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giugno 2017 - Correva l’anno 2010 quando dal nostro
blog scrivevamo: “UN SEMAFORO ASSASSINO - Ormai quasi
non passa un giorno che non avvenga un incidente all'incrocio
tra Viale Palmiro Togliatti e Viale Ettore Franceschini. La
pericolosità dell'incrocio, posto su una via a scorrimento
veloce, è ormai noto a tutti. I ripetuti interventi
effettuati dal Servizio Segnalazioni Stradali, per attenuare
il fenomeno, non hanno portato i frutti sperati, anzi spesso
gli automobilisti hanno rischiato altre collisioni, disorientati
dalle continue modifiche apportate alla segnalazione luminosa.
E' ora di affrontare il problema in maniera diversa, cominciando
con il far presidiare l'incrocio dai vigili urbani”.
Passano gli anni e la situazione è rimasta pressoché
immutata, continuano gli incidenti sui due incroci principali
di Viale Togliatti, ridotti soltanto dalla maggiore attenzione
che i residenti prestano su questi due incroci. Ma che cosa
succede quando questo tratto di strada è attraversato
da chi non lo conosce? Provenendo da viale Bardanzellu (lo
stesso accade per viale Franceschini, viale Sacco e Vanzetti
e viale Santi) ci si arresta al semaforo rosso che quasi puntualmente
si trova su viale Togliatti. Soprattutto i veicoli della prima
fila, che puntano il loro sguardo sul semaforo centrale anziché
a quello posto al loro fianco, tendono a partire quando il
segnalatore posto al centro dell’arteria stradale diventa
verde rischiando la collisione con i veicoli che attraversano
viale Togliatti che a loro volta hanno il via libero. Recentemente
una signora è incorsa in un incidente del genere ed
ora, secondo il nuovo codice stradale, rischia una condanna
penale per aver provocato lesioni superiori ai 45 giorni al
conducente di un altro veicolo. Secondo noi, il responsabile
della Mobilità del Municipio dovrebbe rivedere il funzionamento
dell’impianto di segnalazione che appare uno dei pochi della
città tarato in questo modo e modificarlo secondo uno
standard più consono alla sicurezza dei cittadini.
Lo stesso discorso si può fare sulle tre rotatorie
presenti nel quartiere (le due di via Grotta di Gregna e quella
di piazzale Loriedo) che funzionano esattamente al contrario
degli standard europei. Nelle rotatorie di Colli Aniene è
stata adottata la regola della “precedenza a destra”: i veicoli
in circolo sull’anello centrale devono dare la precedenza
a quelli entranti dai bracci d’ingresso. Anche qui i residenti
ormai conoscono il problema ma chi si trova a transitare “per
caso” sulle nostre strade tende a prendersi la precedenza
quando il suo veicolo è posto sull’anello centrale
con il forte pericolo di entrare in collisione con le altre
automobili con diritto di precedenza. Solo recentemente l'Italia
si è allineata alla norma acquisita dalla comunità
europea, con forti discrepanze in atto ancora nel 2004 fra
il codice della strada e l'adeguamento segnaletico nelle rotatorie
esistenti. Dal punto di vista normativo, solo nel 2006, con
il D.M. 19/04/2006 dal titolo “Norme funzionali e geometriche
per la costruzione delle intersezioni stradali”, è
stato compiuto il primo passo verso una normalizzazione dei
criteri di progetto delle intersezioni a circolazione rotatoria,
seppur limitatamente ad alcuni aspetti (classificazione, standard
geometrici, criteri di visibilità). Ma quando una rotatoria
funziona in maniera diversa dalla maggior parte di quelle
progettate in Italia, è forte il rischio sicurezza
per le persone. Non crediamo che adeguare le nostre tre rotonde
agli standard europei comporti un alto costo, si tratta soprattutto
di modificare le segnalazioni stradali, ma verrebbe garantita
ai cittadini una tutela più adeguata. Stesso discorso
per il semaforo.
A seguire ci sarebbe il tema dei “dissuasori di velocità”
da installare lungo i larghi viali del quartiere per evitare
“la Indianapolis” serale e quotidiana sulle strade di Colli
Aniene. Ma questo è un altro discorso che tratteremo
in un articolo apposito ricordando impegni e promesse mai
mantenute sulle “Zone 30” che non sono mai decollate.
Antonio
Barcella
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