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dicembre 2016 - L’abbiamo battezzata la rapina di
“Natale” anche se in realtà è avvenuta appena
passato Santo Stefano ma, al di là della notizia, vogliamo
soffermarci su alcuni aspetti sociali e sul cambiamento in
atto nei fenomeni delinquenziali e di come vengono avvertiti
dalla cittadinanza. Partiamo dal fatto. Nella notte tra il
26 e il 27 dicembre alcuni malviventi, utilizzando un’automobile,
hanno sfondato la vetrina del supermercato Carrefour di via
Grotta di Gregna per asportarne generi alimentari (in gran
parte prosciutti). Oltre il fatto criminale quello che salta
agli occhi è che si sta abbassando il livello dei furti
e delle rapine: un magro bottino dal rischio elevato e una
sfrontatezza che ha quasi il sapore di una sfida. Basta osservare
la dinamica della rapina per rendersi conto che il conducente
della Panda che ha infranto il vetro esterno dell’esercizio
commerciale avrebbe potuto farsi male lui se i cristalli caduti
fossero penetrati nell’abitacolo. E tutto questo solo per
qualche prosciutto… Non si tratta certo di casualità,
solo nel nostro quartiere hanno subito furti fornai, tabaccai
oltre i soliti supermercati. Se continua così diventerà
abituale trovare il rapinatore all’angolo delle strade per
appropriarsi del nostro portafoglio.
In un certo senso questo episodio ci ricorda quello accaduto
qualche giorno fa sulla via Tiburtina dove una farmacia è
stata rapinata tre volte nella stessa giornata dallo stesso
ladro, quasi come a dire “fermatemi voi”. Fatti che sembrano
dettati più dalla disperazione che da menti criminali.
Non sono un sociologo, esprimo solo il mio parere che può
essere più o meno giusto ma quello di cui sono certo
è che questi fatti non si fermano con le ronde di quartiere
o con una maggiore repressione ma solo combattendo le cause
che producono la disperazione e la povertà. Non intendo
giustificare nessun atto criminale, chi sbaglia sarà
perseguito dalle leggi previste per questi delitti contro
la comunità, ma la perdita di tanti posti di lavoro,
l’aumento della disoccupazione, la chiusura di tanti piccoli
esercizi commerciali hanno come contro altare la produzione
di tanti piccoli fenomeni di micro criminalità. Spesso
sono proprio le scelte sbagliate della politica a generare
l’aumento di questi fenomeni sociali. Provate solo a pensare
a come reagiranno i piccoli esercizi commerciali della tiburtina,
della collatina e della prenestina, già in grave sofferenza,
alla prevista apertura del mega ipermercato di viale Togliatti
(di fronte al Centro Carni). Alle tante saracinesche abbassate
se ne aggiungeranno altrettante e questo solo per servire
un potere che schiaccia vite come un caterpillar. Lo stesso
potere che mette a disposizione venti miliardi di euro dei
nostri soldi per salvare qualche banca ma che non trova i
soldi per mettere in sicurezza gli edifici scolastici e le
strade.