30
maggio 2024 - Riportiamo un articolo redatto da Roma
Capitale su Villa Ipazia di Alessandria, gioiello di cultura
del tiburtino. «Da residenza romana di un gerarca
fascista a Casa del Municipio intitolata ad una straordinaria
figura femminile dell'antica Grecia. Quella di Villa Farinacci,
gioiello architettonico nel territorio del IV Municipio, è
una storia di trasformazione e rinascita che ha trovato compimento
nel marzo di quest'anno con l'intitolazione dell'edificio
alla filosofa, scienziata ed astronoma dell'antichità
Ipazia di Alessandria, personaggio ancora oggi sinonimo di
cultura e libertà. Un'intitolazione del tutto appropriata
per un edificio che, ormai da diversi anni, è diventato
un polo culturale e il cuore pulsante del quartiere di Casal
de' Pazzi.
Villa
Ipazia di Alessandria è infatti oggi uno dei punti
di riferimento del Municipio, un vivace luogo di ascolto,
di incontro, di sperimentazione e promozione della collaborazione
tra cittadini e amministrazione dove è anche possibile
celebrare matrimoni civili. Il nuovo nome, scelto tramite
un sondaggio pubblico, riflette il desiderio di riequilibrare
la toponomastica del quartiere Casal de' Pazzi, tradizionalmente
orientata al genere maschile con strade intitolate a noti
filosofi uomini, rendendo omaggio a una straordinaria donna
del passato.
La
storia di questo edificio di grande pregio storico e architettonico
ha inizio nel 1940. Edificata su ordine dell'omonimo segretario
del Partito Nazionale Fascista, Villa Farinacci era all'epoca
situata all'interno della vasta tenuta agricola di Aguzzano,
oggi attigua al Parco Petroselli. Il progetto, per il quale
era stata originariamente chiesta licenza edilizia come deposito
agricolo e casa rurale, fu opera dell'architetto Lorenzo Chiaraviglio
(1910-1973), che ne curò poi anche i lavori di adeguamento
per renderla un'elegante residenza di campagna. Studiata dai
primi anni 2000 nell'ambito del Progetto di Restauro e poi
dalla Direzione lavori promossa dalla Sovrintendenza di Roma
Capitale, la struttura è stata riportata alla sua conformazione
originaria negli elementi architettonici, decorativi e strutturali,
attraverso complessi ed impegnativi lavori portati a termine
nel 2010.
Circondata
da un parco di 4.500 metri quadrati, la villa è costituita
da due corpi architettonici principali, con la torre in cortina
laterizia, il patio, i portici dal sapore vagamente metafisico
e le splendide pavimentazioni interne in marmo. Nella stesura
del Progetto di Restauro e nella sua realizzazione, tutto
il materiale di studio e di progetto dell’architetto Chiaraviglio,
messo a disposizione dalla famiglia, ha rappresentato un prezioso
riferimento storico.
Nel corso degli anni l'immobile ha subito diverse destinazioni
d’uso. Dopo il passaggio agli eredi del gerarca fascista,
nel 1966 è stato acquistato dalla famiglia Armellini
e negli anni Settanta è stato anche adibito a ristorante
con il nome di "La Torre". In quel periodo, il piano
superiore veniva spesso utilizzato dai cittadini del quartiere
per eventi culturali. Anche il cinema utilizzò il ristorante
per la memorabile scena del film "Dove vai in vacanza",
in cui l'esilarante coppia interpretata da Alberto Sordi e
Anna Longhi tentava di soddisfare il proprio inesauribile
appetito.
Dopo
l'abbandono del ristorante - destinazione comunque impropria
– la Villa è stata per un certo tempo occupata ad opera
di gruppi di giovani abitanti della zona nonostante, già
dal 1977, fosse diventata di proprietà dell’amministrazione
comunale di Roma. Nell'aprile del 1996 l’edificio è
stato finalmente vincolato come bene storico e artistico ai
sensi della Legge 1089 del 1939, come "Ex Villa Farinacci/Armellini".
Un luogo che però non è mai stato dimenticato
dagli abitanti del quartiere che più volte si sono
espressi a favore di un recupero della villa e di un suo utilizzo
a beneficio della collettività. E' stato poi nel 2002
che la Giunta comunale ha firmato un protocollo d’intesa con
il Ministero dell’Ambiente e il Ministero dei Beni Culturali
che prevedeva la sua destinazione quale sede del Centro Parchi
del Ministero dell’Ambiente, destinato ad attività
di informazione ed educazione ambientale relative alle aree
protette della città di Roma assieme a una Biblioteca
dell’allora V Municipio. Grazie ai complessi lavori di restauro,
approvati da Roma Capitale nel 2004 con l'obiettivo di preservare
e valorizzare gli aspetti architettonici e strutturali del
progetto originario, si è potuto ridare vita ad un
immobile di grande pregio, adeguandolo peraltro alla normativa
vigente ed agli standard funzionali per le nuove destinazioni
d'uso pubbliche.
Particolare cura è stata posta nello studio dell’accessibilità
diffusa attraverso l’abbattimento, di tutte le barriere architettoniche
e la realizzazione di nuovi adeguamenti finalizzati a tale
scopo.
Il restauro ha incluso anche l'installazione di un moderno
impianto di climatizzazione geotermico e un sistema di riciclo
delle acque piovane per usi igienici e per l’innaffiamento
del parco.
Dopo un processo partecipativo che ha coinvolto i residenti
del quartiere e nuovi incontri tra Municipio, Comune e Ministero
dell’Ambiente, è stato infine concordato di rivedere
la convenzione del 2002 e di assegnare l'intera struttura
all'amministrazione di Roma Capitale, allo scopo di preservarla
e valorizzare al meglio i lunghi e accurati lavori di restauro,
evitando il degrado dell’edificio e del parco.
Il
IV Municipio ha quindi preso in consegna la struttura nell'aprile
del 2018, per poi inaugurarla nel luglio dello stesso anno,
così da renderla immediatamente fruibile per la collettività.
Da allora la Villa è stata teatro di attività
culturali, artistiche e istituzionali, fino ad essere individuata
come sede della Casa del Municipio Roma IV intitolata, l'8
marzo 2024, a Ipazia di Alessandria.»