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febbraio 2017 - Ancora un illustre parere inviato
in redazione a titolo personale che volentieri pubblichiamo:
“Al sopralluogo svoltosi la mattina dell’8 febbraio nel
Casale della Cervelletta io c’ero. C’erano rappresentanti
dell’ITT Bottardi (Docenti, studenti e loro rappresentanti,
insieme a rappresentanti delle scuole delle Rete Tiburtina
– Collatina. C’erano alcune associazioni tra cui “Uniti per
la Cervelletta” e c’erano rappresentanti del Municipio IV.
Insomma una platea ricca e relativamente rappresentativa.
Purtroppo, ciò che è apparso a chi ha partecipato
al sopralluogo del Casale è più che uno scempio
perpetrato con atti vandalici più o meno gratuiti e
agevolmente messi in atto stante il totale abbandono in cui
versava (e versa il Casale).
Un abbandono paurosamente incrementato dalla “distrazione”
della precedente Amministrazione, ben coadiuvata dalla incapacità
addestrata di una inossidabile burocrazia (1).
A questa “distrazione interessata”, le azioni coordinate di
studio, di ricerca documentale ed empirica, le costanti pressioni
e iniziative pubbliche di Comitati, Associazioni e Cittadini
attivi, riuscendo a dimostrare l’illegittimità della
Determinazione Dirigenziale 27.11.2014 n. 786 (2),
ne hanno imposto la revoca.
La revoca della DD 786/14 ha a interrotto per tempo un percorso
già avviato dall’estate 2015 business oriented, incontrollato
e incontrollabile, il cui esito sarebbe stato l’irreversibile
distorsione della destinazione d’uso del Casale della Cervelletta.
Ma questo business interruptus, non dichiarato, né
dichiarabile, gli attori istituzionali, sociali con la complice
“indifferenza attiva” delle burocrazie capitoline, non lo
hanno proprio sopportato. La partecipazione democratica, tanto
sbandierata quanto disattesa nei comportamenti, è stata
da questi attori vissuta come una vera e propria “ingerenza
abusiva” da parte di non addetti ai lavori, in spregio totale
del principio di sussidiarietà orizzontale (3);
ben sostituito dalla pratica del “non disturbare il manovratore”.
Personalmente
tenderei ad interpretare lo scempio visto la mattina dell’8
febbraio dentro il Casale della Cervelletta come una sorta
di “vendetta sui generis”. E questo poiché alla interruzione
del tentativo di “orientare al business” il Casale, imposta
dall’azione democratica dei cittadini (associati e non), il
Comune di Roma ha risposto, irresponsabilmente, con la chiusura
sic et simpliciter del Casale della Cerveletta, senza prevedere
alcun tipo di presidio, né alcuna forma di custodia,
ignorando le sollecitazioni che l’associazionismo aveva reiteratamente
suggerito a questo riguardo.
È questo comportamento paradossale, tutt’altro che
trasparente, che tende ad evocare la presenza di una azione
“vendicativa” nei confronti di chi, avendo avuto l’ardire
di mettere in atto azioni democratiche (“ingerenze abusive”)
ha fatto si che il percorso prefigurato da questi pezzi di
Istituzioni deviate, non andasse in porto. E trovandosi, queste,
con un “giocattolino” ormai reso inservibile a conseguire
i risultati attesi, non ha trovato di meglio che “vendicarsi”
tentando così di addossare ai cittadini attivi ed all’associazionismo,
le responsabilità del proprio, colpevole, e totale
abbandono del Casale. Una piccola, “macchina del fango” in
azione, dunque; una clamorosa Bufala da rifilare a chi non
sa."
(antonio viccaro)
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(1)
L’incapacità addestrata è una delle più
insidiose patologie della burocrazia nell’analisi post weberiana
di Robert King. Merton (1949)
(2) Ad una non meglio identificata,
neo-costituita cooperativa La Cervelletta, con questa Determinazione
Dirigenziale, il Dipartimento Patrimonio di Roma capitale
“…comunicava la propria disponibilità ad effettuare
a titolo gratuito e volontario attività di tutela e
controllo del Casale della Cervelletta…”
(3) Per il principio di sussidiarietà
la Costituzione italiana prevede che "Stato, Regioni,
Province, Città Metropolitane e Comuni favoriscono
l'autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati,
per lo svolgimento di attività di interesse generale,
sulla base del principio della sussidiarietà".
In forza della sussidiarietà orizzontale il cittadino,
sia come singolo sia attraverso i corpi intermedi, deve avere
la possibilità di cooperare con le istituzioni nel
definire gli interventi che incidano sulle realtà sociali
a lui più vicine.
Antonio
Viccaro
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