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Giardino Tozzetti – Un tentativo dei cittadini per toglierlo dal degrado

26 maggio 2017 - Quando si parla del giardino Tozzetti, purtroppo, è solo per segnalare il degrado costante e progressivamente rivolto al peggio. L’area verde posta tra via Galati e via Ernesto Rossi è oggi una immensa distesa di alte spighe gialle e rovi che stanno progressivamente inghiottendo le poche panchine rimaste ancora integre. Un parco pubblico di tre ettari posto sopra due grandi parcheggi interrati. Una delle poche aree del quartiere che non è stata adottata dai cittadini per la manutenzione del verde a causa della sua vastità che è indice di costi elevati. Eppure i problemi di quest’area nascono soprattutto da decisioni politiche incomprensibili prese subito dopo la costruzione nel 1996 (del. n. 2574 del 02/08/1994) del parcheggio che vi sorge sotto. La concessione dei parcheggi interrati è regolata da quanto previsto nella legge n. 122/1989 per il Piano Urbano dei Parcheggi che impegna la proprietà dei parcheggi privati, alla manutenzione della parte di area a verde pubblico realizzata al di sopra dei parcheggi stessi. Non si conosce per quale motivo, ma è facile immaginarlo, l’amministrazione capitolina concesse per il PUP di via Galati una deroga ai proprietari del parcheggio che li esentò dalla manutenzione del verde. Bisogna altresì dire che la maggior parte dei proprietari dei box sono persone che hanno abitazioni che gravitano intorno all’area e che dovrebbero essere interessati ad avere un luogo curato ed accogliente. Questa fu solo la prima decisione incomprensibile che risultò la maggiore responsabile del degrado di questo parco. Purtroppo, ne sono seguite altre che ne hanno accentuato l’abbandono. Circa due anni fa è stata rimossa l’area ludica posta accanto al nido “Il nostro girotondo” e non è stata mai più ripristinata. Gli arredi urbani mostrano tutta la loro vetustà: i cestini dei rifiuti sono praticamente scomparsi e le panchine sono per lo più inutilizzabili.
Di fronte a questo quadro critico ci sono cittadini che non si rassegnano. Liliana A., una nostra concittadina molto attenta alle cause ambientali, si è fatta promotrice di una iniziativa per “trovare il modo di riportare alla luce il giardino Aldo Tozzetti di via Galati caduto in un degrado insopportabile”. Chiede l'adesione e la collaborazione di tutte le persone di buona volontà per poter riorganizzare il parco e riportarlo a un livello degno. “Si dovrà provvedere al rifacimento delle panchine, i gazebo, i giochi per i bimbi, i muretti demoliti...i tronchi d'albero che potrebbero diventare fioriere....e, possibilmente, un'area cani”. Invita tutti gli interessati al progetto a lasciare i propri dati presso il negozio “l'ISOLA DEI CELIACI” di via Melandri.
Auguriamo a questa iniziativa il successo che certamente merita.
Quando la manutenzione di tutte le aree verdi di Colli Aniene sarà coperta dai cittadini ci chiediamo se l’amministrazione di prossimità restituirà la parte di tasse che gravano su questo servizio. La risposta ai posteri.

29 maggio 2017 - Caro Antonio, ho letto l'articolo in oggetto e mi preme chiarire una cosa: la ragione per la quale affermi "Non si conosce per quale motivo, ma è facile immaginarlo, l’amministrazione capitolina concesse per il PUP di via Galati una deroga ai proprietari del parcheggio che li esentò dalla manutenzione del verde" ,è molto semplice e te la spiego perché, come si dice, io c'ero. Quando dopo la costruzione dei parcheggi fu previsto, per il mantenimento decente del parco che era a carico degli acquirenti, di chiuderlo con delle cancellate che assicurassero la possibilità di manutenerlo evitando che la notte ci fossero, come ci sono e lo sai bene, i vandalismi (più volte tu stesso hai pubblicato articoli su questa situazione al parco Tozzetti dove già il giorno dopo che venivano ripristinate panchine e assi di legno questi venivano puntualmente divelti) , la gente del posto, che non era proprietaria dei garage, raccolse le firme per evitarne la chiusura in quanto struttura pubblica . A questo punto facemmo presente al Comune che, se non si poteva chiudere perché parco pubblico noi non eravamo tenuti come privati a pagare per il suo mantenimento, viceversa se noi dovevamo manutenerlo non si capiva perché doveva essere considerato bene pubblico. Tra l'altro, proprio perché i vandalismi sono all'ordine del giorno (e della notte), anche chi si occupava del mantenimento ha dovuto desistere con il continuo ripristino di panchine, cestini della spazzatura e assi di legno sui lucernai dei garage, perché il costo era molto maggiore del vantaggio di rimetterli ogni volta.
Spero che, in base alla tua etica giornalistica che conosco bene, tu voglia fare un nuovo articolo dove si informi correttamente che le ragioni che secondo te " nascono soprattutto da decisioni politiche incomprensibili prese subito dopo la costruzione nel 1996 (del. n. 2574 del 02/08/1994) del parcheggio che vi sorge sotto" non sono state altro che atti dovuti dell'amministrazione che cambiò la delibera a seguito delle firme raccolte dai residenti e non per agevolare chissà chi. Buona giornata - Rita
"

NDR - Prendiamo atto della precisazione di Rita ma ricordiamo che la concessione dei parcheggi interrati è regolata da quanto previsto nella legge n. 122/1989 per il Piano Urbano dei Parcheggi che impegna la proprietà dei parcheggi privati, alla manutenzione della parte di area a verde pubblico realizzata al di sopra dei parcheggi stessi (non si parla di recinzioni). E' un atto dovuto e non interpretabile.

 

Antonio Barcella
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