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maggio 2017 - Un nuovo capitolo, non certo edificante,
si aggiunge oggi alla “storia infinita della Cervelletta”:
fortemente ridimensionato l’evento promosso
per oggi dall’Istituto Bottardi in collaborazione con la Rete
Territoriale Roma Est e il Coordinamento Uniti per la Cervelletta.
Alla richiesta di Patrocinio dell’evento il IV Municipio ha
risposto con queste testuali parole: “Si invia la presente,
per conto della Presidente Roberta Della Casa, per comunicare
parere negativo al rilascio del patrocinio per l’evento ‘La
Scuola adotta un Monumento’ in quanto, l’ utilizzo degli immobili
e degli spazi a ridosso della Tenuta della Cervelletta non
è di fatto possibile perché gli stessi necessitano
di interventi volti a ripristinare i necessari requisiti di
sicurezza che, allo stato attuale, non sono presenti. Si diffida,
a tutela della pubblica incolumità, all’accesso ai
citati locali. Si sottolinea la disponibilità a promuovere
nel territorio la conoscenza e la storia di questo luogo,
magari nei locali degli Istituti comprensivi.”
Tutto quello che era stato preparato dagli studenti del Bottardi
si limiterà ora ad una ciclo pedalata che, per ovvi
motivi di responsabilità, si limiterà a restare
ad una distanza “sicura” dal Casale Seicentesco e dalla sua
Torre Medievale. Il territorio perde una nuova occasione di
mostrare i suoi “gioielli storici” facenti parti dei beni,
appartenenti esclusivamente alla comunità, ai residenti
e ai visitatori. Chi amministra questa città colleziona
l’ennesima brutta figura e non risponde con i fatti agli impegni
presi con i cittadini.
Niente da dire sul divieto di “…utilizzare gli immobili…”
che non sono in sicurezza anche se occorre evidenziare che
solo due mesi, alla presenza di un funzionario comunale,
fa è stato consentito
l’accesso al Casale agli studenti del Bottardi e ad altri
cittadini. Allora non esistevano pericoli? Quello
che rende più perplessi è che sembrerebbero
essere vietati anche “…gli spazi a ridosso della Tenuta
della Cervelletta…” che non sono neppure stati transennati.
Se esistesse un pericolo “reale” l’amministrazione capitolina
avrebbe dovuto circoscrivere l’area e disseminare di cartelli
di pericolo tutto il luogo. Ma, forse, quello che interessa
maggiormente agli amministratori locali è di non far
vedere a testimoni scomodi lo stato di abbandono generale
del casale (a rischio crollo) e del parco
(invaso da sterpi ed erbacce) ossia uno spettacolo
indecente al quale non eravamo abituati.
Non sono tra quelle persone che prendono spunto dai fatti
per attaccare sempre e in qualsiasi modo la classe politica
al potere, mi piace dire "bravi" quando lo meritano
e "criticare" dove le cose non vanno bene, e in
questa storia a mio parere traspare la chiara volontà
di qualcuno di “bloccare” tutto in attesa
di “non si sa ché”.
Antonio
Barcella
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