16
agosto 2017 - La manutenzione delle proprietà
comunali, che sorgono sul territorio del Tiburtino, non ha
mai brillato per efficienza ma ci sono alcuni edifici cosiddetti
storici e di notevole rilevanza e importanza per la collettività
che sono abbandonati da un periodo più o meno lungo
senza una previsione di interventi o di riapertura. Sono beni
della comunità lasciati nello stato di degrado e di
abbandono con la solita “scusa” che le casse sono costantemente
vuote, le stesse casse che non mancano mai di pagare i lauti
stipendi di chi amministra questa città.
CASALE STORICO DELLA CERVELLETTA E TORRE MEDIEVALE
- La tenuta della Cervelletta, tra il quartiere Colli Aniene
e Tor Sapienza è un frammento della memoria storica
di Roma che ha resistito fino ai nostri giorni. La struttura,
fra le pochissime ormai rimaste in Regione, si compone di
una torre del 1200 alta 27, metri, un casale gentilizio fortificato,
un piccolo borgo medievale; intorno agro romano con sorgenti
e il fiume Aniene. Nel 1951 due finanziarie edilizie acquistarono
dal Duca Salviati la tenuta, il borgo e il casale ; la loro
urbanizzazione venne scongiurata da una lunga battaglia promossa
dai cittadini e nel 2001, tramite permuta, il Comune di Roma
acquisisce questa proprietà e la rende patrimonio pubblico.
Dopo il riconoscimento a “Parco” la Cervelletta viene inserita
nella Riserva Naturale della Valle dell’Aniene. Il fascino
di questo ambiente riporta magicamente a tempi antichi (1200
-1700), dominati dal silenzio di spazi aperti nel verde, dai
casali, dalle torri che punteggiavano l’Agro Romano. Come
per incanto ci si trova immersi nell’atmosfera illustrata
da tanti scrittori e pittori del passato. Ma dal 2001, nonostante
puntuali (ed elettoralistici) impegni , non c’è stato
nessun intervento economico, nessuna salvaguardia o restauro,
nessun utilizzo pubblico e da due anni è in
completo abbandono. Si consumano così 15 anni
di trascuratezza istituzionale con l'ipotesi, non certo campata
in aria, di un danno erariale .
Per chi vuole, la Cervelletta, solitaria e negletta, sta lì:
a regalare la propria bellezza e importanti suggestioni; sta
lì, retaggio della storia culturale, sociale, scientifica
e naturalistica di Roma e della Campagna Romana. “Siamo
tornati anche alla Tenuta della Cervelletta, - dichiara
la Presidente del IV Municipio Roberta Della Casa nella sua
rubrica ‘la Presidente informa’- verificato alcune anomalie
e recuperato libri importanti, il progetto di riapertura richiede
più tempo del previsto ma resta un nostro obiettivo”.
Ancora solo e soltanto parole.
VILLA FARINACCI – È una villa rustica
sita all'interno del Parco Petroselli, nella zona Casal de'
Pazzi di Roma. La villa fu fatta edificare nel 1940 dal gerarca
fascista Roberto Farinacci, dal quale prende il nome, per
farne un deposito di cereali ed un'abitazione per il suo terreno
di Aguzzano. Il progetto fu affidato a Lorenzo Chiaraviglio
che utilizzò elementi tradizionali dell'edilizia rurale
romana, tra cui il travertino. Originariamente villa privata,
è di proprietà dell'ente Roma Capitale, formalmente
in attesa di essere adibita a centro di informazione ambientale
e biblioteca, ma di fatto chiusa al pubblico nonostante la
fine dei lavori dichiarata nel 2010. Villa Farinacci è
da molto tempo ostaggio di quella odiosa burocrazia che non
risolve mai nulla. Il contenzioso è tra il Comune di
Roma e il Ministero dell'Ambiente che da almeno 7 anni non
trovano un accordo per riaprirla ai cittadini. Sono
stati spesi quasi tre milioni di euro per avere una struttura
pressoché abbandonata. Per certa politica,
l’obiettivo primario è spendere il denaro dei contribuenti,
non certo migliorare la vivibilità del territorio.
“Dopo anni di incuria e totale abbandono - dichiara
la Presidente del IV Municipio Roberta Della Casa nella sua
rubrica ‘la Presidente informa’- abbiamo sistemato il
giardino di Villa Farinacci che torna a mostrarsi in tutto
il suo splendore! Questo è il primo passo che ci porterà
a breve all’apertura al pubblico dell’immobile dopo oltre
15 anni di chiusura e chiacchiere.” Ancora solo e soltanto
parole.
