19 Aprile 2011 – Sotto la spinta costruttiva di
questo sito di informazione il Comitato di Quartiere di Colli Aniene
ha varato nuove iniziative a tutela del territorio, dopo che la
sua attività è stata praticamente ferma per diversi
giorni. La scarsa intraprendenza del CdQ e il modo di affrontare
i problemi erano stati i motivi principali della mia uscita dall'associazione
e non può farmi che piacere vedere che si vuole tornare a
lavorare per fermare i disagi accusati dai cittadini.
Due le iniziative più importanti messe in campo dai membri
del Comitato:
1.
La
richiesta di messa in sicurezza di due parchi rivolta all’assessore
all’ambiente On. Marco Visconti, il Livio Labor (di fronte via Cesare
Massini) e l’Aldo Tozzetti (in piazza Galati), che presentano delle
condizioni di pericolo che sono acuite dall’imminente arrivo delle
belle giornate che popoleranno detti parchi di bambini.
2. Richiesta
di incontro al Coordinatore per le Politiche di Sicurezza del
Comune di Roma Dott. Alfredo Mantici per affrontare il problema
del campo nomadi abusivo di via del Flauto, che dopo lo sgombero
di via La Martora si é ingrandito al punto tale da costituire
un problema sia per i cittadini del quartiere che per i nomadi stessi
che vivono nell’indigenza, senza acqua, servizi, ritiro rifiuti.
Se
sul primo punto siamo completamente d’accordo e auspichiamo che
la stessa attenzione riservata a questi due parchi sia estesa a
diverse altre zone verdi del quartiere che soffrono delle stesse
difficoltà, sul secondo abbiamo qualche perplessità
dettata dalle esperienze negative degli sgomberi effettuati fino
ad oggi. Mi spiego meglio. È ormai evidente che l’attuazione
del Piano
Nomadi, secondo l’intento attuale dell’amministrazione capitolina,
ha solo spostato il problema in altre aree della città facendo
moltiplicare i microinsediamenti che a loro volta provocano danni
ingenti al territorio. Secondo noi, è un inutile spreco di
denaro che non risolve il problema dei cittadini. Tentiamo di fare
i conti spiccioli sui dati in nostro possesso: 32 milioni di euro
stanziati per l’attuazione del piano divisi per i circa 7100 rom
presenti sul territorio fanno come risultato oltre 4.500 € procapite.
Una mole di denaro che, secondo noi, se spesi meglio avrebbero dato
una bella mano all’integrazione tra i romani e il popolo rom. Ma
l’integrazione si costruisce garantendo la sicurezza dei
cittadini che vivono a ridosso dei campi, perseguendo
i reati alla persona e al territorio e, poiché questa
sembra una cosa ardua da realizzare, allora si è proceduto
a sgomberi indiscriminati rifiutati dai nomadi. Di certo il problema
non è di facile soluzione e neanche noi abbiamo la pretesa
di avere una ricetta giusta, ma un minimo di autocritica e di correzione
delle azioni in corso ci sembra auspicabile.
Mentre stiamo scrivendo questo articolo abbiamo ricevuto la notizia
dall’ANSA che è iniziato lo sgombero del campo nomadi
di via Severini nel VII municipio, circa 200 persone, posto a ridosso
del nostro quartiere. Prima conseguenza di questa azione è
stato l’incendio della discarica in cui vivevano queste persone
e l’inondazione dei fumi verso le abitazioni. Possiamo capire la
rabbia di chi viene allontanato senza rispetto, ma non è
in questo modo che si costruisce un rapporto diverso con la popolazione
che vive in questi luoghi. Infine, rispettiamo le decisioni del
sindaco Alemanno ma auguriamoci che da questo sgombero non si creino
uno o più nuovi insediamenti che vadano a rovinare un’altra
parte di questa meravigliosa città.
Antonio
Barcella
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