Casale
della Cervelletta – Incontro con la Soprintendenza Speciale di
Roma
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4
gennaio 2025 - Ad ottobre scorso l’Associazione Uniti
per la Cervelletta ha chiesto alla dott.ssa Daniela Porro
– della Soprintendenza Speciale Archeologia Belle Arti e Paesaggio
di Roma – un incontro per avere notizie certe sulla Cervelletta
e dell’impegno preso dalla SSABAP per il PNRR Caput Mundi,
che già si sapeva in itinere. L’incontro, non del tutto
scontato, si è svolto venerdì15 novembre, presso
la sede del Ministero della Cultura al San Michele, con una
delegazione di Uniti per la Cervelletta. Non era del tutto
scontato che funzionari di una Soprintendenza, dipendenti
dal Ministero della Cultura, potessero incontrarsi con dei
cittadini. Comunque, la risposta c’è stata e siamo
grati alla Soprintendente Porro per la gentilezza e la competenza
con cui ci ha accolto e ci ha messo a disposizione funzionari
dell’ufficio preposto, in primis l’architetta Maria Cristina
Lapenna responsabile del territorio del IV Municipio.
Incontro lungo, dove l’architetta Lapenna ha risposto alle
domande e alle nostre perplessità sull’iter dell’intervento
di due milioni previsto dalla linea Caput Mundi del PNRR.
La SSABAP, tra i propri compiti, oltre alle attività
di tutela e di vigilanza del patrimonio culturale, provvede,
infatti, all’approvazione dei progetti di restauro, e può
intervenire direttamente su beni pubblici che hanno bisogno
di interventi urgenti al fine della loro conservazione. La
Cervelletta è senz’altro uno di questi casi.
Il dialogo con il Comune di Roma, proprietario del Casale
della Cervelletta, è stato e rimane costante – ha tenuto
a precisare l’architetta Lapenna – e per quanto riguarda la
progettazione questa si è conclusa e si è in
fase di chiusura del progetto esecutivo. È stato mappato
il degrado dell’intera struttura, si sono valutate gli ambienti
e valutate le possibilità e le modalità di messa
in sicurezza. Alcune parti sono particolarmente precarie come
le mura delle stalle che guardano verso la parte più
alta della rupe e che rischiano di “spanciare”. Sono pertanto
previsti, oltre alla copertura dei tetti (stalle comprese),
consolidamenti degli edifici, della rupe ed alcuni incatenamenti.
Tra gli interventi non è stata, purtroppo, prevista
la messa in sicurezza della Torre, visto il recente intervento
di cerchiatura eseguito nel 2021. È stata fatta una
scelta, cioè, investire su quello che era più
ammalorato.
A seguire sono stati approfonditi altri due importanti aspetti:
per la possibile rifunzionalizzazione, il riuso e l’auspicata
frequentazione del Casale da parte dei cittadini. Su quest’ultimo
aspetto, l’architetta Lapenna è stata netta: l’intervento
fatto con i fondi del PNRR non sarà sufficiente per
consentire una frequentazione anche se parziale e limitata
del Casale gentilizio. La Torre è addossata al Casale
da una parte ed incombe sul cortile e sull’entrata principale;
per quanto messa in sicurezza ne cadono pezzi e le mura si
sgretolano. Anche una semplice visita guidata non sarà
possibile.
Certo uno stanziamento di 600.000 euro da parte del Comune
permetterebbe di sanare la Torre e garantirne, in sicurezza,
anche iniziative seppure limitate dell’area. Addirittura,
questo intervento si potrebbe auspicare durante la permanenza
del cantiere PNRR che si concluderà entro il 2026.
Quanto alle possibili rifunzionalizzazioni, l’architetta Lapenna
dichiara che nulla è pervenuto alla Soprintendenza
e le uniche ipotesi di cui si ha conoscenza sono quelle elaborate
dagli studenti in un master della facoltà di Architettura
dell’Università Roma Tre. Se finiti i lavori di messa
in sicurezza degli edifici, il Comune di Roma vorrà
presentare un progetto di intervento nel Casale, se ne prenderà
visione. Alla Soprintendenza spetta il compito di autorizzare
le tipologie di utilizzo: queste devono essere sempre compatibili
con il bene culturale e nel rispetto dell’esistente, come
da legislazione vigente e nel rispetto del.Codice.dei.Beni.Culturali.
Sulla base di quanto appreso in questo incontro come su quanto
ascoltato di mercoledì 13 novembre durante l’assemblea
pubblica alla presenza dell’assessora Alfonsi, l’Associazione
Uniti per la Cervelletta valuterà le iniziative da
intraprendere perché il dialogo tra le Istituzioni
interessate al recupero e al riuso del Casale della Cervelletta
sia il più lineare e proficuo possibile per un restauro
completo e compatibile per l’utilizzo pubblico.
Per certo, nel 2025 dovranno essere avviati i lavori di restauro:
a coronamento dell’impegno di quanti hanno dedicato la loro
vita alla salvaguardia del Casale della Cervelletta; tra tutti
il compianto Domenico.Pietrangeli.
L’anno del restauro sarà l’anno di Mimmo.
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