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ottobre 2024 - Oggi pubblichiamo una sintesi dello
studio sugli effetti della diossina sull’uomo prodotto da
Amedeo Schipani, MG, specialista in tossicologia medica, e
Francesco Filippo Morbiato, MG, specialista in scienza dell’alimentazione.
Ricordiamo che nell’ultimo rogo di Ponte Mammolo è
stata rilevata da ARPA una concentrazione di diossina pari
a 92 picogrammi per m3. Un valore trecento volte più
alto della soglia di sicurezza che non dovrebbe superare lo
0,3. La diossina è un veleno per l’organismo umano
e per questo è inaccettabile che non si mettano in
sicurezza tutte le discariche del territorio. Che cosa sta
aspettando l’amministrazione capitolina per risolvere questo
problema? Non regge la scusa della mancanza dei fondi per
rimuovere tutte le discariche del territorio. I fondi vanno
dirottati sui problemi seri di questa città e la nuova
terra dei fuochi è un problema da affrontare immediatamente.
Sostenere che non ci sono i fondi a sufficienza è una
dichiarazione di arrendevolezza non degna di una istituzione.
Non basta dire “chiudete le finestre e spengete i
condizionatori” per evitare di respirare il veleno che viene
diffuso dai roghi.
La
diossina è notoriamente cancerogena
e può provocare diversi tumori, tra cui linfomi,
cancro al fegato e alla mammella, malattie della tiroide,
endometriosi, diabete e danni ai sistemi immunitario, emopoietico
e riproduttivo, a concentrazioni adeguate. Le diossine
si producono e vengono emesse non intenzionalmente nei processi
termici che comportano la presenza di materie organiche, ossigeno
e cloro, come risultato di una combustione incompleta. I
maggiori quantitativi provengono dall’incenerimento dei rifiuti
e dall’industria metallurgica. Altre fonti sono: le industrie
chimiche (produzione di diserbanti, pesticidi, idrocarburi
policiclici aromatici), le industrie del vetro e della ceramica,
il fumo di sigaretta, gli scarichi di combustione degli autoveicoli,
gli impianti di combustione a legna o a carbone, gli incendi
accidentali, le discariche abusive, ecc.
Le diossine emesse nell’atmosfera sotto l’azione dei venti
vengono trasportate lontano dai luoghi di produzione e si
depositano sull’erba, sul terreno e nell’acqua, aggiungendosi
a quelli già presenti in quanto contaminanti ambientali.
Dal terreno e dalle piante le diossine risalgono la
catena alimentare accumulandosi nel tessuto adiposo
degli animali e dell’uomo (piante, erbivori, carnivori, uomo,
oppure plancton, pesci, uomo). Oltre il 90% dell’esposizione
umana alle diossine avviene attraverso l’alimentazione, in
particolare attraverso il consumo di carne, pesce, uova, latte,
burro e formaggi.
Disastri provocati dalla diossina
L’umanità
si è resa conta della grave tossicità delle
diossine in seguito ad alcuni disastri ambientali che hanno
comportato l’inquinamento di estesi territori con morte di
numerosi animali e patologie gravi negli animali e negli esseri
umani. Ne citiamo solo alcuni tra quelli più rilevanti.
Il 10 luglio 1976 da un camino dello stabilimento chimico
dell’ICMESA di Meda (MI), che produceva triclorofenolo (un
defoliante, lo stesso usato nella guerra del Vietnam), fuoriesce
una nube di gas contenente diossina, che in breve tempo, trasportata
dal vento, si deposita su un’ampia zona interessando i comuni
circostanti: Seveso ne è il più colpito,
ma anche Cesano Maderno, Desio e lo stesso Meda. Nelle ore
e giorni successivi si verifica una morìa di pollame
e conigli, mentre 250 persone manifestano sul viso una forma
di acne pustolosa grave, la cloracne.
Gli effetti sulla salute generale sono ancora oggi oggetto
di studi.
• Negli anni tra il 1961 e il 1970, durante la guerra
del Vietnam, l’aviazione americana utilizza enormi
quantitativi di un defoliante chiamato Agente Arancio per
disboscare le foreste del Vietnam. Questo defoliante per combustione
sviluppa diossina e inoltre la contiene come impurità.
