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Colli Aniene – Un sistema fognario mal funzionante che provoca allagamenti continui

27 settembre 2017 - È bastato un consistente temporale, tipico della stagione, e tutti i problemi dell’impianto fognario di Colli Aniene sono immancabilmente venuti a galla: negozi, cantine e box allagati e strade invase dalle acque con danni non quantificabili ai residenti. L’acqua della rete fognaria è penetrata ovunque e i cittadini giustamente si sono lamentati. Alla base della questione ci sono certamente problemi di vetustà dell’impianto e probabili errori di progettazione che hanno quantomeno sottovalutato le caratteristiche idrogeologiche del terreno sul quale hanno edificato. Colli Aniene è sorto a ridosso dell’alveo del fiume Aniene e su un fondo di tipo palustre e con la presenza di acque sorgive. Infatti, gli allagamenti non sono una questione nata oggi: il sistema di collettamento delle acque piovane ha mostrato tutti i suoi limiti fin dalla fondazione del quartiere senza che nessuno sia mai intervenuto a metterci una pezza.

Di chi è la responsabilità della gestione dell’impianto e del suo ammodernamento? Intorno agli anni ’80, Il Comune di Roma ha affidato ad ACEA la gestione degli impianti di depurazione presenti sul territorio comunale e solo successivamente (a fine 2002 , in anticipazione dell’istituzione del Servizio Idrico Integrato previsto in attuazione della legge “Galli” n.36/1994) è avvenuto il passaggio in gestione dell’intera rete fognaria comunale. Una delle attività di principale ausilio alla gestione del sistema fognario e depurativo, finalizzata all’ottimizzazione delle risorse, è costituita dal monitoraggio e telecontrollo delle acque reflue transitanti all’interno della rete fognaria del comune di Roma, fino al trattamento presso i principali impianti di depurazione. Quantomeno ACEA avrebbe dovuto segnalare al Comune di Roma la presenza di problemi sull’impianto fognario di Colli Aniene e indicare i lavori necessari alla soluzione del problema. L’avrà fatto?
Al tempo stesso il Comune di Roma ha un dipartimento denominato “U.O. OPERE IDRAULICHE E DISSESTO IDROGEOLOGICO” che ha il mandato di Programmazione, progettazione e realizzazione di opere igieniche di competenza di Roma Capitale nel settore collettori, reti fognarie, impianti di depurazione, sollevamento acque reflue, impianti e reti idrico-potabile nonché attività di progettazione e appalto di lavori per la difesa del suolo ed il ripristino dei luoghi, in seguito al verificarsi di eventi e/o calamità di natura idrogeologica; monitoraggio e controllo delle attività geologiche e geotecniche propedeutiche alla realizzazione di opere pubbliche , nonché delle attività inerenti la difesa del suolo nei riguardi dei dissesti idrogeologici, della stabilità dei versanti e delle cavità sotterranee. Una funzione di controllo che dovrebbe prendere in esame le segnalazioni dei cittadini e chiedere le soluzioni al gestore. L’avrà fatto?

Quindi, capire che c’è un ufficio responsabile nel nostro Comune è già un primo passo avanti, ora basterebbe trovare i fondi e far preparare un progetto. Ma i fondi ci sono! Come ci hanno raccontato i vari telegiornali nell’ultima tragica alluvione in Toscana, i fondi per intervenire su questo problema sono stati già stanziati: la Presidenza del Consiglio ha 7,7 miliardi di euro da spendere entro il 2023 per il piano anti dissesto del territorio. Una somma immensa alla quale sembra che i Comuni italiani, per mancata conoscenza o incapacità o altro, non sono in grado di presentare progetti.

L’INIZIATIVA DAL BASSO - Come al solito, l’iniziativa deve partire dalla sollecitazione dei cittadini e noi, con il vostro aiuto, vogliamo che si metta la parola fine su questo disservizio. Le azioni che possiamo fare sono sempre le solite: lettera alle istituzioni, comunicazioni ai media, raccolta firme, etc. il prima possibile ci attiveremo per portare in evidenza la questione ma occorre l’aiuto di tutti per far pressione su chi dovrebbe trovare una soluzione. Iniziamo da oggi a chiedere un risarcimento al Comune di Roma per i danni causati da questo disservizio. Chi ha avuto l’automobile invasa dalle acque reflue o ha subito danni nelle proprie cantine o nei box faccia valere i suoi diritti. Il Comune di Roma ha un servizio che si propone di offrire una celere e gratuita possibilità di risposta alle piccole controversie tra cittadini e amministrazione. Può essere utilizzato da tutti i cittadini che abbiano a pretendere da Roma Capitale somme di denaro non superiori a euro 12.911,42 per danni subiti e dei quali si ritiene responsabile Roma Capitale stessa. I casi più frequenti possono riguardare incidenti causati da buche e dissesti del manto stradale di proprietà comunale, da caduta di alberi o da allagamenti determinati da tombini otturati. Basta inviare una richiesta attraverso l’apposito modulo all’indirizzo Pec: protocollo.sportelloconciliazione@pec.comune.roma.it o consegnando il modulo direttamente all’ Ufficio Relazioni con il Pubblico del Municipio (per ulteriori informazioni vedi pagina sul sito di Roma Capitale).

Per concludere - Questo quartiere subisce da decenni l’impatto ambientale dei disgustosi fetori del depuratore Roma Est che serve circa un terzo dell’utenza cittadina per le acque reflue. Per di più ha un impianto fognario mal funzionante che andrebbe quantomeno adeguato. Crediamo che i nostri amministratori abbiano avuto tempo sufficiente e il dovere di trovare una soluzione al problema. È ora di farlo!

Antonio Barcella
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