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febbraio 2017 - Questa è un’altra storia relativa
ad un bene che potrebbe e dovrebbe essere godibile dalla comunità
ed invece è ben chiuso da una recinzione che ne impedisce
l’accesso. Una vicenda che a giudicare dai racconti di chi
era presente all’inaugurazione del parco ha il sapore di promesse
non mantenute. Era l’anno 1992 e il Depuratore Roma Est Acea
Ato 2 di via degli Alberini ammorbava pesantemente l’aria
di Colli Aniene e dei quartieri limitrofi; nulla a che vedere
con la situazione attuale. Gli effluvi disgustosi raggiungevano
zone del quartiere molto lontane dall’impianto e quindi la
protesta dei residenti si fece pressante. Ricordiamo ancora
la scritta che per circa un decennio fu immortalata su un
muro posto all’incrocio di via Tiburtina con via Grotta di
Gregna: “Il Depuratore Roma Est deve funzionare bene”.
L’amministrazione locale e la municipalizzata, sotto la pressione
popolare, affrontarono il problema ed escogitarono come soluzione
la creazione di una fascia verde alberata che avrebbe separato
come un “muro verde” il megaimpianto di depurazione dal quartiere.
Per questo venne individuata una grossa fascia di terreno,
tra il Depuratore Roma Est e il Parco Auspicio, dove furono
messi a dimora tanti alberelli. Quei deboli fuscelli andavano
protetti per fare in modo che le giovani piante attecchissero
nel modo dovuto e per questo il gestore dell’impianto chiese
ed ottenne di recintare la fascia verde per un periodo dichiarato
“temporaneo” e che fu valutato in un “paio d’anni”. Il
parco fu inaugurato nel 1996 e tutt’ora è inibito ai
cittadini. Inutile dire che di anni ne sono passati molti
di più dei due previsti e ormai questa “temporaneità”
la contiamo a due cifre.
Secondo noi, è arrivato il momento che il gestore del
Depuratore Roma Est, anche per una sorta di risarcimento verso
i cittadini che per anni sono stati martoriati dalle emanazioni
non certo profumate provenienti dalle grosse vasche di sedimentazione
e dalla movimentazione dei fanghi, renda godibile l’area verde
alla comunità di Colli Aniene. Sarebbe quantomeno un
segnale di pace e di buona volontà.
Antonio
Barcella
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