25 settembre 2024 - Il 23 settembre, presso la Fondazione Gramsci, si è svolto il seminario “MICHELE TESTA, 1875-1944. LE CARTE, LE NUOVE RICERCHE”. Il convegno è stato aperto da un intervento della dottoressa Donatella Panzieri che ha cronologicamente illustrato la vita di Michele Testa ponendo l’accento sulle tappe più importanti come i suoi studi a Napoli, la conosce con i dirigenti socialisti dell’epoca e il suo ritorno a Cercemaggiore. Altra tappa importante è stato il suo ingresso in Ferrovia e il suo ruolo di sindacalista e successivamente i suoi spostamenti fino a Tor Cervara che poi lui chiamerà Tor Sapienza dopo aver costituito la Cooperativa. L’illuminazione è continuata con i gravi problemi con il crescente regime fascista che lo discrimina fino a togliergli la guida del Consiglio di Amministrazione. La Panzieri si è soffermata anche sulla qualità e originalità delle sue opere (poesie e diario) che, per un uomo dell’epoca rivela uno studio continuo e approfondito degli autori classici e non, anche stranieri.
Il professor Fanelli ci ha parlato dell’ambiente nativo di Michele, del suo essere profondamente segnato da una terra contadina che faceva della emigrazione un motivo di riscatto non solo economico ma anche sociale ed intellettuale. Il professor Colucci è intervenuto sulle implicazioni e modificazioni intervenute dalla presenza di Michele Testa nel quartiere di Tor Sapienza, lasciando un profondo segno che oggi merita d’essere ripreso e rinverdito.
Successivamente c’è stato l’intervento del Presidente dell’Università Popolare Michele Testa (UPMT) che ha esordito dicendo: “L’ASSOCIAZIONE UNIVERSITA’ POPOLARE MICHELE TESTA, che mi onoro di rappresentare, Vi ringrazia per la presenza in questo convegno che determina la prima tappa di un percorso che porterà, lo auspichiamo, alla pubblicazione dei Diari e delle Poesie del nostro mentore. Auspichiamo altresì che l’impegno e la passione profusi nelle nostre azioni, insieme al supporto di coloro che vorranno starci vicini e accompagnarci in questa “avventura”, si trasformino in ragione con atti concreti. La pubblicazione di questi documenti rappresenterà quindi la fase della conoscenza dello spessore politico culturale di questo Sindacalista-Socialista e Cooperatore e il riconoscimento del suo ruolo determinante nella creazione del quartiere di Tor Sapienza, posizioni e ruoli che gli sono costati persecuzione fascista e confino.” Ha poi proseguito ribadendo: “Ci batteremo con tutte le nostre capacità per convincere il mondo intero sulla necessità e improrogabilità di pubblicare i Diari e le Poesie di Michele Testa, primo passo per un riconoscimento ufficiale per l’Uomo di Cultura che è stato. Chiediamo, a questa Fondazione e ai professori della Commissione che ha studiato i testi, di sostenerci e consigliarci nella volontà di chiedere alle Autorità preposte, un riconoscimento formale alla persona di Michele Testa. Un riconoscimento, che può essere concesso anche postumo e che al momento individuiamo in uno di questi tre possibili ambiti:

- Medaglia al Valor Civile.
- Premio “Vittorio De Sica.
- Medaglia d’Oro ai Benemeriti della Repubblica Italiana."

Il professore Nicola Marcucci docente dell’UPMT ha parlato della genesi della ricerca su Michele Testa. Il giorno dopo lo stesso professor Marcucci ha voluto dedicare un tributo allo statista nell’anniversario della sua morte: “Care amiche e amici dell'UPMT, il 24 settembre di 80 anni fa ci lasciava Michele Testa, e purtroppo da allora non è nato un uomo come lui sul nostro territorio, perché, per essere come lui, avrebbe dovuto avere non poche caratteristiche per rassomigliargli. Egli, fin da giovane, sposò i tre principi della Rivoluzione francese, libertà, eguaglianza, fraternità, poi si innamorò del principio cardine del socialismo: giustizia sociale, senza mai aver dimenticato i valori cristiani basati sull'amore e sulla carità. Purtroppo, non ebbe giustizia né in vita, né in morte, e la vita e le circostanze storiche gli furono cosi avare, da non consentirgli di dispiegare tutto intero il suo ingegno per lasciarci una Italia diversa, perché aveva il valore dello statista che nulla ha a che fare con la massima parte dei politici che come direbbe il grande Eraclito fanno parte più dei dormienti che degli svegli. Purtroppo, nel tempo che ci separa dalla sua morte, quelli che si sono fatti carico di ricordarlo si contano sulle dita di una mano, in primo luogo perché la memoria storica è merce strana per la nostra Italia e si aggiunga a ciò la circostanza che non si son voluti fare i conti con il fascismo per cui abbiamo voluto dimenticare i suoi oppositori e perfino le sue numerosissime vittime. Ieri abbiamo intrapreso una strada diversa per recuperare il tempo che abbiamo perso, affidandoci alla Fondazione Gramsci nelle cui capaci mani abbiamo consegnato tutte le carte inedite di Michele Testa che hanno un valore inestimabile di carattere politico, intellettuale e morale.”

Antonio Barcella
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