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settembre 2024 - Negli ultimi mesi il nostro territorio
è stato attraversato da diverse mobilitazioni per rivendicare
il diritto all’abitare. È di stata prima riaperta l’ex
scuola Sibilla Aleramo su via Tiburtina, negli ultimi giorni
invece l’edificio che ospitava la scuola Liberato Palenco
all’interno della zona di Rebibbia. Due immobili abbandonati
da anni, su cui sulla carta insistono progetti di ristrutturazione
finanziati anche con fondi PNRR per un loro riutilizzo nel
prossimo futuro.
Al di là delle vicende del singolo edificio, queste
mobilitazioni hanno posto questioni fondamentali per noi abitanti
del quartiere. Le strutture menzionate sono solo alcuni degli
spazi vuoti e abbandonati a sé stessi. Facendo un breve
giro sulla Tiburtina e a Ponte Mammolo si passa dall’ex-Penicillina
al Teatro Gerini, da Villa Tiburtina ai negozietti su Via
Palombini, fino appunto alla Sibilla Aleramo e la Palenco.
Tra ecomostri e cattedrali nel deserto, da queste parti abbiamo
fatto l’abitudine a vedere colate di cemento in balìa
degli eventi, senza alcuna programmazione o piano d’intervento
da parte delle amministrazioni.
Come può
stupire che centinaia di persone in emergenza abitativa propongano
un riutilizzo a fini sociali di questi stabili? Forse dovremmo
ribaltare il punto di vista e considerare questa riapertura
come una garanzia piuttosto che una minaccia da punire, come
vorrebbe il DDL 1660 sbandierato dallo stesso governo che
non stanzia un centesimo per il diritto alla casa. Dopo anni
di abbandono, i nodi verranno al pettine. La sfida sarà
conciliare la proposta di una soluzione abitativa dignitosa
per le persone che ne hanno bisogno, con la necessità
valorizzare questi spazi.
In questi giorni abbiamo letto fiumi di inchiostro con ricostruzioni
quantomeno bizzarre rispetto a quanto sta avvenendo. A Rebibbia
e Ponte Mammolo sappiamo bene cosa voglia dire la mancanza
di accesso ai diritti. Da diversi anni ci battiamo per avere
un polo sanitario pubblico in quartiere. Le scuole della zona,
sorelle della Palenco, sono a rischio chiusura per l’infame
misura del dimensionamento scolastico, che già dalla
parola fornisce un’idea bizzarramente quantitativa del diritto
allo studio. Così come il diritto alla casa, messo
continuamente a rischio dagli attacchi agli inquilini delle
case popolari o alle persone in affitto cacciate dalle proprie
case per far posto, a caro prezzo, ai pellegrini del Giubileo.
Si può
stilare una gerarchia di questi diritti? Noi crediamo di no.
Servono soluzioni dignitose sulla casa, sulla scuola, sulla
sanità, sugli spazi abbandonati, sulla tutela del territorio
e degli spazi verdi. Senza fare una classifica, senza politiche
del male minore. Chi deve assumersi delle responsabilità,
lo faccia. Il tempo è finito, il 2025 della misericordia
è alle porte.
Comitato di Quartiere Mammut
Casale Alba Due
Riapriamo Villa Tiburtina