ARTIGIANMERCATO DI TIBURTINO III - I lavori
della struttura di via Mozart (IV Municipio) iniziarono a
cavallo degli anni '70 e '80. La costruzione avrebbe dovuto
svolgere la funzione di mercato rionale. Da potenziale fiore
all’occhiello a opera incompiuta. La struttura di via Mozart,
denominata “Artigianmercato”, è un progetto mai decollato,
l’ennesimo di questo territorio. La storia della struttura
è piuttosto complessa, i lavori per la sua realizzazione
(una costruzione di oltre 2.000 mq) iniziarono tra la fine
degli anni settanta e l’inizio degli ottanta, in concomitanza
con il restyling dell’area del Tiburtino III. L’opera, inizialmente,
doveva svolgere la funzione di mercato rionale, accogliendo
anche una serie di attività artigianali. Ma i lunghi
tempi di gestazione della struttura, uniti a una serie di
vicissitudini burocratiche e alle mutate esigenze dei cittadini
residenti dell’area del Tiburtino III, resero debole il progetto
dell’Artigianmercato fin dalla nascita. Nonostante la “bellezza”
della struttura (sei aree di vendita e un’isola dei servizi
posta nell’esagono centrale), le attività commerciali
non decollarono e molte chiusero i battenti dopo pochi mesi,
altre, invece, non aprirono nemmeno perché nel frattempo
la grande distribuzione organizzata rendevano ormai superata
l’idea di realizzare un mercato rionale a Tiburtino III. Da
quel momento in poi sono state tante le proposte di riconversione
del progetto ma nessuna ha trovato la strada dell’attuazione
lasciando la struttura in abbandono. Ancora solo e soltanto
parole.
CENTRO CULTURALE GABRIELLA FERRI - Il tiburtino
è sempre più orfano di cultura dopo l’interruzione
delle attività nel giugno scorso del Centro Culturale
Gabriella Ferri dovuto al bando scaduto e non rinnovato. Una
delibera di giunta del 4 aprile annunciava la predisposizione
di un bando rivolto alle associazioni culturali che “permetta
l’inizio delle attività entro il mese di luglio 2017”.
Nulla di fatto, il centro è tutt’ora chiuso. Ancora
solo e soltanto parole.
AREA VERDE DI PIAZZALE LORIEDO – L’area verde,
bene della comunità di Colli Aniene, è stata
chiusa l’8 agosto scorso in seguito al provvedimento del Comune
di Roma che ha messo i sigilli al locale Bar Dolce e Salato
per “una serie di abusi contestati” (come ha letteralmente
dichiarato la Presidente del IV Municipio in un post FB).
“Sono abusi edilizi di enormi metrature, – scrive
la Presidente in risposta ad un commento sul suo post -
modifiche alle destinazioni d'uso dei locali, revocato da
anni il permesso di somministrare cibi e bevande e altro.
Prima nessuno ha dato esecuzione e comunque ci sono stati
i ricorsi...persi”. La società che gestiva l’esercizio
commerciale aveva anche in affido l’area verde pubblica sulla
quale sorgono le fontane simbolo del quartiere. Non vogliamo
contestare l’intervento volto al rispetto della legalità,
se ci sono stati degli abusi è giusto che ci siano
provvedimenti adeguati alla violazione, ma sosteniamo ad ALTA
VOCE che l’area pubblica deve essere prontamente restituita
al territorio. Il parco è molto utilizzato
da famiglie e bambini, ben curato da chi l’aveva in affido,
oltre ad essere uno dei pochi progetti dell’amministrazione
capitolina migliorativo per le periferie. È patrimonio
di tutto il territorio e non solo della comunità di
Colli Aniene. Ora quel luogo rischia di cadere nel degrado...
e la nostra periferia ne ha già abbastanza di posti
fatiscenti. L’associazionismo del quartiere si è reso
disponibile “temporaneamente” a farsi carico di aprire e chiudere
l’area verde pubblica purchè AMA e Servizio Giardini
si occupino della cura e pulizia dell’area. Dal Municipio…
nessuna risposta. Questa volta non ci sono neanche le parole...
Abbiamo parlato solo dei casi più rilevanti, tanti
altri luoghi del IV Municipio sono in stato di abbandono,
come ad esempio il Centro Culturale di Settecamini,
chiuso per motivi di sicurezza, che distribuiva cultura in
un quadrante decisamente complesso del municipio. Attribuire
una colpa specifica agli amministratori di turno è
sempre un'azione particolarmente difficile, grazie allo scaricabarile
istituzionale che permette a chiunque di avere sempre pronta
una ciambella di salvataggio. Noi, di fronte a questo, non
ci rassegneremo e continueremo a produrre nuovi dossier con
le segnalazioni e le informazioni dei cittadini.
Antonio
Barcella
www.collianiene.org
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