10
agosto 2024 - Mentre i fumi tossici alla diossina
continuano a invadere le case del tiburtino, mentre procede
l’opera di scaricabarile istituzionale, mentre il Comune di
Roma esegue l’ennesimo censimento delle discariche (ben conosciute)
senza procedere a interventi risolutivi, diciassette associazioni
territoriali presentano una denuncia
alla Procura di Roma e ad altre autorità: “Esposto
per la presenza di discariche a cielo aperto abusive e micro-accampamenti
che sono spesso oggetto di combustioni pericolose che generano
fumi potenzialmente nocivi alla salute pubblica che si diffondono
in atmosfera negli ambiti urbani e peri-urbani dei nostri
quartieri di Colli Aniene, dell’asse fluviale-vegetazionale
e ripariale del Fiume Aniene, delle zone di Ponte mammolo,
Rebibbia, Settecamini, Tor Sapienza, Collatina, ed altri quartieri
limitrofi.”
Nel
documento si fa presente che sono diversi anni che i nostri
territori sono interessati dalla presenza di discariche
e micro discariche a cielo aperto e micro-insediamenti abusivi
diffusi in ogni antro del territorio, incluse aree verdeggianti,
in cui materiali diversi e rifiuti accumulati sono spesso
oggetto di incendi che generano i famigerati roghi tossici.
Tale stato di degrado ha assunto nel tempo un impatto notevole
sul territorio, sia sul piano ambientale, socio-sanitario
e della sicurezza. In conseguenza di siffatto scenario, incendi
e conseguenti roghi tossici si sono susseguiti ciclicamente
negli anni con interventi del Corpo dei VVFF e Protezione
Civile, Corpo della Polizia di Roma Capitale e Forze di Polizia,
di cui l’ultimo, spaventoso, avvenuto in data 28.07.2024,
ambito Ponte Mammolo/Alberini, che si ebbe anche il 3.08.2023,
determinando un vero e proprio disastro ambientale,
o come i gravi roghi a Pietralata nelle vicinanze della casa
di cura Nuova ITOR, o alla collina di Monte Mario, a Ponte
di Nona del 31 luglio 2024, e dei più recenti e datati
incendi. Ad ogni combustione di materiali di varia natura
di tale rilevanza, che subiamo nel nostro quartiere e nei
limitrofi, si sprigionano nubi di fumo scuro emesse in atmosfera
rendendo l’aria irrespirabile per diverse ore, visibili a
volte anche da più parti del quadrante est della città,
costringendo tutta la cittadinanza (bambini, anziani, malati,
uomini e donne, e inclusi gli operatori delle autorità
che accorrono prontamente sul posto a difesa delle persone
e dei beni) a chiudere le finestre per non esserne invasi.
Tali fumi tossici provocano sintomatologie legate
a difficoltà respiratorie, bruciori alle mucose degli
occhi e della gola, tosse, irritazione della pelle, e stati
di intossicazione che, con il tempo, possono aggravarsi, in
quanto derivanti dalla possibile inalazione di composti pericolosi
per la salute a lungo termine già noti in
letteratura scientifica (come le diossine ed idrocarburi policiclici
aromatici). Tali fumi tossici, dai quali si possono rinvenire,
sui davanzali delle finestre o dei balconi anche a distanza
di centinaia di metri dal sito, materiale residui, oltre provocare
le importanti sintomatologie su esposte, impediscono di svolgere
l’esercizio delle normali attività quotidiane di lavoro
e relazione sociale, in particolare dalla primavera all’estate
in cui si tengono aperte le finestre, nelle zone suddette,
con forti disagi subiti e subenti dai concittadini, costituendo
in tal senso offesa e molestia ex art. 674 c.p., anche per
la preoccupazione arrecata per i danni alla salute da esposizioni
a tali emissioni inquinanti.
Anche la nostra associazione Vivere a Colli Aniene è
tra i firmatari della denuncia pur essendo consapevole che
questa azione finirà come le precedenti con un nulla
di fatto. Ma qualcosa andava fatto e questo, per ora, è
meglio di niente. Per altre iniziative, occorre attendere
il ritorno di gran parte dei cittadini dalle vacanze e organizzare
una protesta presso le istituzioni. Ma quanti saranno disposti
a scendere in strada per far valere i propri diritti? L’ultima
manifestazione organizzata a Colli Aniene risale a oltre dieci
anni fa e contava qualche centinaio di persone. Troppo pochi
per un problema grande come i roghi tossici.