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dicembre 2016 - Dopo decenni di politiche discriminatorie
e segnate dalla discriminazione abitativa, finalmente il Comune
di Roma si va allineando ai principi sanciti dalla Strategia
Nazionale di Inclusione dei rom e con queste premesse il 2017
potrà diventare l’anno della svolta per il superamento
definitivo delle baraccopoli istituzionali della Capitale.
A
confermarlo è stata la recente Determinazione Dirigenziale
del 21 dicembre 2016 che ha disposto la sospensione in autotutela
di due Bandi di gara milionari, uno per l’affidamento dei
servizi di gestione delle sei baraccopoli già esistenti,
l’altro per il reperimento di una nuova area attrezzata per
soli rom, per un totale di quasi 8 milioni di euro.
La
Determinazione è stata firmata a pochi giorni dalla
pubblicazione delle Osservazioni del CERD – il Comitato Onu
per l’Eliminazione della Discriminazione Razziale – in cui
l’Italia veniva ammonita ancora una volta per la segregazione
abitativa cui sottopone le comunità rom residenti nel
nostro paese. In seguito alle raccomandazioni del Comitato,
Associazione 21 luglio aveva inviato una lettera all’Assessora
Laura Baldassarre e ai dirigenti del Dipartimento Politiche
Sociali di Roma, per rimarcare la propria condanna per la
prosecuzione dei Bandi di gara di appalto e chiedendo formalmente
di arrestarne le procedure uniformandosi alle richieste espresse
dal Comitato delle Nazioni Unite.
Associazione
21 luglio ha espresso soddisfazione per il netto cambio di
rotta del Comune di Roma, poiché fin da subito aveva
condotto una dura battaglia per chiedere il ritiro dei Bandi
e a ottobre aveva manifestato ufficialmente la propria preoccupazione
in una conferenza stampa di bilancio sulle azioni della Giunta
nei suoi primi 100 giorni.
Già
nelle settimane che hanno preceduto la pubblicazione della
Determinazione, era stata accolta con positiva speranza la
firma della Memoria di Giunta per l’adozione di un Piano di
Lavoro cittadino denominato “Progetto Inclusione Rom” che
scandisce le azioni dei primi sette mesi del 2017 con l’obiettivo
di gettare le basi per la progressiva uscita delle comunità
rom dalle baraccopoli romane.
Il
blocco dell’ennesimo bando milionario per la costruzione di
un nuovo campo si va ad aggiungere alle vittorie di altre
due importanti battaglie che negli ultimi anni hanno visto
Associazione 21 luglio sempre in prima linea contro la costruzione
di nuovi “campi” anche durante le precedenti amministrazioni,
portando al ritiro dei progetti per nuovi “villaggi attrezzati”
alla Cesarina e a La Barbuta (entrambi i progetti furono bloccati
grazie alla campagne “#DiscriminareCosta” e “Leroy Merlin,
un campo rom è un ghetto: non costruirlo”).
«Una
volta bloccato il flusso economico che sino ad ora ha alimentato
il “sistema campi” occorre ora rimettere in moto la macchina
dell’inclusione delle comunità rom, cominciando dalla
Delibera di iniziativa popolare per il superamento dei campi
che verrà discussa e votata nelle prossime settimane
dall’Assemblea Capitolina – afferma Associazione 21 luglio
- oltre che dalla chiusura della baraccopoli “La Barbuta”
sulla quale pende l’Ordinanza del Tribunale Civile di Roma
non ancora ottemperata dal Comune».
Nell’esprimere
la propria soddisfazione, Associazione 21 luglio continuerà
a monitorare le azioni del Comune di Roma in riferimento alle
comunità rom chiedendo alle autorità capitoline
il rispetto della volontà popolare – confermata dai
6000 firmatari della delibera di iniziativa popolare – e dell’ordinanza
del giudice che ha ordinato al Comune di Roma di rimuovere
gli effetti discriminatori individuati all’interno della baraccopoli
La Barbuta.