30
luglio 2024 - «Quando ho conosciuto personalmente
Antonio Barcella, uomo di poche ma scelte e misurate parole
e sguardo sincero, ho capito che l’impressione avuta leggendo
il suo giornale online “collianiene.org”, era giusta.
La nostra attività insieme mi ha confermato che, alle
doti e alle prerogative prima citate, si aggiungevano una
profonda cultura e una non comune volontà di trasmettere
il tesoro della sua conoscenza.
Antonio è stato, nei due anni successivi al 2020, l’ispiratore
e il coordinatore del “Corso di scrittura creativa” che l’Associazione
Università Popolare Michele Testa che ho l’Onore di
presiedere, ha organizzato a partire dall’anno della pandemia
da Covid-19.
È stato anche colui che materialmente ha raccolto i
“racconti brevi” scaturiti da quei corsi in due libri: “I
racconti della pandemia” e “Il
privilegio di scrivere insieme”, dei quali ha curato anche
impaginazione ed edizione.
Per fare tutto questo e farlo con semplicità e bravura,
bisogna essere scrittori. E Antonio è un ottimo scrittore.
“IN
VOLO TRA FANTASIA E REALTA’” è il suo ottavo libro
pubblicato: quindici “Racconti brevi”, quindici “PERLE”, quindici
straordinari momenti di riflessione sulle nostre debolezze,
le nostre mancanze, i nostri abissi di coscienza. Ma anche
sulle nostre speranze, la capacità di pensarci migliori,
la possibilità concreta di esserlo davvero, in una
frase: LA VOGLIA E LA NECESSITA’ DI AGIRE PER UN MONDO
MIGLIORE.
Questa sua ultima opera Antonio l’affronta in un momento della
vita molto particolare: combattere una grave malattia con
serenità e forza fuori dal comune è un’altra
dote di quegli uomini, come lui, che hanno nella determinata
volontà di “donare” una prerogativa che li rende “preziosi”.
Nei piccoli ma geniali racconti che leggerete troverete, mediati
dalla sensibilità dello scrittore, tutti i gravi problemi
sociali dei nostri giorni.
In ognuno di essi Antonio esprime la sua visione del mondo,
e anche in quelli in cui la metafisica e la fantascienza fanno
a gara per prevalere nel brano, lo scrittore non manca di
rivelare con una parola o un gesto o un’azione, il suo modo
d’intendere la vita, il modo d’affrontarla e di interpretarla.
In uno in particolare anticipa, con una capacità di
leggere la realtà e una “visione” non comune, un gravissimo
fatto di cronaca avvenuto nelle campagne di Latina in questi
giorni (Antonio ha scritto il racconto mesi prima).
La conclusione di questo racconto volgerà diversamente
da come è andata nella realtà di Latina. Così
come in altri finali, anche in questo l’epilogo rispecchia
una sua intima convinzione: per Antonio Barcella, che non
trova MAI una ragione valida per giustificare una guerra;
quindi, l’aborrisce e si dispera perché l’Uomo non
appare in grado d’eliminarla dalla faccia della Terra, anche
per lui dicevo, vale quello che il nostro grande Poeta di
Recanati descriveva nella Sua immortale poesia L’Infinito:
Sempre
caro mi fu quest’ermo colle,
e questa siepe, che da tanta parte
dell’ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
Spazi di là da quella, e sovrumani
Silenzi, e profondissima quiete
Io nel pensier mi fingo, ove per poco
Il cor non si spaura …
C’è
una siepe sempre, per ogni uomo, che gli impedisce di vedere
oltre, MA SEMPRE, oltre quella siepe, con coraggio e determinazione
e creatività, si possono “immaginare” interminabili
spazi, sovrumani silenzi, profondissima quiete. Leopardi,
nel suo “pessimismo storico” vede comunque oltre la siepe
e Antonio fa lo stesso in quei racconti e scommette fino in
fondo sull’Uomo, sulla sua empatia ed infine sul suo riscatto.
Domenico Coratella
Presidente dell'Associazione Università Popolare Michele
Testa»