e champagne, ma soltanto un minimo
di pane per sfamare i figli.
Nulla di più.
Io
non volevo che un po' di pane
La
lapide di via del Badile, angolo via dell’Erpice, menziona
la frase: "Io non volevo che un po' di pane per i miei
bambini, non potevo sentirli piangere tutti e sei insieme".
I fascisti hanno assassinato Caterina Martinelli; una madre
che non poteva tollerare di udire i suoi sei figli lamentarsi
per la fame.
La morte di Caterina Martinelli, e di altre donne, fomenta
ulteriormente la rabbia e la decisione della popolazione romana.
Le proteste si rinvigoriscono e migliaia di persone scendono
in strada per protestare contro il regime fascista e la sua
politica economica dittatoriale.
La sedizione si propaga velocemente in tutta la città,
coinvolgendo sia le borgate popolari sia i quartieri borghesi.
Gli scontri tra i manifestanti e le forze di polizia fasciste
sono cruenti e violentissimi.
Molte persone vengono arrestate, percosse e brutalizzate.
Malgrado la repressione disumana, la popolazione prosegue
nella battaglia per i propri diritti e nel denunciare le prepotenze
del regime.
La morte di Caterina Martinelli diviene un’icona della battaglia
contro la fame e la povertà generate dalla politica
economica del regime fascista.
La sua storia viene riportata e divulgata in tutta Italia,
alimentando la resistenza e l'opposizione al fascismo.
La ribellione di Roma raffigura un momento importante nella
storia della campagna antifascista in Italia.
Malgrado la disumanità del regime, la popolazione continua
a impegnarsi per la propria rispettabilità e per un
futuro migliore.
Il ricordo di Caterina Martinelli e delle altre vittime della
repressione fascista resta vivo, come un’esortazione contro
l'ingiustizia e la brutalità.
L’olocausto personale di Caterina Martinelli, modello di valore
e determinazione, non passa inavvertito.
Nel mese di maggio, le autorità nazifasciste, verosimilmente
consce della temperie di avversione che si è prodotta
a seguito dei limitativi provvedimenti alimentari, stabiliscono
di effettuare delle distribuzioni inconsuete di generi alimentari
di prima esigenza.
Questo atto è presumibilmente un espediente per calmare
le proteste delle donne romane che contestano davanti ai forni.
Radio Londra, in un comunicato, esalta l'operato delle donne
capitoline, distinguendo il loro impegno e la loro abnegazione
nell’assicurare il mantenimento delle loro famiglie, malgrado
le problematicità.
Tale apprezzamento, ancorché originato da una sorgente
esterna, evidenzia l'importanza e l'efficacia delle ribellioni
delle donne romane nel far sentire la loro voce e conseguire
dei risultati.
L’immolazione di Caterina Martinelli, e delle altre donne
quiriti, non è inutile, dal momento che le ripartizioni
straordinarie di generi alimentari attestano che le loro disapprovazioni
sono state ascoltate e hanno condotto a dei mutamenti effettivi.
Siffatta vicenda comprova l’energia delle donne e la loro
capacità di condizionare la società pure in
ere di grande difficoltà, come nel corso della fase
nazifascista.
Sono le donne che si predispongono per attaccare i forni ove
viene panificato il pane bianco per fascisti e nazisti.
Gli assalti hanno luogo per opporsi alla cessazione della
ripartizione di patate e farina di latte, in tanti quartieri
di Roma.
L’assalto al forno, al Tiburtino, non è esclusivamente
un atto disperato, bensì un gesto di opposizione civile,
programmato.
Molte le donne che volontariamente accolgono, nella clandestinità,
soldati in fuga, partigiani o vessati politici; donne che,
nel blitz nazista nel ghetto di Roma, mettono in salvo bambini
ebrei, affermando che sono figli loro.
Andando più in là della resistenza armata dei
GAP, è a tale Resistenza, umana e profonda, che è
d’obbligo rendere onore.
Aprile
di
Anna Frank (Segue commento)
Prova
anche tu,
una volta che ti senti solo
o infelice o triste,
a guardare fuori dalla soffitta
quando il tempo è così bello.
Non le case o i tetti, ma il cielo.
Finché potrai guardare
il cielo senza timori,
sarai sicuro
di essere puro dentro
e tornerai
ad essere felice.
Tali
versi di Anna Frank nel suo diario riferiscono l'importanza
di scoprire la felicità e l’autenticità intima
pure nelle situazioni più ardue.
Malgrado la sua segregazione nella soffitta durante la Seconda
Guerra Mondiale, Anna trova un viatico nella mera osservazione
del cielo.
Siffatta azione le consente di affrancarsi dai suoi pensieri
negativi e di rinvenire la felicità.
Anna esorta l’Uomo a fare la medesima cosa, a inseguire la
bellezza e la calma che il cielo può offrire pure quando
ci si sente soli o malinconici.
Scrutare il cielo senza paure riproduce una specie di rievocazione
della purezza interiore e della felicità.
Questi versi insegnano che, malgrado le problematicità
della vita, è immaginabile scorgere la serenità
e la gioia dentro sé stessi.
(Mauro
Montacchiesi)