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settembre 2010. Uno dei più sentiti problemi dagli
abitanti di Colli Aniene è stato affrontato dalle istituzioni
solo e sempre in modo marginale. Stiamo parlando della sicurezza
e del presidio delle forze dell’ordine, più volte richiesto
alle autorità competenti. Solo negli ultimi dieci giorni
si sono verificati in questa zona quattro episodi di criminalità,
una rapina in pieno giorno ai danni di un supermercato e tre furti
con scasso ai danni di esercizi pubblici, e vari altri atti di microcriminalità
e vandalismo ai danni di beni comuni. È un’escalation preoccupante
per un quartiere che ha già pagato a caro prezzo il disinteresse
delle istituzioni. Tutti i tentativi di ottenere una risposta al
problema sono stati vani nonostante le molteplici richieste indirizzate
dal Comitato di Quartiere alle autorità competenti. In occasione
dell’assemblea pubblica del giugno scorso ci è stata fatta
una promessa in nome del Sindaco: un presidio di polizia (leggi
articolo). Purtroppo farsi prendere la mano di fronte ad un
uditorio accaldato e promettere in nome del Sindaco sapendo che
non si ha il potere per farlo, è facile. Non servono parole
vuote tanto per risolvere l'immediato contingente ma basta la buona
volontà nel cercare di venire incontro alle esigenze delle
persone, affrontando il problema nelle giuste sedi senza farlo cadere
nel dimenticatoio. Diamo atto all’amministrazione capitolina di
lavorare a progetti interessanti come la Sicurezza Integrata, promosso
dall’Ufficio Coordinamento Politiche della Sicurezza del Comune
di Roma, che vede i comitati di quartiere come parte attiva nella
segnalazione di fenomeni di disagio urbano o il Piano Nomadi condivisibile
nelle sue linee ma che sta incontrando notevoli difficoltà
di attuazione. Però dal punto di vista di chi vive nella
zona, non si riescono a capire i motivi che spingono l’amministrazione
municipale e comunale a non assegnare neppure un “vigile di prossimità”
a un quartiere di trentamila abitanti, completamente privo di sorveglianza
e quindi abbandonato a se stesso in balia di una criminalità
che diventa sempre più temeraria e spavalda se non contrastata.Il
commissariato competente per la zona è quello di San Basilio,
un edificio pubblico posto almeno a quindici minuti di distanza
in caso di traffico non congestionato, che non riesce a controllare
il territorio assegnato a causa della sua estensione. Il CDQ ha
sollecitato le istituzioni ad affrontare il problema, purtroppo
quando ci si rivolge alla burocrazia le risposte arrivano sempre
con molta lentezza: la violenza contro il cittadino va fermata in
tempi brevi e va contrastata con costanza. Se non sono le forze
dell'ordine a farlo chi può farlo allora? Nessuno di noi
si augura che qualche cittadino esasperato possa arrivare a farsi
giustizia da solo.
Antonio Barcella
www.collianiene.org
comitato@collianiene.org
COMUNCATO STAMPA - 29 settembre 2010
SICUREZZA,
SANTORI: “PREVEDERE PRESIDI DI SICUREZZA NEI NUOVI QUARTIERI”
“Rafforzare la sicurezza nell’intera città è
uno degli obiettivi che la giunta Alemanno sta perseguendo
con costanza e determinazione ed in stretta sinergia con
il Prefetto, il Questore e il Comando dei Carabinieri”.
Lo dichiara in una nota Fabrizio Santori, presidente della
Commissione sicurezza di Roma Capitale, commentando la dichiarazione
del prefetto Pecoraro che annuncia di voler rivedere la
dislocazione delle caserme e dei commissariati di Roma e
Provincia.
“Nell’ambito del patto per Roma sicura è infatti
previsto di rimodulare l’organizzazione territoriale dei
presidi di polizia proprio alla luce delle necessità
che provengono dal territorio. A questo proposito la Commissione
Sicurezza in collaborazione con il presidente della Commissione
Urbanistica, Marco Di Cosimo, sta analizzando l’opportunità
di progettare adeguati spazi, da assegnare gratuitamente
alla prefettura, per la localizzazione di presidi di pubblica
sicurezza al servizio dei nuovi quartieri previsti nei piani
di zona e nelle centralità urbane. Questo allo scopo
di aumentare il numero dei posti di polizia e permettere
anche che il rapporto tra i cittadini e coloro che sono
incaricati di difenderli si rafforzi contribuendo a creare
quel tessuto sociale forte e rispettoso delle regole destinato
ad emarginare e sconfiggere l’illegalità”, conclude
Santori.
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