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Cervelletta - l’8 febbraio 2017 io c’ero

24 febbraio 2017 - Ancora un illustre parere inviato in redazione a titolo personale che volentieri pubblichiamo: “Al sopralluogo svoltosi la mattina dell’8 febbraio nel Casale della Cervelletta io c’ero. C’erano rappresentanti dell’ITT Bottardi (Docenti, studenti e loro rappresentanti, insieme a rappresentanti delle scuole delle Rete Tiburtina – Collatina. C’erano alcune associazioni tra cui “Uniti per la Cervelletta” e c’erano rappresentanti del Municipio IV. Insomma una platea ricca e relativamente rappresentativa. Purtroppo, ciò che è apparso a chi ha partecipato al sopralluogo del Casale è più che uno scempio perpetrato con atti vandalici più o meno gratuiti e agevolmente messi in atto stante il totale abbandono in cui versava (e versa il Casale).
Un abbandono paurosamente incrementato dalla “distrazione” della precedente Amministrazione, ben coadiuvata dalla incapacità addestrata di una inossidabile burocrazia
(1). A questa “distrazione interessata”, le azioni coordinate di studio, di ricerca documentale ed empirica, le costanti pressioni e iniziative pubbliche di Comitati, Associazioni e Cittadini attivi, riuscendo a dimostrare l’illegittimità della Determinazione Dirigenziale 27.11.2014 n. 786 (2), ne hanno imposto la revoca.
La revoca della DD 786/14 ha a interrotto per tempo un percorso già avviato dall’estate 2015 business oriented, incontrollato e incontrollabile, il cui esito sarebbe stato l’irreversibile distorsione della destinazione d’uso del Casale della Cervelletta. Ma questo business interruptus, non dichiarato, né dichiarabile, gli attori istituzionali, sociali con la complice “indifferenza attiva” delle burocrazie capitoline, non lo hanno proprio sopportato. La partecipazione democratica, tanto sbandierata quanto disattesa nei comportamenti, è stata da questi attori vissuta come una vera e propria “ingerenza abusiva” da parte di non addetti ai lavori, in spregio totale del principio di sussidiarietà orizzontale
(3); ben sostituito dalla pratica del “non disturbare il manovratore”.
Personalmente tenderei ad interpretare lo scempio visto la mattina dell’8 febbraio dentro il Casale della Cervelletta come una sorta di “vendetta sui generis”. E questo poiché alla interruzione del tentativo di “orientare al business” il Casale, imposta dall’azione democratica dei cittadini (associati e non), il Comune di Roma ha risposto, irresponsabilmente, con la chiusura sic et simpliciter del Casale della Cerveletta, senza prevedere alcun tipo di presidio, né alcuna forma di custodia, ignorando le sollecitazioni che l’associazionismo aveva reiteratamente suggerito a questo riguardo.
È questo comportamento paradossale, tutt’altro che trasparente, che tende ad evocare la presenza di una azione “vendicativa” nei confronti di chi, avendo avuto l’ardire di mettere in atto azioni democratiche (“ingerenze abusive”) ha fatto si che il percorso prefigurato da questi pezzi di Istituzioni deviate, non andasse in porto. E trovandosi, queste, con un “giocattolino” ormai reso inservibile a conseguire i risultati attesi, non ha trovato di meglio che “vendicarsi” tentando così di addossare ai cittadini attivi ed all’associazionismo, le responsabilità del proprio, colpevole, e totale abbandono del Casale. Una piccola, “macchina del fango” in azione, dunque; una clamorosa Bufala da rifilare a chi non sa."


(antonio viccaro)
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(1) L’incapacità addestrata è una delle più insidiose patologie della burocrazia nell’analisi post weberiana di Robert King. Merton (1949)
(2) Ad una non meglio identificata, neo-costituita cooperativa La Cervelletta, con questa Determinazione Dirigenziale, il Dipartimento Patrimonio di Roma capitale “…comunicava la propria disponibilità ad effettuare a titolo gratuito e volontario attività di tutela e controllo del Casale della Cervelletta…”
(3) Per il principio di sussidiarietà la Costituzione italiana prevede che "Stato, Regioni, Province, Città Metropolitane e Comuni favoriscono l'autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio della sussidiarietà". In forza della sussidiarietà orizzontale il cittadino, sia come singolo sia attraverso i corpi intermedi, deve avere la possibilità di cooperare con le istituzioni nel definire gli interventi che incidano sulle realtà sociali a lui più vicine.

Antonio Viccaro
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