COMUNICATO
STAMPA
18
Ottobre 2010 – Il Comitato di Quartiere Colli Aniene denuncia
agli organi di informazione il mancato rispetto da parte dell’Amministrazione
del Comune di Roma del piano di sgombero del campo nomadi di via La
Martora. Tutte le promesse delle istituzioni si sono volatilizzate
come fumo al vento in questo mese di Ottobre. Tutta la stampa romana,
il 21
di Luglio scorso, ha dato grande risalto all’inizio delle operazioni
di sgombero descrivendo la passerella delle istituzioni, l’abbattimento
di un paio di baracche e il trasferimento di qualche famiglia rom.
In quell’occasione il Comune di Roma ha emesso un comunicato
stampa che annunciava il completamento dello sgombero e la bonifica
dell’area entro la fine dell’estate, quasi contemporaneamente i cittadini
di Colli Aniene ricevevano dall’On. Sveva
Belviso una lettera, pagata con i soldi pubblici, in cui propagandava
l’operazione confermando la data di termine delle operazioni.
Da allora tutto è rimasto fermo, addirittura nuovi insediamenti
si sono aggiunti nel campo nomadi di La Martora mentre le autorità
si mostrano sordi alle interrogazioni e alle proteste degli abitanti
di Colli Aniene.
Come se non bastasse nel campo nomadi c'è una vera Emergenza
Umanitaria, peggio di una baraccopoli brasiliana: è vergognoso
per un paese civile tollerare condizioni di vita in cui sono costrette
a sopravvivere più di 700 persone: una discarica con bambini
che giocano all’ombra di montagne di spazzatura poste tra le baracche
mentre i topi scorazzano indisturbati; assenza dei servizi essenziali
come acqua potabile, servizi igienici e, soprattutto, il ritiro dei
rifiuti urbani prodotti dal campo che, bruciati dai nomadi, emettono
fumi tossici che generano un forte attrito con gli abitanti del quartiere.
Nel campo viene bruciato di tutto, rifiuti organici ed inorganici
, materiali di varia natura, tra cui il PVC e l’amianto, e la loro
combustione produce inquinamento tale da destare un forte sospetto
che possa essere pericoloso per la salute della popolazione Il CdQ
sta attivando e coinvolgendo gli organi Istituzionali competenti per
effettuare indagini mirate. Su questo punto, l’amministrazione capitolina
si ritiene in dovere di tutelare esclusivamente la salute e sicurezza
dei lavoratori adibiti al ritiro dei rifiuti ma non quella dei cittadini
di Colli Aniene e della popolazione nomade. Inoltre gli abitanti di
Colli Aniene lamentano l’assenza di forza pubblica stabile nel quartiere
che faccia da deterrente ai continui episodi di criminalità
(neppure un vigile di prossimità assegnato ad un quartiere
di quarantamila abitanti). Nel mese di Settembre, nell’arco di una
settimana, si sono verificati una serie di eventi criminosi che vanno
dalla rapina a mano armata ai danni di un supermercato, a tre furti
con scasso ai danni di esercizi commerciali e ad altri piccoli episodi
di microcriminalità come furti nelle abitazioni e nei box che
lasciano il segno in chi li subisce. La sensazione di disinteresse
da parte delle istituzioni porta a contrapporre il cittadino sia alle
istituzioni che alla comunità nomade. È difficile attribuire
tutte le responsabilità alla popolazione nomade, ma nessuno
può negare che i comportamenti illeciti di alcuni di loro non
sono perseguiti alla pari di quelli compiuti da normali cittadini.
Il mancato rispetto della legalità e spesso l’impunità
generano fratture nei rapporti che non sono facilmente risanabili
soprattutto quando una delle due parti preferisce vivere ai margini
della legge e rifiuta l’integrazione.
A tal proposito il CdQ di Colli Aniene convocherà nel mese
di Novembre un’assemblea pubblica per decidere le modalità
per far sentire la propria voce alle istituzioni pubbliche e preparare
un esposto da consegnare alla Comunità Europea, all’ONU e alle
associazioni che difendono i diritti dell’uomo.
Direttivo
Comitato di Quartiere Colli Aniene