Milioni di vietnamiti (e anche migliaia di soldati americani),
vengono così contaminati dalla diossina, che provoca
la nascita di migliaia di bambini malformati, e, negli anni
successivi, la comparsa di numerose malattie nella popolazione,
tra cui anche tumori.
• Durante la cosiddetta “Emergenza rifiuti” del 2007
in Campania sono state rilevati elevati livelli di
diossina negli animali, nei prodotti lattiero-caseari e nell’uomo.
E’ stato inoltre riscontrato un aumento delle nascite
di bambini malformati e del numero di alcuni tumori.
Tossicità
delle diossine
Le diossine sono tossiche a dosi infinitesimali, dell’ordine
dei picogrammi (pg), ossia miliardesimi di milligrammo. La
più nota e studiata tra le diossine, la “diossina”
per antonomasia, è la 2,3,7,8-tetraclorodibenzo-para-diossina
(TCDD), considerata la più tossica fra tutte. Nel 1997
la TCDD è stata inserita nell’elenco delle sostanze
cancerogene per l’uomo da parte dell’Agenzia Internazionale
per la Ricerca sul Cancro (IARC).
La tossicità della TCDD è presa come livello
di riferimento (= 1) e la tossicità delle altre diossine
è misurata in TEQ (= equivalenti di tossicità)
La tossicità delle altre diossine è inferiore
rispetta a quella della TCDD, potendo variare da 0.5 a 0.1,
a 0.01, fino a 0,001.
L’Unione Europea ha stabilito un limite settimanale di assunzione
tollerabile di diossine per l’uomo pari a 14 pg TEQ/Kg di
peso corporeo. In realtà i dati reali indicano un’assunzione
media con l’alimentazione nella popolazione europea che oscilla
tra 8,4 e 21 pg TEQ/kg di peso corporeo a settimana: ciò
significa che parte della popolazione europea assume settimanalmente
una quantità di diossine superiore al limite massimo
di tollerabilità.
L’Europa sta compiendo sforzi notevoli, sia sul piano normativo
che produttivo, per ridurre la contaminazione ambientale e
degli alimenti.
Meccanismo d’azione
Le diossine sono accomunate dal meccanismo d’azione, che consiste
principalmente (ma non solo) nel legame con il recettore AHR
(= Arilic Hydrocarbon Receptor, Recettore per gli Idrocarburi
Arilici), un fattore di trascrizione attivato da ligandi,
situato nel citoplasma cellulare, che controlla l’espressione
di svariati geni. La diossina è un potente ligando
per il recettore AHR. Il complesso diossina-AHR attraverso
successivi passaggi trasmigra nel nucleo ed agisce inducendo
la trascrizione di vari geni, che codificano la sintesi di
numerose sostanze tra cui il citocromo P450 (deputato alla
biotrasformazione ed eliminazione di numerosi xenobiotici),
ed altre che agiscono sulla differenziazione e la divisione
cellulare, sul metabolismo di alcuni ormoni tra cui quelli
tiroidei e quelli sessuali, sul sistema immunitario.
Cancerogenesi
La TCDD, che è stata dichiarata cancerogena, non è
di per sé mutagena, quanto piuttosto un potente promotore
tumorale, ossia favorisce la progressione tumorale una volta
che la trasformazione neoplastica sia già stata provocata.
Ciò significa che, nel caso in cui un fattore mutageno
abbia innescato la trasformazione neoplastica di una linea
cellulare, la presenza di diossina può accelerare la
moltiplicazione delle cellule neoplastiche. Ciò significa
anche che la diossina può favorire la progressione
di numerosi tipi di tumore.
Le patologie neoplastiche più frequenti indotte da
diossina finora riscontrate sono: linfomi non Hodgkin, leucemie
acute, mieloma multiplo, tumori mammari, tumori epatici, cancro
del retto, sarcomi.
Di
fronte a questo pericolo grave, il CDQ Colli Aniene Bene Comune
ha deciso di ripercorrere la strada burocratica, già
fallita in precedenza, di segnalazioni alla Procura e accesso
agli atti. Della manifestazione per il problema roghi, annunciata
a diversi media e ai cittadini, non c'è più
traccia. Mi auguro di sbagliarmi ma, a mio parere, questa
linea di azione non porta da nessuna parte.