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febbraio 2017 - Gran brutta assemblea quella che
si è tenuta questa sera al Centro Culturale Gabriella
Ferri per parlare dei problemi del tiburtino. Il Centro Culturale
è diventato improvvisamente una bolgia dove i provocatori
hanno impedito prima alla Presidente del IV Municipio Roberta
Della Casa di introdurre la discussione e successivamente
hanno messo il bavaglio ad un cittadino che aveva preso la
parola per parlare di questioni del proprio quartiere. Attraverso
un’eccessiva violenza verbale, fatta di minacce e epiteti
verso la Presidente e i suoi collaboratori, è stata
messa la parola fine a quella democrazia che consente di esprimere
liberamente il proprio punto di vista. Metodi che hanno ricordato
molto da vicino lo squadrismo di una certa frangia politica
che sembrava ormai archiviata. È stata sfiorata più
volte la colluttazione fisica e questo ha prodotto il solo
risultato di far calare il silenzio sui tanti argomenti che
la politica non riesce a risolvere. Un gesto che condanniamo
senza se e senza ma.
Ma occorre anche dire che gli animi dei residenti nel tiburtino
sono esasperati e si continua a perseverare nei soliti errori
fornendo solo un appiglio a chi conosce solo quel linguaggio
di violenza e prevaricazione.
Gli
errori del IV Municipio - Non è stata una
bella trovata, chiudere lo sportello anagrafico di San Romano
alla vigilia del confronto e a pochi passi dal Centro Culturale
Gabriella Ferri. Tutto ciò ha il sapore di una provocazione
su una zona già tartassata da mille altri problemi
irrisolti da decenni, come il calvario quotidiano per i continui
cantieri della tiburtina. Questo, lo ripetiamo, non giustifica
la violenza e ha prodotto solo danno agli altri cittadini
intervenuti al dibattito. Per di più, fare un’assemblea
plenaria con la presenza di tutti i quartieri del IV Municipio
non è stata una grande trovata. Meglio certamente suddividere
le questioni e affrontare il dibattito sull’omogeneità
degli argomenti preparando incontri nei singoli quartieri.
Se poi la location scelta risulta troppo piccola per l’interesse
destato dal confronto, accompagnata dalla mancanza di microfono
e da posti insufficienti, diventa una miscela esplosiva dove
basta la “miccia” della protesta a far accendere gli animi.
Inoltre vengono assegnati due minuti soltanto all’oratore
di turno che indicano un livello ben al di sotto della decenza
(pensate che noi nel nostro articolo di presentazione ne avevamo
previsti sei e li avevamo giudicati insufficienti).
L’assemblea è ripresa diverso tempo dopo con l’arrivo
delle forze dell’ordine ma la frittata era ormai fatta e molte
persone avevano abbandonato il Centro Culturale.
Antonio
Barcella
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