28
aprile 2017 - Pubblichiamo senza commentare il comunicato
del Coordinamento Parco di Aguzzano: “Negli ultimi mesi
è in discussione in Parlamento una proposta di legge
bipartisan, proposta da Antonio D’Alì per Forza Italia-Pdl
con relatore Enrico Borghi del Pd, che intende modificare
la “vecchia” legge sui parchi e le aree protette: la n.394
del 1991. Tale norma, benché tutt’altro che perfetta
visti gli scempi in numerose aree protette e la mancata istituzione
di molti parchi, rappresenta un’importante punto fermo nel
campo della tutela ambientale, con una quota del 10% del territorio
nazionale sottoposto, almeno sulla carta, a tutela. Per dare
un’idea, parliamo di 871 aree protette totali, tra cui 24
Parchi nazionali, 27 Aree Marine protette, 48 Riserve naturali
statali, 134 Parchi naturali regionali, 365 Riserve naturali
regionali. Tra cui Aguzzano, Parco Regionale Urbano con riserva
naturale orientata.
La proposta di legge 4144 contiene una serie di modifiche
alla 394. Varie le criticità della proposta di riforma,
tra cui allentamenti nei vincoli sulla tutela della fauna
(alias caccia e bracconaggio) e sulle aree marine, difficoltà
nell’istituzione di nuovi parchi, ma soprattuto due aspetti
fondamentali: la rendita economica delle aree verdi e la loro
gestione da parte degli enti locali.
Per ciò che riguarda il primo aspetto, siamo sostanzialmente
di fronte all’istituzionalizzazione, su base nazionale, del
sistema Punti Verde Qualità di Roma, dramma di cui
la nostra città sta ancora pagando le conseguenze,
come abbiamo più volte denunciato anche con il Nodo
Territoriale Tiburtina). Tale sistema prevede la messa a profitto
dei parchi, la cui funzione principale non sarà più
dunque la tutela del verde ma la sua rendita economica. Si
rendono possibili, dunque, le solite operazioni di “valorizzazione”
che, a dispetto degli intento di eco-compatibilità,
sappiamo bene per esperienza in cosa si traducano: privatizzazione
dei parchi, centri sportivi, mega complessi commerciali,ma
anche trivellazioni, estrazione di materiali e devastazioni
di ogni altro genere. Interventi per cui sono previste perfino
delle compensazioni (!).
Per ciò che concerne, invece, il secondo aspetto, la
gestione delle aree protette passerebbe in maniera quasi esclusiva
agli enti locali. Un aspetto che, di per sè, non avrebbe
nulla di problematico, anzi. Il nodo critico sta nel combinato
disposto di questa norma con la modifica dell’art. 81 della
Costituzione operata nel 2012 dall’allora governo Monti, con
cui si è introdotto il pareggio di bilancio come norma
di rango costituzionale. Un equilibrio tra entrate ed uscite,
che risponde alle pressanti richieste dell’Unione Europea
sui conti dell’Italia, a cui devono concorrere tutti I livelli
di amministrazione, soprattutto gli enti locali. Questi si
sono trovati nel giro di pochi anni con una disponibilità
finanziaria estremamente ridotta, causa principale dei tagli
in numerosi servizi essenziali. Alle proteste degli amministratori
locali il governo centrale risponde sempre allo stesso modo:
dismettere l’ingombrante patrimonio pubblico e privatizzare
tutto il privatizzabile, in modo da contenere la spesa. Fornendogli,
chiaramente, gli strumenti legislativi per farlo, di cui,
appunto, questo disegno di legge costituisce un valido esempio.
Molte associazioni ambientaliste ed non governative hanno
espresso la loro contrarietà a questa riforma. Non
entriamo nel merito di questa disputa, visto che è
un gioco politico molto più grande di noi e, soprattutto,
che gran parte di tali associazioni in passato ha reso possibili
interventi in senso indubbiamente peggiorativo nella tutela
delle aree verdi per ragioni di tipo clientelare sulla gestione
dei parchi.
Non si tratta, dunque, di difendere “a spada tratta” un sistema
di gestione pubblico di cui più volte abbiamo denunciato
le inefficenze, le contraddizioni, le criticità. Si
tratta, bensì, di denunciare l’ennesima manovra della
politica partitica di qualsiasi colore per far passare la
privatizzazione come unica soluzione possibile al fine di
sanare le casse pubbliche e rimediare alle inefficenze degli
enti pubblici, quando invece sarebbe magari possibile una
riforma seria della tutela delle aree verdi senza toccarne
l’indispensabile valenza pubblica. L’ennesimo tentativo di
svendere il patrimonio collettivo da combattere con forza
in tutte le sedi possibili, in primis smontando la retorica
del “privato è meglio”: la vicenda dei Punti Verde
Qualità ci ha ben insegnato come il privato significhi
solo profitti, devastazioni, voragini finanziarie nei conti
pubblici.
Nel nostro piccolo, ed invitiamo tutti e tutte a farlo nelle
proprie possibilità, cercheremo di fare controinformazione
e a mobilitarci contro questa riforma. Ben consapevoli che
l’unica possibilità di fermare questi processi e salvaguardare
le aree verdi sia l’attivazione collettiva dal basso, la lotta
contro le devastazioni ambientali, la riappropriazione di
spazi come il Casale Alba 2, l’avvio di percorsi partecipati
come quello del Comitato Mammut sul Parco Cicogna.
A questo proposito, voci nel quartiere affermano che la Cooperativa
Artemisia avrebbe rinunciato all’affidamento del Casale Alba
1, lasciando vuota la struttura. In realtà questo Casale,
in tutto questo tempo, è stato permanentemente chiuso
e di sicuro non adibito alla sua funzione socioculturale,
come invece definita nel piano d’assetto del Parco di Aguzzano.
Una storia molto simile a quella di Alba 2, e temiamo che
questa nuova situazione possa scatenare sul Alba1 gli stessi
appetiti speculativi, come purtroppo avviene per la generalità
dei beni pubblici.
Difendiamo il carattere pubblico, fruibile a tutti, non mercificato
di Alba1 come di tutti gli altri casali e dell’interno Parco
di Aguzzano!
Invitiamo dunque tutti i fruitori del Parco, gli abitanti
del quartiere, coloro che credono nella necessità di
spezzare il meccanismo che vede nella svendita dei patrimoni
pubblici ai privati l’unica scelta possibile,
ad una giornata di lotta e di festa il Primo maggio all’anfiteatro
del Casale Alba1 con musica dal vivo, balli e cibo dalla mattina
al tramonto!
SU AGUZZANO E I SUOI CASALI NON SI SPECULA,
I PARCHI SONO DI CHI LI VIVE!”
Antonio
Barcella
www.collianiene.org
news@collianiene.org