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luglio 2017 - La situazione dei roghi di questi giorni
a Roma è assolutamente drammatica e figlia di una scarsa
cura e manutenzione dell’ambiente. Bisogna però distinguere
bene i cosiddetti “roghi tossici” dagli incendi di sterpaglie
che stanno martoriando in questi giorni la città. I
primi sono molto più pericolosi per la salute dei cittadini
perché, come è ben noto, sono il risultato di
combustione di plastica e di altri rifiuti nocivi e per questo
possono diffondere nell’aria la famigerata diossina. Dopo
oltre dieci anni da denunce ed esposti dei cittadini che evidenziavano
questo problema, finalmente si è mossa anche l’ARPA
ossia l’organismo preposto al controllo della qualità
dell’aria. Noi residenti di Roma Est non abbiamo alcun bisogno
di verifiche o monitoraggi per capire quello che ci stiamo
respirando da oltre un decennio e soprattutto abbiamo qualche
remora a credere che un ente controllato dalla Regione Lazio
diffonda dati sulla reale situazione. Crediamo che non ci
sia bisogno di ulteriori misurazioni, basta osservare i rapporti
dei vigili del fuoco per gli interventi effettuati a fronte
di chiamate di cittadini oppressi ogni giorno da questi soprusi.
Dal nostro punto di vista, questo è l’ennesimo “atto
dovuto” a fronte dell’esposto presentato
dai cittadini alla Comunità Europea e serve
solo a prendere ulteriore tempo in attesa di lasciare la patata
bollente a qualcun altro. Al tempo stesso, crediamo doveroso
sostenere che questa materia non deve diventare una battaglia
politica da cavalcare per ottenerne un ritorno in termini
di voti e di immagine. Questa è una questione che va
avanti da oltre un decennio con i fallimenti continui
di ogni colorazione politica. Un problema che NON
VA MITIGATO ma va RISOLTO!
“L’ARPA
Lazio, su richiesta della Regione, ha avviato in data 6 luglio
2017 una campagna di monitoraggio dei microinquinanti in aria
nell’area di via di Salone a Roma.
L’area è interessata dalla presenza di un campo rom
all’interno del quale vengono segnalate ricorrenti combustioni
all’aperto di materiale vario per il recupero di metalli (ferro,
rame).
Tenuto conto dei composti chimici tossici che possono essere
emessi in atmosfera quando vengono bruciati materiali plastici
e rifiuti vari, il monitoraggio viene svolto attraverso l’utilizzo
combinato di diverse tipologie di campionamento: un deposimentro
per la determinazione delle deposizioni totali (secche + umide),
radielli per i composti organici volatili, biosensori (analisi
dei licheni).
La campagna di misura è finalizzata ad una prima analisi
del fenomeno e alla messa a punto della migliore strategia
di monitoraggio in termini di efficienza ed efficacia, anche
al fine di definire un protocollo operativo da utilizzare
successivamente in altre zone urbane.
Alla data odierna sono stati istallati i primi misuratori
passivi e sono stati prelevati dei licheni autoctoni come
bioaccumulatori di microinquinanti (per le analisi di IPA,
PCB, diossine) e di metalli (quali ferro e rame).
E’ stata, inoltre avviata una collaborazione con l’Istituto
Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) sezione Geomagnetismo,
Aeronomia e Geofisica Ambientale, per la possibile discriminazione
mediante misure biomagnetiche delle sorgenti degli inquinanti.
Nella figura sono riportati i punti di campionamento.
Nei prossimi giorni sarà istallato il campionatore
detto Deposimetro 1 nel luogo descritto in figura e un campionatore
Deposimetro di “bianco” presso la sede provinciale di Roma
dell'ARPA Lazio.
La conclusione delle attività di campionamento è
prevista nel mese di agosto e successivamente si provvederà
all’analisi di laboratorio e alla valutazione dei risultati.
Parallelamente, entro la settimana partirà un’analoga
attività di monitoraggio nell’area di Tivoli Terme.
Le due iniziative sono portate avanti nel contesto di un più
ampio piano di monitoraggio straordinario delle aree di Roma
Capitale e limitrofe per le quali nel tempo sono pervenute
numerose segnalazioni relative a fenomeni comunemente conosciuti
come 'roghi tossici'.
La necessità di effettuare rilievi per una certa durata
di tempo affinché siano significativi e la complessità
delle analisi non consentono di monitorare contemporaneamente
ulteriori aree sensibili. Il monitoraggio sarà, però,
esteso ad altre zone in maniera progressiva.”
Antonio
Barcella
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