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Colli Aniene – Semafori e rotatorie non garantiscono la sicurezza delle persone

15 giugno 2017 - Correva l’anno 2010 quando dal nostro blog scrivevamo: “UN SEMAFORO ASSASSINO - Ormai quasi non passa un giorno che non avvenga un incidente all'incrocio tra Viale Palmiro Togliatti e Viale Ettore Franceschini. La pericolosità dell'incrocio, posto su una via a scorrimento veloce, è ormai noto a tutti. I ripetuti interventi effettuati dal Servizio Segnalazioni Stradali, per attenuare il fenomeno, non hanno portato i frutti sperati, anzi spesso gli automobilisti hanno rischiato altre collisioni, disorientati dalle continue modifiche apportate alla segnalazione luminosa. E' ora di affrontare il problema in maniera diversa, cominciando con il far presidiare l'incrocio dai vigili urbani”.
Passano gli anni e la situazione è rimasta pressoché immutata, continuano gli incidenti sui due incroci principali di Viale Togliatti, ridotti soltanto dalla maggiore attenzione che i residenti prestano su questi due incroci. Ma che cosa succede quando questo tratto di strada è attraversato da chi non lo conosce? Provenendo da viale Bardanzellu (lo stesso accade per viale Franceschini, viale Sacco e Vanzetti e viale Santi) ci si arresta al semaforo rosso che quasi puntualmente si trova su viale Togliatti. Soprattutto i veicoli della prima fila, che puntano il loro sguardo sul semaforo centrale anziché a quello posto al loro fianco, tendono a partire quando il segnalatore posto al centro dell’arteria stradale diventa verde rischiando la collisione con i veicoli che attraversano viale Togliatti che a loro volta hanno il via libero. Recentemente una signora è incorsa in un incidente del genere ed ora, secondo il nuovo codice stradale, rischia una condanna penale per aver provocato lesioni superiori ai 45 giorni al conducente di un altro veicolo. Secondo noi, il responsabile della Mobilità del Municipio dovrebbe rivedere il funzionamento dell’impianto di segnalazione che appare uno dei pochi della città tarato in questo modo e modificarlo secondo uno standard più consono alla sicurezza dei cittadini.
Lo stesso discorso si può fare sulle tre rotatorie presenti nel quartiere (le due di via Grotta di Gregna e quella di piazzale Loriedo) che funzionano esattamente al contrario degli standard europei. Nelle rotatorie di Colli Aniene è stata adottata la regola della “precedenza a destra”: i veicoli in circolo sull’anello centrale devono dare la precedenza a quelli entranti dai bracci d’ingresso. Anche qui i residenti ormai conoscono il problema ma chi si trova a transitare “per caso” sulle nostre strade tende a prendersi la precedenza quando il suo veicolo è posto sull’anello centrale con il forte pericolo di entrare in collisione con le altre automobili con diritto di precedenza. Solo recentemente l'Italia si è allineata alla norma acquisita dalla comunità europea, con forti discrepanze in atto ancora nel 2004 fra il codice della strada e l'adeguamento segnaletico nelle rotatorie esistenti. Dal punto di vista normativo, solo nel 2006, con il D.M. 19/04/2006 dal titolo “Norme funzionali e geometriche per la costruzione delle intersezioni stradali”, è stato compiuto il primo passo verso una normalizzazione dei criteri di progetto delle intersezioni a circolazione rotatoria, seppur limitatamente ad alcuni aspetti (classificazione, standard geometrici, criteri di visibilità). Ma quando una rotatoria funziona in maniera diversa dalla maggior parte di quelle progettate in Italia, è forte il rischio sicurezza per le persone. Non crediamo che adeguare le nostre tre rotonde agli standard europei comporti un alto costo, si tratta soprattutto di modificare le segnalazioni stradali, ma verrebbe garantita ai cittadini una tutela più adeguata. Stesso discorso per il semaforo.
A seguire ci sarebbe il tema dei “dissuasori di velocità” da installare lungo i larghi viali del quartiere per evitare “la Indianapolis” serale e quotidiana sulle strade di Colli Aniene. Ma questo è un altro discorso che tratteremo in un articolo apposito ricordando impegni e promesse mai mantenute sulle “Zone 30” che non sono mai decollate.

Antonio Barcella
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